Uno studio matematico originale, precursore di percorsi informatici innovativi
Riceviamo e pubblichiamo il lavoro pluriennale della prof.ssa Carla Amoretti (ricerca effettuata con il prof. Renato Pavesio) relativo ad un percorso didattico, supportato dall’informatica ai primordi nella scuola.
La sperimentazione mirava alla comprensione e sviluppo degli studi matematici dell’800, utilizzati per costruire un antico modello in gesso, esposto nella mostra, “Dal compasso al computer”, allestita per le celebrazioni del Centenario della Società Mathesis Associazione Subalpina Mathesis al Museo dell’automobile di Torino (19 gennaio –18 febbraio 1996).
La finalità degli Autori del lavoro di approfondimento era quella di trovare ed esprimere la correlazione tra gli aspetti umanistici dell’arte, della poesia, della filosofia con la matematica.
Per facilitare la divulgazione del percorso didattico trattato, l’Autrice ci anticipa un’utile premessa chiarificatrice.
Nell’augurare una buona lettura, ringraziamo la prof.ssa Carla Amoretti per la rigorosa e complessa ricerca matematica che ci ha messo a disposizione per la pubblicazione. (m. b.)
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Premessa di Carla Amoretti
Nell’anno scolastico 1996-97 l’intera scuola in cui insegnavo, da me coinvolta, produceva idee su “matematica e poesia”. In questi approfondimenti si era trovata una proprietà per determinare l’equazione di un triangolo equilatero, partendo dalla sua rappresentazione geometrica. Successivamente scoprivamo che la stessa proprietà permetteva di trovare le equazioni dei poligoni regolari (quadrato, pentagono, ecc.) nel 2D, e dei poliedri regolari nel 3D (i 5 Solidi Platonici: cubo, tetraedro, ottaedro, dodecaedro, icosaedro).
Con la potenza stupefacente della matematica, ci rendevamo conto, per estensione dei percorsi algebrici precedenti, che tale proprietà continuava ad essere valida anche negli iperspazi, a partire dal 4D. Trovavamo l’equazione dell’ipercubo, dell’ipersfera, ecc., pur non potendoli percepire geometricamente, nello spazio tridimensionale in cui siamo inscatolati.
Ad integrazione, si era anche cercata l’esistenza di un’unica equazione le cui soluzioni corrispondessero geometricamente ai punti della firma del prof. Renato Pavesio.
Questi approfondimenti, a posteriori constatavamo che erano percorsi poetici che mettevano in correlazione tra il mondo dell’arte, della poesia, della filosofia e la matematica.
Anche con la Diagonale di Clebsch, una semplice visita ad una mostra, apriva nuovi orizzonti. Una scultura in gesso esposta, era la chiave di accesso ad altre scoperte, come verso l’ignoto, in mondi sconosciuti, in cui ci muovevamo sfruttando i nuovi strumenti informatici e tecnologici
Il primo approccio era partire dal noto, consultando di libri universitari che la definivano come superficie cubica liscia , rigata da 27 rette.
Il collega di matematica Renato Pavesio, stava muovendo i primi passi nello studio del Turbo Pascal, uno dei mezzi informatici a disposizione all’epoca (fine anni novanta). Con l’aiuto del computer procedeva nello studio e trovava tre tipi di equazioni per la diagonale di Clebsch. A quale delle tre tipologie apparteneva il modello in gesso che ci aveva affascinati?
Tentava di rappresentare virtualmente, mediante curve di livello, le tre tipologie di equazioni. Alla fine di questo percorso capivamo il tipo di Diagonale di Clebach in studio.
Altre idee ci spingevano … Non ci fermavamo.
Essendo presente nella scuola una macchina a controllo numerico (già vecchia di vent’anni e a soli tre assi), si decideva di far realizzare dalla fresa un lavoro di CAD-CAM, allora ai primordi nella scuola.
Ricordiamo che il CAD, acronimo di Computer-Aided Design, è un sistema che permetteva di disegnare e progettare gli oggetti in modo completamente digitalizzato e il CAM, acronimo di Computer-Aided Manufacturing, è una tecnologia che permetteva di produrre oggetti fisici a partire da modelli CAD.
Facevamo così realizzare una scultura in legno “matematica”. Dall’astratto al concreto: un’equazione era diventata scultura.
Quando questo studio giungeva al termine, erano trascorsi tre anni scolastici dall’inizio della ricerca. Gli allievi che avevano iniziato in terza, ora erano in quinta. Erano cresciuti diventando adulti, avendo l’occasione di vivere una matematica non solo addestrativa, ma al servizio dell’immaginazione, potenziando il loro spirito.
La finalità di proporre oggi questa “ricerca didattica”, che sembra datata, ma che al tempo risultava molto originale è quella di offrire ai lettori interessati lo stimolo a proseguire in questo filone “matematico-artistico”, che può riservare sorprese interessanti e foriere di ulteriori speculazioni scientifiche.
La nostra ricerca aveva ottenuto importanti apprezzamenti dalla Facoltà di Scienze Matematiche di Torino, che la esponeva nella biblioteca Peano. Anche dall’estero il professor Hunt dell’Università di Erlangen (in Germania presso Norimberga) ne riconosceva il valore e la inseriva nella loro biblioteca virtuale di superfici.
I mezzi informatici attuali offrono un aiuto e opportunità con cui le nuove generazioni possono raggiungere obiettivi impensabili.
In fondo questo è l’augurio e la speranza che l’Autrice della ricerca rivolge ai lettori.
Rudolf Friedrich Alfred Clebsch (1833 –1872) fu un matematico prussiano, conosciuto per i suoi contributi alla géométria algébrica ed alla téoria degli invarianti et les applications de la dualité à la statique graphique.
LA DIAGONALE DI CLEBSCH
Dall’astratto al concreto, un’equazione diventa scultura
Nell’anno scolastico 1995-96, un piccolo gruppo di allievi della classe 3C era stato scelto per visitare la mostra “Dal Compasso al Computer”.
Era stata organizzata dall’Università di Torino, Facoltà di Matematica, per le Celebrazioni del Centenario della Associazione Subalpina Mathesis. Il luogo prescelto era il Museo dell’Automobile a Torino e durava un mese: dal19 gennaio al 18 febbraio 1996. Si faceva riferimento al libro “Oltre il compasso” edito dalla Scuola Normale di Pisa.
Tale iniziativa era un premio alla buona resa scolastica ed al loro interesse di piccoli gruppi scelti da ogni classe della scuola Itis Grassi di Torino.
Quando il gruppetto della 3C ritornò dalla visita, chiesi loro di relazionare alla classe. L’attenzione generale cadde su una strana superficie in gesso dal nome Diagonale di Clebscb, superficie liscia, ma rigata da 27 rette.
Superficie di Clebsch modello in gesso
Decidemmo quindi di approfondire l’argomento e chiarire per tutti, le caratteristiche di tale superficie
Collaboravano con noi due insegnanti: Il prof. Renato Pavesio, docente di Matematica nel corso F, e la prof-sa Maria Grazia Sancipriano, docente di lettere con cui avevo lavorato per un concorso nazionale sull’Avventura.
Prima Parte: Trovare le equazioni
Consultammo il testo di E. Pascal, Repertorio di Matematiche Superiori, vol. II, edito da Hoepli nel 1900.
Le informazioni tratte ci dicevano che la superficie di Clebsch era una cubica particolare.
Per determinarla occorreva considerare 5 piani che formassero un pentaedro di Sylvester.
Un pentaedro di Sylvester richiede che la somma delle equazioni dei 5 piani, cioè la somma di 5 equazioni di primo grado a tre incognite, fosse identicamente nulla.
Nell’esempio riportato si nota che sommando tutti i primi membri e tutti i secondi membri, la somma é identicamente nulla
Per avere l’equazione di una superficie di Clebsch occorre partire da un pentaedro di Sylvester e sommare tutti i primi membri, ognuno elevato alla terza e porre tale somma uguale a zero
Si ha l’equazione di una cubica, di una generica superficie di Clebsch.
Se si considera un generico pentaedro di Sylvester si ottiene una superficie di Clebsch che non ha le caratteristiche della superficie vista alla mostra dal Compasso al Computer.
Osservando la particolare simmetria del modello in gesso, si può ipotizzare che anche il pentaedro debba avere una struttura simmetrica.
Abbiamo quindi fatto due ipotesi:
Prima ipotesi
Supponiamo che il pentaedro di Sylvester abbia i 5 piani che formino un prisma retto
Seconda ipotesi
Supponiamo che il pentaedro di Sylvester abbia i 5 piani che formino un tronco di piramide
Per procedere nello studio occorre trovare le equazioni dei cinque piani sia nel caso del prisma, sia in quello del tronco di piramide.
PRISMA
La base del prisma scelto è in triangolo equilatero; fissiamo un sistema (x, y) di riferimento con origine nel baricentro del triangolo equilatero
Fissiamo poi per il prisma (che è una figura dello spazio tridimensionale), il sistema di riferimento (x,y,z) con origine nel baricentro del prisma
Esaminiamo le equazioni dei due piani base e dei tre piani laterali del prisma prescelto
Constatiamo che la somma delle equazioni dei 5 piani è identicamente nulla, come richiesto per essere un pentaedro di Sylvester.
Effettuiamo la somma dei cubi dei polinomi dei 5 piani e la poniamo = 0
Otteniamo così l’equazione di una diagonale di Clebsch generata da un prisma
( 2y + 2) 3+(√3 x – y + 2) 3+(-√3 x – y + 2 ) 3+(√3 z – 3 ) 3+(-√3 z – 3 ) 3 = 0
E’ l’equazione in forma implicita del prototipo 1, generato da un prisma.
Svolgendo i calcoli otterremo una equazione in forma esplicita, composta da due parti separabili: una positiva, una negativa.
TRONCO DI PIRAMIDE
Consideriamo un pentaedro di Sylvester con i 5 piani che formino un tronco di piramide.
Le basi del tronco di piramide sono due triangoli equilateri.
Il sistema di riferimento (x,y,z) ha l’origine nel baricentro del triangolo di base.
Esaminiamo le equazioni dei due piani di base e dei tre piani laterali del tronco di piramide prescelto:
Constatiamo che la somma delle equazioni dei 5 piani è identicamente nulla, come richiesto per essere un pentaedro di Sylvester.
Ponendo = 0 La somma dei cubi dei polinomi dei 5 piani ….
… si ottiene l’equazione della superficie di Clebsch del prototipo 2, generata da un troco di piramide.
(5 3x+5y+2z – 10)3+(-10y+2z – 10)3+(-5 3x+5y+2z – 10)3+(-15z+30)3+(9z)3 =0
Dopo aver svolto i calcoli in tale equazione in forma implicita del prototipo 2, non è possibile scriverla in forma esplicita, come era stato fatto per il prototipo 1.
Seconda Parte: Modelli virtuali
Trovate le equazioni di 3 diverse superfici di Clebsch
- una generica
- una generata a partire da un prisma
- una generata a partire da un tronco di piramide
il passo successivo dello studio è stato quello di rappresentarle usando il Turbo Pascal per calcolare per ognuna le sezioni con piani z=cost.
Quale delle tre equazioni trovate rappresenta una superficie con le caratteristiche del modello in gesso da cui siamo partiti?
GENERICA CLEBSCH – sezioni con piani z=cost
consideriamo l’equazione della generica superficie di Clebsch
( 2x + 3y + 4z+1)3 +(-4x – 2y + 2z -1 )3 + ( 3x + 4y – 5z+3 )3 + ( 1x + 1y + 2z -5 )3 +(-2x – 6y – 3z +2 )3 =0
esaminiamo le sezioni di questa superficie di Clebsch con piani paralleli al piano d’appoggio cioè con piani z=costante
si sono separate in due blocchi le sezioni:
- si fa variare z da -15 a 0 usando colori verdi
- si fa variare z da 0 a 15 usando colori viola
poi si uniscono sezioni verdi e viola e si ha una rappresentazione della Clebsch generica, con z che varia da
-15 a 15.
Esaminando le sezioni risulta difficile intuire la forma del possibile modello reale.
CLEBSCH GENERATA DA UN PRISMA (prototipo1) – sezioni con piani z=cost
Eravamo giunti all’equazione in forma esplicita.
Esaminiamo le sue sezioni con piani paralleli al piano d’appoggio, cioè con piani z=costante.
La superficie del prototipo 1 è costituita da due parti uguali e simmetriche.
Z è stato fatto variare a -15 a +15.
Esaminiamo in dettaglio le sezioni di quella superiore:
Queste sezioni ci danno informazioni sulla superficie “virtuale” (non ancora costruita) del prototipo 1.
Utilizzando il Turbo Pascal, si è animata la rappresentazione del prototipo 1, calcolo possibile perché la sua equazione era stata scritta in forma esplicita.
CLEBSCH GENERATA DA UN TRONCO DI PIRAMIDE (prototipo2) – sezioni con piani z=cost
Consideriamo l’equazione della superficie di Clebsch – prototipo 2:
Esaminiamo le sue sezioni con piani paralleli al piano d’appoggio cioè con piani z=costante.
Analizziamo le varie sezioni con z che varia tra -15 a 15, operando a blocchi diversi
Rappresentiamo contemporaneamente e non più a blocchi, tutte le sezioni, con z che varia tra -15 e 15
Con l’analisi fatta, sezionando con piani paralleli al piano d’appoggio, le tre Clebsch (generica, prototipo 1 e prototipo2), non è facile intuire la forma del possibile modello reale e stabilire quale delle tre potrebbe essere simile al modello in gesso che avevamo deciso di studiare.
Si è cercato ancora di fare ulteriori rappresentazioni del prototipo 2 facendo sezioni perpendicolari al piano d’appoggio.
CLEBSCH GENERATA DA UN TRONCO DI PIRAMIDE (prototipo2) – sezioni con piani y=cost
Eseguiamo allora anche sezioni con y= cost.
La forma della superficie reale risulta più evidente:
e con caratteristiche molto simili a modello in gesso.
Terza Parte: Modelli Reali
La prima e la seconda parte del nostro percorso didattico aveva ottemperato agli scopi prefissi: comprendere le caratteristiche di una Diagonale di Clebsch generica e la possibile equazione del modello della mostra “Dal compasso al computer”.
COSTRUZIONE DEL MODELLO PROTOTIPO 1, IN CARTA E MATTONCINI DISTANZIALI
Nell’estate 1996 il professor Pavesio utilizzò i risultati matematici e le sezioni del prototipo1 ottenuto da un prisma. Calcolò con il Turbo Pascal le curve di livello, ottenute sezionando con z=cost.
Successivamente stampò le sezioni su carta, tagliò ogni sezione e con mattoncini in legno le distanziò, costruendo così un modello reale.
Questo modello è costituito da due parti uguali simmetriche tra loro. La simmetria è dovuta al tipo di equazione z=±F(x, y).
La parte superiore ha equazione z=+F(x,y), e la parte inferiore, uguale e simmetrica, Z= -F(x,y).
COSTRUZIONE DEL MODELLO PROTOTIPO 2, IN CARTA E MATTOCINI DISTANZIALI
Con procedimento analogo al prototipo 1, il Professor Pavesio stampò le sezioni z=cost del prototipo 2, ottenuto da un tronco di piramide e ritagliò le diverse curve di livello.
Il modello è costituito dalle diverse striscioline di carta (ottenute ritagliando le sezioni della superficie con piani z=costante). I mattoncini di polistirolo servono a distanziare le varie sezioni con passo costante, per dare alla costruzione una forma tridimensionale.
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La costruzione del modello ha richiesto anche dei rinforzi in legno: alcuni fissi, altri da rimuovere al termine della costruzione.
i tre supporti fissi in legno corrispondono a tre piani del tronco di piramide che genera la superficie.
I colori magenta, verde e arancione aiutano a comprendere la posizione dei 3 piani nel modello.
Il lavoro di costruzione dei modelli dei due prototipi, utilizzando i calcoli delle sezioni effettuati con il Turbo Pascal, ci forniva una visione concreta, reale dei due prototipi studiati a partire da un prisma o da un tronco di piramide.
Quarta Parte: La scultura con il CNC
Dall’astratto al concreto, con il computer un’equazione diventa scultura
Il lavoro effettuato dal prof. Pavesio, in modo manuale, ispirò l’idea di far costruire la diagonale di Clebsch dalla macchina a controllo numerico della scuola Itis Grassi. Era una macchina già di 20 anni, su cui gli allievi apprendevano il linguaggio macchina per movimentare una fresa. Essa funzionava attraverso il controllo numerico, cioè un computer esterno, con l’uso di software e programmi specifici.
Dovevamo quindi pre-impostare a tavolino i movimenti della fresa attraverso un software tipico del controllo numerico (dispositivo elettronico integrato nella macchina fresatrice).
Dei due modelli realizzati in carta e mattoncini, dovemmo escludere quello del prototipo 2 perché la macchina con cui operavamo non era in grado di effettuare i sottosquadri.
La fresa della macchina, essendo già nel 1996 obsoleta, operava solo dall’alto, non come le frese attuali che operano su 5 assi.
Le parti colorate in rosso non erano raggiungibili.
Il prototipo 1 essendo costituito da due parti z=± F(x,y) simmetriche tra loro, permetteva di eseguirle separatamente ed unirle senza problemi di sottosquadro.
Scelto il prototipo da realizzare, valutammo il materiale su cui operare: legno, alluminio, ecc. Si decise di lavorare legno multistrato in faggio.
Calcolo con Excel delle sezioni
Dal punto di vista matematico, il primo problema che dovemmo affrontare era come portare le migliaia di dati delle sezioni complessive, elaborati nel linguaggio Turbo Pascal, nella sintassi prevista dalla macchina a controllo numerico. Non avevamo a disposizione il Cad-Cam.
- Cad (Computer aided design = disegno assistito da un computer)
- Cam (Computer aided manufacturing = produzione assistita da un computer).
Per determinare il percorso della fresa per ogni sezione occorreva assegnare dei punti
Avendo determinato l’equazione della superficie di Clebsch del prototipo 1 era possibile calcolare questi punti matematicamente, ma non era semplice, con il Turbo Pascal, dialogare con la macchina CNC.
Il Prof. Pavesio, propose di far calcolare i punti delle sezioni tramite il programma Excell.
Nel laboratorio di matematica suddividemmo la classe in gruppi ed insegnammo le procedure da seguire per determinare i punti delle diverse sezioni Il processo matematico era fatto con i fogli di calcolo di Excel partendo dalla equazione della superficie di Clebsch, ipotizzando che fosse delimitata da una sfera.
Esaminiamo per la sezione 21, un foglio di calcolo di Excel utilizzato per calcolare i punti.
Non semplice fu scrivere nella sintassi di Excell la formula del prototipo 1 per calcolare l’ordinata y di ogni punto.
La macchina a controllo numerico è gestita dal Cam (compter aided manufactury), che è un software con una sua sintassi particolare nelle coordinate dei punti e nel formato numerico dei dati calcolati.
Data la complessità della equazione fu necessario, per il calcolo delle ordinate y dei singoli punti, creare una particolare struttura con parametri aggiuntivi.
Per comunicare le coordinate dei punti al Cam si doveva avere tutti i calcoli in formato testo.
Ciò era possibile con alcuni passaggi.
Aprendo con Word (elaboratore di testi) il file salvato in txt (formato testo), occorreva fare alcune modifiche:
conservare solo i dati relativi ai punti e cancellare la parte relativa ai parametri ormai non più attivi.
Il testo rimasto andava riformattato per togliere gli spazi superflui in ogni riga.
La procedura che insegnammo agli allievi era di selezionare il testo.
Dopo alcune ore di lavoro i vari gruppi di allievi avevano preparato, sezione per sezione, il calcolo dei 27 punti. Avevamo ora i dati nella formattazione richiesta dalla macchina a controllo numerico; nome del punto, X e suo valore, y e suo valore numerico, senza spazi intermedi in ogni singola riga.
Simulazione con il CNC
Passammo tutti i file ottenuti, sezione per sezione al Prof. Rodolfo Balia ed al tecnico Domenico Amato, del laboratorio di controllo numerico dell’Itis Grassi.
Gli esperti Inserirono i dati per la simulazione del movimento della fresa, per controllare eventuali errori.
Per determinare il grafico di ogni sezione, i punti, calcolati precedentemente, vennero elaborati dal CAM mediante interpolazione circolare.
Infatti fornendo al programma un numero finito di punti isolati, il modo in cui il programma li unisce può essere per interpolazione lineare o circolare
L’interpolazione circolare è molto più precisa di quella lineare.
il computer della macchina a controllo numerico calcola anche il percorso dell’utensile (linea rossa).
I piccoli cerchi rossi indicano la posizione della fresa.
Notiamo che ci sono dei percorsi particolari al di fuori delle curve di livello.
PERCORSO TANGENTE iniziale: tragitto con direzione tangente, previsto per iniziare con la fresa già in movimento la lavorazione della curva sezione.
PERCORSO TANGENTE finale: tragitto con direzione tangente, previsto per terminare con la fresa ancora in movimento la lavorazione della curva sezione.
Su ogni piano vengono assegnati i punti solo del primo ramo della curva sezione.
Gli altri due rami il computer li calcola matematicamente eseguendo due rotazioni successive di 120° gradi del primo ramo.
Possiamo vedere quindi che la simulazione segue la costruzione della diagonale di Clebsch passo a passo
La fresa in azione
Vediamo il processo di lavorazione: la fresa esegue un percorso programmato.
Terminata la lavorazione su un piano, la fresa si abbassa e scolpisce un nuovo piano.
La fresa esegue la lavorazione complessiva due volte.
Per lo svuotamento e una prima sgrossatura, si abbassa ogni volta di 10 millimetri.
Per il lavoro di finitura, si abbassa ogni volta di 1 millimetro.
In rosso la prima fresatura da 10 mm ed in giallo la seconda fresatura da 1 mm.
La stessa lavorazione viene eseguita alternativamente su due diversi blocchi di legno.
I due pezzi al termine della lavorazione, durata 56 ore, vennero assemblati giustapposti.
Il professor Hunt dell’Università di Erlangen, con cui la classe si mise in contatto, apprezzò molto questo studio e pose la nostra diagonale di Clebsch nella sua galleria delle superfici.
Il professore Giorgio Ferrarese di UNITO, espose questa scultura in una bacheca della biblioteca Peano della Facoltà di Matematica di Torino.
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Curriculum di Carla Amoretti
Nata a Torino il 21 settembre 1947
Laureata in matematica nel 1970
Docente di matematica per 41 anni (anni scolastici 1969-70 sino al 2010-11)
negli anni scolastici si è occupata di teatro, cinematografia, multimedialità
MATEMATICA E DIDATTICA
Ha fatto parte di un gruppo del CNR per la didattica in matematica coordinato dalla professoressa Elisa Gallo, partecipando ai convegni internazionali CIAEM in Belgio ed in Polonia.
Ha fatto da correlatrice di tesi di Laurea di Santina Attisano sui modelli matematici.
Ha coordinato una collaborazione delle proprie classi con l’Università di Erlangen sulle superfici matematiche.
Ha coordinato la realizzazione di una scultura matematica con una macchina a controllo numerico (lavoro triennale con le classi), ora esposta alla biblioteca Peano della facoltà di Matematica.
Ha vinto numerosi premi in collaborazione con docenti ed allievi della scuola.
L’avventura della Nuova Italia.
Guida sicura della Polizia di Stato.
Missile balistico bistadio della società Subalpina Mathesis 1996.
Matematica e poesia della società Subalpina Mathesis 1997.
Art-elettrotecnica, concorso nazionale (2005).
Nel 1999 ha partecipato con il Prof. Renato Pavesio alla mostra organizzata dalle facoltà di lettere e matematica “I due volti del sapere” con due lavori multimediali.
Le rullette matematiche (curve di rotolamento descritte dal fuoco delle coniche).
La diagonale di Clebsch realizzata con le classi 1995-1998.
Nel 2010 ha fatto con una classe del liceo artistico la mostra “da Cristo ipercubico a Cristo ipersferico”.
MULTIMEDIALITÀ
Ha collaborato alla creazione del Centro Audiovisivi dell’Itis Carlo Grassi producendo diversi filmati quali West & football con la Prof Lena, Le acciaierie Ferrero , con il prof. Butrico,
Ha coordinato la didattica multimediale dei diversi laboratori dell’Itis Grassi, su temi diversi.
STORIA
Dal 2003 ha seguito ed aiutato il padre nelle ricerche storiche e nella stesura delle sue ultime conferenze e pubblicazioni, mettendogli a disposizione le competenze grafiche e di visualizzazione acquisite nella scuola.
Dal 2009 al 2013 ha fatto parte del Gruppo di studio di Fra Luca Isella sul Monte dei Cappuccini, con cui ha curato la parte grafica del libro “Il monte dei Cappuccini e Filippo d’Agliè” , visualizzando numerose conferenze da lui tenute.
Nel 2008-09 ha collaborato alla creazione del plastico virtuale della Torino del 1706 con la ditta Ultramundum.
COLLABORAZIONE CON ASCT
Negli anni 2010-12 ha collaborato con l’ASCT nella organizzazione di cicli di conferenze presso la loro sede.
CONFERENZE
Ha visualizzato, mettendo le proprie competenze scientifiche e multimediali, il testo di conferenze di Guido Amoretti, Fra Luca Isella, Giovanni Assone, Mara de Candido, Molli Boffa, Gen. Ponso.
Tiene conferenze a carattere scientifico e storico.
Ha tenuto conferenze tra le quali le principali sono:
15 settembre 2006-Il Panorama di Torino del 1906.
1 ottobre 2006- Le cascine dei luoghi della battaglia del 1706.
1 marzo 2007- Le donne nell’assedio e nella battaglia 1706.
1 ottobre 2008-Cinquantenario della scoperta della scala.
25 febbraio 2009-giorno memoria venti mesi tra i reticolati.
23 maggio 2009- la battaglia di Torino nel quadro del Parrocel.
4 dicembre 2010 – Le porte di Torino.
25 ottobre 2012- Percorsi studio GA dal suo archivio sulla creazione del Museo Pietro Micca.
21 settembre 2013 –La battaglia della Marsaglia nell’incisione del La Parà de Fieux.
26 settembre 2013- VAII volle perdere battaglia Marsaglia.
21 novembre 2015- I colori del sole nel buio della grande guerra con sonata di cartoline-note musicali sul rigo del tempo.
11 febbraio 2016- Da cristo ipercubico a cristo ipersferico.
14 aprile 2016- (Assone,Amoretti) BIG-BANG.
18 Novembre 2016 – Difese esterne della cittadella.
10 dicembre 2016- I giochi dell’oca storici.
10 maggio 2018- (Assone, Amoretti)-C come carbonio.
Nel 2015-2017 ha tenuto conferenze per l’Associazione Oro e Argento.
Nel 2020, 2022-2023 ha tenuto conferenze per l’Associazione Moica.
Nel 2024 ha tenuto un ciclo di 6 conferenze per UNI3 Metropolis.
ALMANACCHI
Ha curato gli almanacchi sopra gli anni 2013 sino al 2017 per Museo Pietro Micca ed Associazione omonima.
2013 Trattato di Utrecht.
2014 Quarantennale del Gruppo storico Pietro Micca.
2015 Cittadella di Torino.
2016 Panorama di Torino del 1906.
2017 Dirigibili a Mirafiori.
Con il comune di Volvera.
2013 la battaglia della Marsaglia.
Con i cittadini dell’Ordine.
2007 La battaglia di Torino.
LIBRI
Ha curato la grafica editoriale e/o è autrice/coautrice dei seguenti libri:
Padre Andrea e la battaglia di Torino (Guido e Carla Amoretti – 2006) – ed Omega.
La Serenissima Repubblica in Grecia (Guido Amoretti-2007)-ed Omega.
I Gruppi storici del Piemonte (Cristiana Bizzarri e Carla Amoretti – 2010) – ed Fieramente.
Il Monte di Torino e Filippo d’Agliè (Luca Piergiorgio Isella, Guido e Carla Amoretti, Mauro Lanza, Renato Grilletto – 2013) – ed frati cappuccini.
La battaglia della Marsaglia – una diversa lettura della storia (Carla Amoretti, 2018) – ed comune di Volvera.
Viaggio tra i dirigibili italiani 1915-18 del fondo Caprile (Carla Amoretti – 2018) – ed. Daniela Piazza.
CONVEGNI-MOSTRE-EVENTI
Nel 2006 ha:
. curato la parte iconografica nella Mostra l’Alba di un Regno nel 2006 in occasione del tricentenario dell’assedio e della battaglia di Torino del 1706.
. collaborato nell’organizzazione della rievocazione della battaglia di Torino del 1706 tenuta alla Continassa.
Nel 2013 ha partecipato al Convegno sul trattato di Utrecht con un intervento su “Regnati e Plenipotenziari al trattato di Utrecht” riportato negli atti del convegno.
Nel 2016 ha organizzata una mostra “La scelta” presso il Museo del carcere di Torino.
Nel 2018 ha organizzato a nome dell’O.d.V Associazione Archivio Amoretti.
. il convegno “I dirigibili affascinanti sconosciuti”- presso la Famija Turineisa.
. la mostra L’aviazione italiana nella grande guerra aerei e dirigibili -presso la Regione Piemonte relativamente alla parte dirigibili.
Ha collaborato con l’Aeroclub di Torino .al raduno di dirigibili flosci.
Nel 2019 ha f atto la mostra “Schegge di sole nel buio – Un amore nella grande guerra” presso la Biblioteca Nazionale Universitaria, con conferenza di presentazione.
FILMATI
Ha realizzato nel 2019 per il Museo Pietro Micca dei filmati storici, riguardanti la battaglia di Torino e territorio, messi su You Tube nel il “Pietro Micca tour”:
pietro mmicca tour 24 “la marcia del Principe Eugenio”.
pietro mmicca tour 25 ”7 settembre 1706-La liberazione dall’assedio”.
pietro mmicca tour 26 “Il campo di battaglia”.
pietro mmicca tour 27 “Le forze contrapposte nella battaglia”.
pietro mmicca tour 28 “Il concetto di azione del principe Eugenio”.
pietro mmicca tour 29 “La battaglia del 7 settembre 1706”.
pietro mmicca tour 31 “Bicentenario del 1906 (1 parte)”.
pietro mmicca tour 32 “Bicentenario del 1906 (2 parte)”.
pietro mmicca tour 33 “Le testimonianze della battaglia”.
pietro mmicca tour 34 “Le cascine Gioia e Bakbiano”.
pietro mmicca tour 35 “Centenario della nascita di Guido Amoretti”.
pietro mmicca tour 36 La cascina Brusà ed il generale Marsin”.
pietro mmicca tour 37 “La chiesa di Madonna di Campagna”.
pietro mmicca tour 38 “La cascina Scaravella”.
pietro mmicca tour 39 “Il Parco vecchio”.
pietro mmicca tour 40 “Cascine Airale, Brunero e Gioia.
Nel 2020 per il sessantesimo del Museo Pietro Micca.
Museo diffuso di Pietro Micca ( e Carla Amoretti.
Il Museo del centenario.
Nel 2022 per il 450 del Pastiss (bozza di 6 filmati per il progetto Vadus).
Pr. Vadus -cittadella e Pastiss nascita
Pr. Vadus- struttura interna Pastiss – controguardie – gallerie capitali
Pr. Vadus- quadri
Pr. Vadus- abbandono 800-rifugi antiaerei-scoperta
Pr. Vadus–recupero
BIBLIOTECA VIRTUALE:
Dopo la morte del padre nel 2008, ha collezionato circa 6000 libri elettronici legati alla storia del 500, 600, 700, con particolare attenzione all’arte militare e fortificatoria, storia di Francia, del Ducato di Savoia.
ASSOCIAZIONE ARCHIVIO AMORETTI
Dopo aver curato per conto della Famiglia Amoretti, l’eredita culturale e spirituale del padre e aver redatto l’inventario del patrimonio (libri, documenti, studi, carte, emeroteca specifica, foto, musiche, filmati) da lui raccolto o prodotto in oltre cinquant’anni di attività legati alla storia della nostra città, il 18 giugno 2018 ha fondato l’Associazione Archivio Amoretti. di cui è Presidente.
Nel 2022 è stata rieletta per un secondo mandato.
Nel 2024 si è concluso l’iter per portare la parte documentale dell’Archivio Amoretti all’Archivio di Stato di Torino.
Diffonde nelle scuole o presso enti che lo richiedano percorsi multimediali sull’esperienza di vita dello storico, del soldato, dell’uomo che fu Guido Amoretti.
HISTORIA LUDENS
Ha creato giochi dell’oca storici ispirati a giochi del 1695-97.
Il monte di Torino.
Plenipotenziari al trattato di Utrecht.
Cittadella di Torino.
Nel 2022 ha organizzato per il Museo Pietro Micca 4 giochi dell’oca storici coinvolgendo la popolazione di Torino durante la rievocazione della Battaglia organizzata l’11 settembre 2022.
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