
Di Alessandro Mella
Cernobbio si affaccia sul Lago di Como specchiandosi nelle sue acque incantevoli con le sue ville storiche celebri in tutto il mondo. Meta di turisti e villeggianti da sempre, la città non ha mancato nel tempo di celebrare le sue glorie antiche ed i fasti di cui ha titolo per essere orgogliosa.
Giungendo sul breve, ma splendido lungolago si incontra, arrivando dal borgo e proprio davanti all’imbarcadero, prima di tutto il grande ed imponente monumento ai caduti inaugurato in piazza Risorgimento il 18 marzo 1923.
In occasione del centenario si tenne un convegno per rievocare la genesi dell’opera attraverso la relazione della professoressa Irene Fossati, la quale ebbe modo di parlare del comitato che, alla guida del cav. Davide Bernasconi, si occupò dell’edificazione del monumento.

Il complesso monumentale, opera di Angelo Galli, è davvero di notevoli dimensioni ed assolutamente degno di una grande cittadina. L’allegoria mostra cinque figure, per lo più nude a sottolinearne vigore ed energie, attorno alla bandiera della Patria. Ai piedi del vessillo si nota un soldato con l’elmetto Adrian, icona della Grande Guerra, dietro il quale si scorgono altre figure.
Due, in particolare, attirano l’attenzione cioè quella che a colpi di squilli di tromba chiama a raccolta e quella che, poco sotto, aspetta fiduciosa di spezzare le catene del servaggio nemico. Un richiamo forte che riporta alla memoria del Risorgimento rievocato anche nella scelta del 18 marzo per l’inaugurazione. Avvenuta nel pieno degli anni Venti quando, dopo la traslazione del Milite Ignoto a Roma nel 1921, la maggior parte delle amministrazioni comunali italiane realizzò opere per i propri caduti.
Un’altra figura, con elmo antico richiamante la romanità, cinge la bandiera stessa. Sul basamento spiccano serti d’alloro, la dedica ed i nomi dei combattenti periti e rievocati dall’insieme.

Proseguendo lungo il viale, per circa 75 metri, a lato della bella porzione alberata, si raggiunge un altro piccolo, ma non meno epico monumento.

Si tratta di quello dedicato a Giuseppe Garibaldi, opera del comasco Pietro Clerici, inaugurato il 20 settembre 1907. Date non casuali, nel 1907 ricorreva il centenario di nascita dell’eroe nizzardo ed il 20 settembre era considerata un’importante ricorrenza dal tempo dei fatti gloriosi di Porta Pia.
Il monumento oltre ad elencare i nomi dei caduti nelle guerre d’indipendenza ricordava anche i veterani viventi, cosa assai inconsueta, ma molto lodevole. In capo alla colonna, spiccava la rappresentazione dell’Italia seguita da un’effige in bronzo di Garibaldi.

Sui lati due corone di serti d’allora sempre in bronzo così come la targa integrativa per i caduti della Prima Guerra Mondiale collocata prima dell’inaugurazione dell’altro monumento. Tra l’altro vi si legge: IL C.S. SAVOIA PERPETUA NEL BRONZO GLI EROICI SOCI MORTI PER RIVENDICARE I TERMINI SACRI CHE NATURA POSE A CONFINE DELLA PATRIA 24-5-1915 3-11-1918.
Il monumento è semplice, ma spartano e con un suo fascino davvero speciale. Sulla parte frontale della colonna si legge: XX SETTEMBRE 1907- NEL I CENTENARIO DELLA NASCITA DI GIUSEPPE GARIBALDI – I CITTADINI DI CERNOBBIO CADUTI E SUPERSTITI DELL’INDIPENDENZA – IL POPOLO DI CERNOBBIO. Sui due lati, in verticale, l’elenco dei caduti risorgimentali.

Proseguendo per una ventina di metri si raggiunge la fontana realizzata dal vicentino Piero Morseletto nel 1937.
Oltre alle ville storiche, dunque, Cernobbio rivela alcune opere veramente meritevoli di visita avendo, tra l’altro, il valore aggiunto di trovarsi nel cuore di una breve, ma affascinante passeggiata.
Alessandro Mella