Di Alessandro Mella
Dopo il drammatico armistizio dell’8 settembre 1943 e con la proclamazione della Repubblica Sociale Italiana il nostro paese non si spaccò solo territorialmente ma anche nell’animo e nello spirito.
Ci furono giovani, capaci di liberarsi di anni di assordante propaganda, che scelsero di combattere con la Resistenza per la libertà ed altri che decisero, invece, di continuare la guerra a fianco dei tedeschi e nell’esercito repubblicano di Mussolini e Graziani.
Furono molti e la loro storia non si può ignorare e nemmeno ridurre la loro memoria a quella di comparse indefinite e vaghe. Ci furono e parlarne aiuta a capire i fatti soprattutto se si fa riferimento a tempi difficili come quelli.
Albino Guglielminotti fu uno di questi giovani e nacque il 10 novembre 1926, figlio di Germino, a Villarfocchiardo nel torinese. Figlio di un’epoca in cui ragazzi e ragazze venivano formati secondo gli schemi imposti e dettati dal regime.
Di fronte a quei cambiamenti epocali della tarda estate 1943, Albino decise di arruolarsi, bersagliere, nell’esercito della Repubblica Sociale Italiana. Con le fiamme cremisi al bavero fu destinato ai baraccamenti del presidio militare di Lombardore ove sorgeva una parte distaccata del celeberrimo Campo di San Maurizio. Qui erano presenti depositi di munizioni ed armamenti in misura tale da rendere necessario proteggerli dal momento che quei materiali facevano gola anche ai partigiani che, specialmente di munizioni, avevano sempre bisogno.
Un primo episodio bellico si ebbe nella giornata del 21 marzo 1944 quando i “ribelli” tentarono una sortita:
Il 21 corrente, alle ore 22,30 circa, in Lombardore, un gruppo di ribelli armati, giunti su tre autocarri, assalirono il locale deposito di munizioni, presidiato dalla G.N.R. I militi risposero prontamente al fuoco dei ribelli, i quali, dopo un’ora di combattimento, furono costretti a desistere dal loro intento e si allontanarono in direzione di Feletto Canavese (…). Il giorno seguente, alle ore 5,30, sempre nello stesso deposito munizioni, vennero lanciate due bombe a mano che ferirono leggermente il milite della G.N.R. (Omissis), in servizio di sentinella. (1)
Un paio di giorni dopo accadde un altro fatto. Verso le 19.30, all’altezza del bivio per Rivarossa, stava passando un drappello misto di militari repubblicani di ritorno dal centro di Lombardore ove avevano acquistato alcuni alimenti. I baraccamenti, infatti, sorgevano e sorgono oggidì fuori dal borgo. Si trattava, comunque, di un milite della guardia, otto bersaglieri, due poliziotti e quattro carabinieri. (2) Fu in questo frangente che i partigiani tesero un agguato al gruppo e ne nacque una scaramuccia. Nel combattimento vi furono, purtroppo, morti e feriti:
Il Comando Compagnia Carabinieri Torino Esterna 2 con foglio 24 andante segnala: “23 corrente Ore 19,30 milite scelto Conte Mauro con otto bersaglieri, due agenti di P.S. e quattro carabinieri tutti addetti vigilanza deposito munizioni Lombardore (Torino) al ritorno dal comune di Lombardore ove eransi recati per acquisto viveri, giunti al bivio Rivarossa, vennero fatti segno di fitto fuoco fucileria et armi automatiche da numeroso gruppo di ribelli che ferivano gravemente bersagliere Bonnardo Vincenzo, Guglielminotti Albino e sergente Purtrobono Osvaldo appartenenti plotone Comando del 31° Btg. del 4° Reggimento Bersaglieri Torino.
Militari rimasti illesi risposero subito intenso fuoco et affermano aver visto cadere tre ribelli. Per forte superiorità numerica et armamento furono poi costretti allontanarsi per non essere sopraffatti. Successivamente forti nuclei ribelli tentarono avvicinarsi deposito munizioni Lombardore scopo assalirlo ma non attuarono proposito per fermo contegno militari addetti difesa che aprirono intenso fuoco prima che essi si avvicinassero. Militari feriti vennero trasportati Ospedale Militare Torino ma Bonnardo decedette dopo tre ore et altri due versano in gravi condizioni. IL CAPO DELLA PROVINCIA ZERBINO (3)
In effetti il nostro Albino, tra i colpiti dalla gragnuola di proiettili, perì pochi giorni dopo all’Ospedale Militare. Venne a mancare il 25 marzo 1944. (4)
Oggi il giovane Albino riposa in un piccolo cimitero di provincia. In una celletta senza fiori, dimenticato, come spesso capita con quei “morti dalla parte sbagliata” che, tuttavia, come tutti i defunti meriterebbero la pietà dei vivi. Od almeno la memoria, nella speranza che tempi oscuri come quelli che travolsero queste vite non si ripetano mai più.
Alessandro Mella
NOTE
1) Notiziario della Guardia Nazionale Repubblicana del 28 marzo 1944.
2) Tosca, Michele, I ribelli siamo noi, Tomo I, Collegno, 2019, p. 234.
3) Informativa della Prefettura di Torino, Divisione P.S., Protocollo 04513, 1 aprile 1944.
4) La Stampa, 86, Anno LXXVIII, 26 marzo 1944, p. 2.
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