L’ignoranza della prigionia genera l’illusione della libertà.
Nessun uomo è libero! Neanche il più ricco e potente! Anzi più ricco e potente è, più ha molto da perdere. Certo non è meglio essere poveri e nullatenenti; neppure chi sta nel mezzo si salva! E allora?
Prima di chiuderci in un pessimismo difensivo o buttarci in un ottimismo sconclusionato, prendiamoci qualche istante per leggere quanto segue. Se poi abbiamo ancora voglia di proseguire allora ne riparliamo.
L’essere umano non vive di energia propria e la sua esistenza è subordinata ad uno scopo anche se non ci crede, lo ignora o se lo inventa. Come ogni cosa non esiste a caso, anche l’essere umano ha una ragione d’essere. E, come tutto, ha una origine. Da come si sviluppano le relazioni tra la sua origine, lo scopo per cui esiste e quello che è e che fa, derivano i risultati che possiamo constatare.
Per prima cosa occorre considerare che per espletare le sue mansioni gli è stato concesso un certo grado di libertà e che questa concessione comporta almeno un effetto collaterale. Infatti non essendo ancora in grado di controllare coscientemente tutte le sue funzioni vitali, è stato dotato di un programma di default automatico che le gestisce provvisoriamente fino a quando egli avrà conseguito una completa autonomia al riguardo.
E perché possa sviluppare completamente la sua autonomia, come avviene tra genitori e figli, occorre che si distacchi da ciò che lo ha originato. È necessario che si tagli il cordone ombelicale con l’impulso originale della sua esistenza.
Quando egli perde il contatto con l’impulso originale, subentra, in sostituzione, l’impulso primario di questa vita biologica, che è l’impossibile tentativo di risposta sistemica alla privazione subita, da cui si genera la PAURA DI MORIRE.
Per controbilanciare la paura di morire nasce un generico DESIDERIO DI SOPRAVVIVENZA i cui aspetti specifici indotti nel comportamento sono:
- desiderio di preservare con ogni mezzo la propria vita
- desiderio di possedere per sé i beni della terra
- desiderio di dominare gli altri
Tali desideri si esprimono in LIBIDO, ovvero nell’espressione dinamica dell’energia psichica sessuale o psichica in generale che si identifica in:
- libido amandi o EROS, impulso che ci spinge a evitare la fatica e vivere unicamente in funzione di ciò che ci provoca piacere
- libido possidendi o POSSESSO, impulso che ci spinge a volere tutto per noi immediatamente
- libido dominandi o DOMINIO, impulso che ci spinge a ricercare la gloria e l’affermazione di sé a spese degli altri, a dominarli.
Le interazioni di tali impulsi nei rapporti con il cibo, il corpo e la sessualità, le cose, gli altri, il tempo e lo spazio, il fare e il divino, determinano gli aspetti caratteriali che si trasformano in ABITUDINI e successivamente in ogni tipo di DISORDINI e MALATTIE …
…che altro non sono se non molteplici varianti dell’unica malattia che affligge l’entità umana: essere separata dalla sua Origine.
In un precedente articolo abbiamo evidenziato come ciò che chiamiamo malattia possa avere un significato diverso da quello abitualmente condiviso. Lo stato di sofferenza percepito è dovuto alla resistenza opposta dal sistema ai cambiamenti richiesti dalla vita per potersi esprimere attraverso l’essere umano.
La resistenza è prodotta dall’ignoranza di questa necessità vitale. L’ignoranza è un artificio funzionale temporaneo che scompare attraverso un processo di cambiamento fondamentale, basato sulla conoscenza interiore e l’intelligenza di cui ogni essere umano è stato dotato potenzialmente per sostituirsi alla sua direzione generale. Così anche il programma automatico, liberato da impegni non di sua competenza, riprenderà a svolgere correttamente solo i propri compiti, ovvero gestire le funzioni metaboliche basali.
Quando le funzioni sistemiche tornano ad essere gestite coerentemente dagli organi preposti, ogni trasformazione avviene senza ostacoli e resistenza.
Cessata la resistenza, cessa la sofferenza;
cessata la sofferenza, cessa la schiavitù;
cessata la schiavitù … riconquistata la libertà!
Il primo passo per riconquistare la libertà è ammettere di essere prigionieri!
Schema e testo
Pietro Cartella
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