
Civico20News intervista la dottoressa Giuliana Tognarelli
Quest’anno le attività organizzate in Piemonte e Valle d’Aosta dalle sezioni interregionali della Fondazione Italiana del Rene e della Società Italiana di Nefrologia, in stretto contatto e collaborazione con le Unità nefrologiche hanno superato ogni aspettativa. Il consuntivo seppur ancora non definitivo è eloquente:227 iniziative consistenti in Porte aperte in Nefrologia, informativa sulle nefropatie negli ospedali e altri luoghi pubblici (piazze, scuole, Farmacie, Ordine dei Medici e dei Farmacisti di Torino, ecc.).
La GMR coinvolge sempre di più la società civile, nel programma sono stati inserite anche la presentazione di un libro, mostra fotografica, concerto, interviste di nefrologi, amministratori pubblici e pazienti.
Oltre al supporto delle sezioni territoriali della Croce Rossa Italiana, Sian, e ANED un noto gruppo di pianificatori ha aderito alla campagna per una particolare linea di panificazione che risponda maggiormente alla necessità delle persone con un danno renale
Nella serata del 12 marzo, con il logo della FIR è stata illuminata a Torino la Mole Antonelliana e a Biella il Battistero e la Chiesa della S.Trinità.
La presenza ormai ventennale della Fondazione Italiana del Rene in Piemonte mette costantemente in risalto il continuo rapporto tra le attività sanitarie, le aspettative del paziente e l’aggiornato messaggio volto a riflettere sui comportamenti di vita, finalizzati alla prevenzione delle nefropatie.
Il 13 marzo a Chivasso si è svolto Il convegno interregionale ampiamente presentato nel corso dell’articolo pubblicato su Civico20News, l’11 marzo scorso, con il saluto della Regione Piemonte, autorità, della dottoressa Franca Giacchino, presidente Fir Piemonte e Valle d’Aosta, del dottor Stefano Maffei Presidente SIN Piemonte e Valle d’Aosta, dell’Ordine dei Medici di Torino e di Paolo Nenci, Segretario generale Aned.
L’incontro è entrato nel vivo, con la focalizzazione delle problematiche insite nella prevenzione delle nefropatie e i successi del Piemonte quale regione leader nazionale dei trapianti di Rene. Presenti al dibattito il prof. Giuseppe Segoloni, il prof Luigi Biancone e i nefrologi del Piemonte, portatori di esperienze e proposte volte al miglioramento di aspetti ancor critici per la vita dei nefropatici.
Tra le altre iniziative della Giornata Mondiale del Rene, nel corso della serata di giovedì 13 a Cavour, con gli auspici del Comune si è tenuto un incontro promosso dall’ASD Atletica Cavour e dall’Unità Nefrologica dell’ASL TO3, una delle più estese ed attive del Piemonte su “Rene e Sport” finalizzato al richiamo ai corretti stili di vita nella prevenzione della malattia renale cronica.
E’ seguita venerdì 14 nel parco di Collegno la camminata collettiva e un successivo confronto tra nefrologi, dietisti e medici dello Sport, per illustrare con ampi dettagli l’importanza dell’adozione di corretti stili di vita per i pazienti affetti da malattia renale cronica e per tutti i cittadini che privilegino la prevenzione per ridurre o scongiurare l’accesso alle cure, con la fattiva collaborazione della Fondazione Italiana del Rene (sezione interregionale Piemonte e valle d’Aosta) e della Società Italiana di Nefrologia.
In proposito chiediamo alla dottoressa Giuliana Tognarelli, Direttore S.C. della Nefrologia e Dialisi come si presenta la situazione delle nefropatie all’ASL TO3.
Dottoressa Tognarelli, quanti sono i pazienti in dialisi nelle sedi ospedaliere di sua competenza:
“L’ASLTO3 rappresenta una delle ASL più grandi in Piemonte con un’utenza di circa 600.000 abitanti. In questo contesto i pazienti sottoposti a trattamento dialitico sostitutivo sono circa 330. La maggior parte di questi pazienti viene sottoposta a dialisi in ambito ospedaliero (sedi di Rivoli e Pinerolo) poiché l’età media di questa popolazione è in progressiva crescita così come le plurime comorbidità da cui sono affetti, rispecchiando i dati e l’andamento della popolazione generale. Questi fattori in associazione alla carenza di caregiver rendono sempre più difficoltoso l’avvio dei pazienti affetti da malattia renale cronica terminale a metodiche di trattamento sostitutivo renale domiciliari quali la dialisi peritoneale o l’emodialisi domiciliare, metodiche che permettono una migliore qualità di vita dei pazienti, permettendo di de-ospedalizzarli e riducendo i costi di gestione della dialisi. Proprio nell’ottica di cercare di incrementare questi trattamenti domiciliari stiamo cercando di sviluppare presso le nostre sedi la “telemedicina” (televisiva, teleassistenza, telemonitoraggio) che permette di seguire il paziente al proprio domicilio aumentando potenzialmente il numero di pazienti avviati a questa metodica, riduce il numero di telefonate e di visite in Centro non programmate, migliora la qualità di vita dei pazienti e fornisce loro una percezione di miglior assistenza e sicurezza, riducendo anche i costi”
Quanti pazienti portatori di trapianto di rene sono seguiti presso i suoi Centri?
”Presso gli Ambulatori post-trapianto dei presidi Ospedalieri di Rivoli e Pinerolo sono seguiti più di 270 pazienti portatori di trapianto renale. Bisogna ricordare che il trapianto renale è il miglior trattamento sostitutivo che noi possiamo offrire ai nostri pazienti sia in termini di qualità che di quantità di vita. I pazienti affetti da malattia renale cronica terminale possono essere inseriti in lista d’attesa per trapianto renale anche prima dell’inizio della dialisi (quando la funzione renale risulta essere molto ridotta, parliamo di pazienti con filtrato glomerulare inferiore a 15 ml/min – trapianto pre-emptive) e si può essere inseriti in lista trapianto sino all’età di 80 anni se le condizioni cliniche lo permettono. Infatti, purtroppo non tutti i pazienti affetti da insufficienza renale cronica terminale in dialisi sono idonei al trapianto, si stima però che circa il 25 – 30% della popolazione dialitica potrebbe beneficiare di un trapianto. Ricordiamo inoltre il trapianto renale da donatore vivente, opzione ancora poco sviluppata, presso la nostra Regione ed in Italia (6.3 donatori per milione di popolazione) probabilmente per carenza di informazione, rispetto ad altre Nazioni quali i Paesi Scandinavi o la Spagna o l’Olanda che detiene il primato (29,3 trapianti renali da donatore vivente per milioni di abitanti). Pertanto, speriamo che il numero di pazienti trapiantati seguiti presso i nostri centri sia destinato ad un continuo incremento e che arrivi a superare il numero di pazienti in dialisi”.
Com’è svolta ed organizzata l’attività di prevenzione?
“Penso che questo sia il nodo cruciale ed il punto più difficile da sviluppare. La prevenzione necessita di una azione congiunta su diversi fronti:
1) informazione e formazione della popolazione affinchè comprenda l’importanza della dieta, dell’attività fisica e dell’adozione di corretti stili di vita come si parla da anni durante le campagne della Giornata Mondiale del rene, al fine di prevenire l’insorgenza di malattie quali il diabete mellito, l’ipertensione, le cardiopatie, l’obesità che inevitabilmente conducono ad un danno renale cronico progressivo;
2) coinvolgimento dei medici di medicina generale in modo tale che promuovano questi stili di vita, cooperino strettamente con gli specialisti (diabetologi, cardiologi, nefrologi) per poter avviare percorsi di cura adeguati il prima possibile;
3) coinvolgimento delle istituzioni perché si facciano partecipi nella diffusione delle informative sull’adozione dei corretti stili di vita stressandone l’importanza.
Riguardo alla prevenzione, presso l’ASLTO3 quest’anno è stato accreditato un corso che ha come obiettivo la formazione di operatori volontari e successivamente il coinvolgimento di pazienti per promuovere l’attività fisica per tutti, vista non come attività in palestra, ma come semplici “camminate”, poiché è stato scientificamente documentato che anche l’attività fisica non strutturata è utile nel ridurre l’insorgenza di comorbidità e la mortalità”.
Grazie dottoressa Tognarelli.