
Di Alessandro Mella
Qualche mese fa abbiamo provato ad esplorare un museo torinese di apertura piuttosto recente, almeno se paragonato alla storicità consolidata della maggior parte delle aree espositive sabaude.
Il Museo Lavazza aprì nel 2018 nella “Nuvola Lavazza” di via Bologna su progetto di Ralph Appelbaum:
Torino, apre il Museo Lavazza: la “guida” è una tazzina interattiva. Dalla cambiale di 50 lire del 1885 firmata da Luigi Lavazza al caffè bevuto in orbita grazie alla prima macchina espresso a capsule progettata per lo spazio. Un viaggio in oltre 120 anni di storia, guidati da una speciale tazzina interattiva: la Lavazza Cup, consegnata all’ingresso del museo, che permette di attivare installazioni e contenuti multimediali e di memorizzare il percorso del visitatore.
È il Museo Lavazza, che apre al pubblico nella Nuvola, nuova sede dell’azienda inaugurata lo scorso aprile. Il percorso attraversa cinque gallerie: “Casa Lavazza”, con l’album di famiglia e le immagini d’archivio, “La Fabbrica” sulla produzione del caffè, “La Piazza” che celebra il rito del caffè, “L’Atelier” che ricorda uno studio fotografico con i mitici Caballero e Carmencita e il Paradiso della pubblicità, e “L’Universo”, spazio onirico dove il visitatore si immerge in un’esperienza multimediale a 360 gradi.

Il percorso si conclude con la degustazione di una ricetta speciale di coffee design. Infine, lo store, con i gadget che raccontano le icone della dell’azienda. Ricco l’impianto multimediale con testi della Scuola Holden e supervisione di Alessandro Baricco. “E’ un museo flessibile, con molti livelli di lettura, intrattenimento e tecnologia – ha spiegato il vicepresidente dell’azienda, Giuseppe Lavazza – ci sono le pubblicità storiche dell’azienda che hanno caratterizzato la nostra infanzia, c’è una parte didattica e un percorso interattivo. È un museo, insomma, aperto a tutti. Un museo divertente, ma con tanti ricordi, un luogo che racchiude molti aspetti, l’educazione, la scienza, il design e la tecnologia”.
(https://torino.repubblica.it/cronaca/2018/06/08/news/torino_apre_il_museo_lavazza_la_guida_e_una_tazzina_interattiva-198482535/ Consultato il 12 gennaio 2023).
Il percorso, che intreccia l’esposizione secondo gli schemi classici con la multimedialità, ripercorre la filiera del caffè, la sua storia in Italia e quella imprenditoriale della Lavazza fin dagli albori dell’azienda.

Alla biglietteria, sita in un grazioso bookshop ricco di pubblicazioni ed oggettistica a tema, è possibile fare i biglietti e ricevere una “tazzina” interattiva utile ad attivare le postazioni media.
Fatti i biglietti, proseguendo nell’atrio, si raggiungono i due automezzi anni ‘50 che, come due simpatiche sentinelle, introducono nel museo disposto su due piani.
La prima area tematica riguarda appunto la lunga storia della famiglia la Lavazza, dell’evoluzione e della crescita del marchio nel tempo. Il tutto attraverso documenti e cimeli di grande interesse. Segue poi la filiera del caffè con aromi, gusto e profumi ripercorrendo come nasce questo prezioso compagno della nostra quotidianità. Dalle piantagioni in Africa ed America Latina fino alle varie fasi di lavorazione e poi di distribuzione e consumazione.

Proseguendo si scoprono le antiche macchine per il caffè a partire dai primi esperimenti, al tempo della grande Esposizione di Torino del 1884, proseguendo nel dopoguerra fino alle macchine in uso in ambito spaziale:
MUSEO LA MACCHINA FU INVENTATA DA ANGELO MORIONDO. Il primo espresso da Piovà al Museo Lavazza. Nel nuovo Museo Lavazza, inaugurato qualche settimana fa nel complesso della Nuvola, in Borgo Aurora a Torino, è esposta la fedele riproduzione, opera di Dino Favaro, della prima macchina per il caffè espresso, progetta da Angelo Moriondo nel 1884, esposta in anteprima nella mostra sui Moriondo (famiglia di imprenditori e artisti con legami piovatesi) in occasione della recente fiera della menta. Un posto d’onore, dunque, per una macchina che ha cambiato il modo di prendere il caffè in tutto il mondo. (La Nuova Provincia di Asti, 50, Anno LXV, 29 giugno 2018, p. 9).

Salendo al primo piano si entra nel mondo delle pubblicità con isole dedicate al Carosello ed ai più celebri spot televisivi della Lavazza. Ma la curiosità di queste microaree è che le stesse possono permettere ai visitatori di farsi fotografare, dalle stesse macchine digitali fisse ivi piazzate, con le scenografie ed i personaggi degli spot. Salvando le stesse immagini nella “tazzina digitale” è poi possibile farsele inviare via mail, all’uscita, con un servizio automatico di facile impiego.

Veduta interna del museo.(Foto K. Giacobino) – Antiche locandine pubblicitarie Lavazza.
Arrivando alla fine della visita si incontra un’area “bar” che, grazie a personale preparatissimo e cortesissimo, permette di fare un assaggio di caffè secondo i propri gusti e preferenze. Dall’espresso agli specialty e monorigine per i palati più fini e raffinati.
L’aspetto davvero interessante di questo piacevolissimo museo, dunque, è la capacità di coinvolgere ed appassionare i visitatori attraverso un’interazione continua, ma che non trasforma il museo in un banale parco tematico proprio perché coniugante l’esposizione museale in senso classico con le moderne tecnologie in un intreccio efficace. Dunque, non si può che raccomandarne la visita a tutti e tutte!
Alessandro Mella
www.lavazza.it/it/museo-lavazza.html
Via Bologna 32A, 10152 Torino (TO) – +39 0112179621
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