Léo Kpodzro, con i suoi personaggi astratti segna l’inizio di una nuova e affascinante avventura artistica di Vittoria di Savoia.
Nel cuore della Costa Azzurra, nel piccolo paese di Théoule-sur-Mer, sulla baia di Cannes, la Principessa Vittoria di Savoia esordisce in una nuova e affascinante avventura artistica.
Sabato 7 settembre segna l’esordio della sua prima esposizione come curatrice. Attenta ad ogni particolare, ha scelto un’ambiente di sogno, cioè Maison Bulle, per la sua originalità.
Qui, l’affascinante Principessa di casa Savoia dà inizio, in collaborazione con l’artista Léo Kpodzro a questo progetto, a cui tiene profondamente, e le offre un’opportunità unica per mettere in luce artisti emergenti.
Progettato dall’architetto ungherese Antti Lovag, costruito tra il 1975 e il 1984, il Palais Bulles, anche conosciuto come Maison Bulle è stato per anni la residenza estiva del designer Pierre Cardin, che l’ha acquistata nel 1990.
La struttura, di stampo futuristico, dalle linee arrotondate e dai colori caldi è stata volutamente progettata affinchè non vi siano angoli e spigoli. Il principio che ha ispirato l’architetto ungherese è stato quello dell’ autocostruzione: adattare lo spazio disponibile alla morfologia dell’essere umano, seguendo le sue esigenze di vita.
Léo Kpodzro, con i suoi personaggi astratti che raccontano storie precise, ha saputo catturare l’immaginazione della Principessa grazie al suo approccio artistico profondamente umano e unico.
Questa esposizione segna l’inizio di una magnifica avventura artistica che rientra nell’impegno di vita della principessa orientata a seguire nobili ideali.
“Da qualche tempo, questa idea mi appassiona e oggi sono entusiasta di condividerla con voi. In qualità di appassionata d’arte, ritengo essenziale dare visibilità agli artisti emergenti, e questo progetto rappresenta un’opportunità unica per farlo. Spero che sarete in molti a scoprire queste opere eccezionali e a sostenere i talenti della nostra generazione”, ha dichiarato la principessa Vittoria.
“Ho quindi il piacere,” prosegue la principessa, “ di presentarvi la mia prima esposizione, come curatrice, al prestigioso Palais Bulles di Pierre Cardin, in collaborazione con Léo Kpodzro, un artista il cui lavoro mi colpisce particolarmente. I suoi personaggi astratti, pur raccontando storie precise, hanno saputo catturare la mia immaginazione. Il suo approccio artistico, profondamente umano, risuona in me in modo unico.
Di origine franco-togolese, Leo Kpodzro è nato a La Garenne-Colombe (92). Vive a Saint-Ouen fin dall’infanzia.
Fin dalla giovane età, Leo ha mostrato un talento per la pittura. Si è laureato all’IFM nel 2022. Il suo approccio è in via di sviluppo principalmente attorno all’impiego di un linguaggio pittorico che mira ad attuale, associato a caratteristiche anacronistiche e di trans-civiltà.
L’idea di creare ponti tra le principali correnti è già consolidata. Il lavoro di Leo Kpodzro si distingue per gli studi sul corpo umano mescolando ritratti e schizzi morfologici. Inizia una pratica pittorica accademica attraverso l’uso della pittura ad olio, associato ad una visione esigente e unica.
I suoi dipinti, contrassegnati da pennellate quasi intuitive da cui emergono sistematicamente rilievi, rivelano il suo gusto per una visione cruda della pittura.
Secondo l’artista è nell’imprecisione del suo gesto che risiede la vivacità delle sue opere, ed è nella forza dell’esecuzione che emergono le sottigliezze della sua arte.
La sua visione realistica, spesso aspra, della società oggi comporta una profonda messa in discussione del sistema.
Anche se in perfetta sintonia con la storia della pittura classica e espressionista, Leo Kpodzro seppe liberarsi dalla soggettività tirannica e compiacente .
L’artista è attaccato alla percezione quasi immediata che ha del suo ambiente, una certa conoscenza dell’azione su di esso, al fine di trasformarlo e detemporalizzarlo. Un antidoto all’effimero.
I protagonisti disegnati dall’artista si distinguono per l’eterogeneità degli elementi il loro aspetto fisico, elemento costitutivo della sua arte poiché ad essa tende particolarizzarli per rivelare la loro eccentricità e la loro androginia.
Leo Kpodzro è dalla parte dell’amplificazione e dello sproporzionamento di certi caratteristiche morfologiche, che risultano essere uno degli elementi dell’aspetto principale del suo lavoro poiché introducono implicitamente a certa permeabilità tra il mondo reale e la sua immaginazione.
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