Detenuto si toglie la vita: da inizio anno sono 64
Un detenuto si è impiccato nella Casa circondariale di Biella, scrive in una nota Uilpa Polizia penitenziaria sottolineando che il detenuto aveva 55 anni, era di origine albanese, e che a nulla sono valsi i soccorsi. E che, ai 64 detenuti che si sono tolti la vita, bisogna aggiungere i 7 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria.
Ne dà notizia l’agenzia ADN Kronos.
“Nella sostanziale indifferenza del Governo, non si ferma la carneficina nelle carceri del Paese e siamo a un numero di morti assurdo, mai visto in precedenza”, denuncia il segretario generale della UilPa Polizia Penitenziaria Gennarino De Fazio.
Sono gli stessi agenti di polizia penitenziaria, quindi, a denunciare una situazione non più sostenibile e poco conforme ai canoni dello stato di diritto.
Sergio D’Elia, presidente dell’associazione “Nessuno tocchi Caino”, nei giorni scorsi ha rilasciato un’intervista a Fanpage in cui rilevava come il DL carceri non basta.
“In questo contesto pianificare qualsiasi opera non solo di rieducazione e di reinserimento sociale, come prevede il nostro ordinamento penitenziario, non è possibile(….) così come l’obiettivo minimo di proteggere la vita e la salute. Questa situazione rende il carcere un luogo di privazione della libertà, della vita, della salute, del senno, dei sentimenti, dei dei diritti umani fondamentali”.
Ed in merito al piano di assunzioni di agenti di polizia penitenziaria D’Elia aggiunge: “sulla pianta organica prevista degli agenti della polizia penitenziaria ne mancano 18.000. Questo significa che al momento in carcere ci sono 14.000 detenuti in più rispetto al numero legale e 18.000 agenti in meno. Cosa propone Nordio allora? Di assumerne mille, 500 nel 2025 e 500 nel 2026”.
Dati e numeri che ci confermano che il carcere luogo di recupero e reinserimento sociale, così come previsto dalla Costituzione, sia un obiettivo ancora lontano da raggiungere.
Intanto nelle carceri italiane si continua a morire.
Luigi Cabrino
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