
Pecco Bagnaia da Chivasso & Enea Bastianini da Rimini, due cavalieri “Fratelli d’Italia”.
Mentre osservavo la marea rossa di tifosi festanti ed emozionati dall’incredibile weekend motociclistico che ha trasformato la pista del Mugello in un trionfo del made in Italy, mi chiedevo: “ma dove sono finite tutte le castronerie della campagna elettorale? Qui c’è l’Italia unita ed è tutto da imparare!”.
Tra sabato e domenica, al Mugello il tributo della scuderia Ducati factory all’eccellenza italiana non poteva essere migliore. Un augurio sottolineato domenica sui bolidi di Panigale, storicamente rossi, dipinti con l’azzurro mescolato al tricolore. Un ossequio nei confronti della Nazionale di calcio per il prossimo “europeo”, e poi, l’augurio per le prossime olimpiadi di Parigi, e ancora, al fenomeno Sinner, per non parlare dei successi del nuoto e così via: sport azzurro senz’altro vessillo se non il tricolore, nel giorno della festa della Repubblica italiana tutta.
Sabato 1 e domenica 2 giugno 2024, giornate storiche per la Classe Regina… Due motociclette da 300 cavalli azzurre come il cielo di Toscana, domate con maestria da due cavalieri italiani, hanno dato luogo a un recital che sembrava scritto da un neoregista maestro del pathos.
Provincia di Firenze, proprietà della Ferrari, in una terra di bellezze: pronti… Via! Il Mugello, la più bella pista del mondo: 360 km all’ora, la San Donato e altre 14 curve per 5245 m di pura velocità. Una vera meraviglia senza se e senza ma. Le tribune zeppe, tutti uniti ad applaudire gli eroi.
Francesco Bagnaia è partito a razzo fiaccando l’indomabile Jorge Martin e tutti gli avversari. Enea Bastianini si è tolto un sassolino dalla scarpa. Dopo aver ripassato Marc Marquez ha sorpreso Martin all’ultima curva, regalando una doppietta alle Ducati dalla livrea azzurra, proprio sul filo di lana.
Una festa infinita iniziata sabato con la gara sprint, vinta da un Pecco Bagnaia, finalmente senza errori o sgradite interferenze. Un Pecco senza pecche, che il giorno dopo le avrebbe suonate a tutti al ritmo rock dei Kiss, mimati e celebrati a bordo pista dopo la vittoria. Uno spot alla Valentino Rossi che rinnova il mito.
Più di 100.000 tifosi in visibilio per l’eccellenza motoristica italiana costruita un bullone dopo l’altro da tecnici italiani, per essere affidata alle mani dei giovani campioni. Una vittoria dai moltissimi risvolti nel gran premio d’Italia e di San Brembo, un’altra chicca del made in Italy.
Bella storia da vedere: “bella storia che racconterò a mio figlio” ha detto Bagnaia, rispondendo a una simpatica domanda della conduttrice Vera Spadini. La verità in poche parole. L’emozione di “nuvola azzurra” ha perforato il video.
Questo ed altro al Mugello, nel giorno della Repubblica italiana. L’inno cantato a cappella da migliaia di “fratelli d’Italia” tutti uniti in una travolgente, emozionante e compiaciuta festa tricolore. Nessun tafferuglio, nessuna tensione, nessuna carica della polizia, nessuna fazione a bruciare immagini degli avversari, perché astio non c’è, ma solo rispetto in pista e tra gli spalti.
Ed è qui che il pensiero è nato spontaneo: cambiando canale c’è qualcosa che non va in questa Italia delle sette beghe, divisa, aizzata, di colpo contrapposta da ideologie partitiche così distanti da quella unità così palpabile e genuina di italiani in massa a manifestare orgoglio e gioia verso un’unica bandiera.
C’è qualcosa che non va, si sente da tempo, fa del male all’Italia, alla brava gente che ha bisogno di esempi concreti, di elementi emozionanti ed esserne fieri. Divide gli uomini e scalda il sangue una campagna elettorale che alza i toni, fomenta gli animi, rende cattivi e scontenti quegli stessi italiani a far festa dopo lo show andato in onda sulla pista del Mugello.
C’è qualcosa di malvagio che ci viene intrufolato nella mente da delle entità oscure, striscianti, in fondo dispersive e ben poco rappresentative di un’Italia che, se veramente unita, sa creare ben altro.
Ecco perché, mentre la folla acclamava il palco ho pensato: “quattro ducati ai primi quattro posti, una tra loro vincerà il mondiale… Per oggi, festa della Repubblica, direi: Gigi dall’Igna primo ministro, con tutti i ministeri del lavoro affidati allo staff ducati; Guido Meda e Mauro Sanchini ministri degli esteri e della comunicazione; Mattia Pasini ministro dell’istruzione, Francesco Bagnaia Presidente e poi… A due a due finché fa dispari, c’è del buono in ogni dove”.
Che mi scusino i lettori, che poi son pure gli elettori… Cose che mi son passate per la mente in un giorno di festa italiana che avrei desiderato moltiplicare per tutto e per sempre, distribuendola a pioggia su un mondo sempre più affidato a poche mani di vili, crudeli criminali figli di Mefiisto.