Un viaggio nel tempo col libro di Katia Bernacci e Christian Frontino
Si parla e si sente spesso parlare di “Torino romana”, di “Torino barocca” o di “Torino liberty”: molte sono le connotazioni storiche associate al capoluogo piemontese del quale, spesso e volentieri, si trascurano i mille anni successivi alla caduta di Roma. In altre parole, non si ricorda quasi mai la “Torino medievale”.
“Torino nel Medioevo”, il recentissimo libro di Katia Bernacci e Christian Frontino (Yume, 2023, € 18,00) si propone, quindi, di tornare indietro nel tempo per cercare di far luce su quella parte di storia torinese a tratti dimenticata, in modo da riscoprirne sia l’archeologia e l’architettura, sia l’arte, ma anche la cucina, il divertimento, la medicina, i viaggi e la moda.
Una impostazione sicuramente inusuale e non accademica, voluta dai due autori, Katia Bernacci, ricercatrice indipendente e scrittrice, che da dieci anni lavora nel campo dell’editoria e Christian Frontino, laureato in lingue, autore di saggi, che da alcuni anni lavora in editoria occupandosi di collane di storia e cultura.
“Torino nel Medioevo” si apre con una Introduzione a carattere storico che in una trentina di pagine illustra quella che viene definita “Una storia trascurata” ovvero quello che effettivamente fu Torino tra il V e il XV secolo. Accattivanti i titoli dei vari capitoletti: “Alto Medioevo. Quel che fu dopo l’Impero romano”, “E vennero le lunghe barbe”, “Dal tramonto longobardo al tramonto del Millennio”, “Basso Medioevo. Dal 1000 a Barbarossa, passando per Adelaide di Susa”, “Bruciata Milano vi avviamo verso i Savoia” e “Il cammino in direzione dell’età moderna”. L’esposizione discorsiva, che si avvale anche di alcuni box di approfondimento, riesce a conseguire il non facile proposito di chiarire al lettore i fatti salienti avvenuti a Torino nei mille anni successivi alla caduta di Roma ricordati in apertura.
Emerge la storia molto antica della nostra città, situata in prossimità di strade di fondamentale importanza come la via Francigena, che ha assistito nel tempo al passaggio di uomini e merci, subendo incursioni e assedi da diversi popoli, per poi fiorire con il Ducato Longobardo, la Marca Arduinica e i Savoia.
Troviamo poi i capitoli che analizzano grandi filoni di studio, in primo luogo l’Architettura.
Rimaneggiata e ricostruita nei secoli, la bella Torino barocca non ha mantenuto molte vestigia di quell’epoca, ma le pietre parlano al lettore curioso, raccontando le storie della città di allora e delle persone che vi hanno abitato.
Sono infatti considerate le tracce più o meno evidenti di un passato che fu, la città nel Medioevo, le chiese perdute, i resti del sacro medievale, palazzi e dimore rappresentanti dell’epoca, Palazzo Madama che rappresenta il testimone del cambiamento per concludere con Torino fuori le mura.
Seguono i capitoli dedicati all’Arte, alla Medicina, alla Cucina, alla Moda, al Tempo Libero e ai Viaggi. Alcune tematiche possono apparire inusuali, ma seguono il filo conduttore dell’analisi della vita medievale torinese, in modo da avvicinare l’uomo moderno agli antenati concittadini, oggi così poco noti: nozioni che vengono proposte con linguaggio discorsivo, supportato oltre che dai box di approfondimento, da un ricco apparato iconografico spesso a colori.
Non manca una corposa bibliografia e, anche se “Torino nel Medioevo” non si propone certo una esaustiva trattazione dell’argomento, con il libro di Katia Bernacci e Christian Frontino il lettore può compiere un viaggio nel tempo, in modo da conoscere o approfondire aspetti meno noti di quelli che in passato erano detti i “secoli bui”, mentre – come si legge nella conclusione del volume – «Ormai è stato dimostrato che il Medioevo non è stato quel periodo cupo che ci hanno presentato a scuola: vi sono state innovazioni tecnologiche, dominazioni di popoli diversi che hanno portato la loro cultura, uomini e donne che hanno sognato delle vite migliori o che magari erano contenti di quello che avevano». Gli Autori hanno il merito di aver saputo riproporre il Medioevo torinese in modo documentato, ma attraente e vivace, evitando toni pedanteschi, e ci auguriamo che i lettori, affascinati, siano indotti a successivi approfondimenti.
A questo proposito può essere interessante ricordare che di Torino Medievale si occupa anche il Gruppo Archeologico Torinese (GAT), organizzazione di Volontariato Culturale, nata nel 1983, che rappresenta un importante punto di riferimento per gli studi sulla storia della città, che ha collaborato anche con Katia Bernacci e Christian Frontino.
I volontari del GAT stanno progettando e realizzando un plastico 3D (scala 1:500), il quale ricostruirà l’aspetto medievale della città di Torino, a cavallo fra ‘300 e ‘400. Il completamento dell’ambizioso progetto, intitolato “Mura, strade e carignoni. Torino nel basso medioevo”, che sfocerà in una grande mostra pubblica e gratuita, è previsto per l’autunno del 2025.
Sabato 16 marzo i soci del GAT, direttamente coinvolti nel progetto, hanno illustrato, presso l’Accademia Albertina questa ricostruzione inedita che costituirà un’immersione nella Torino medievale. Torneremo sicuramente sull’argomento.