La pessima gestione del Ministro Lamorgese sta mettendo a dura prova la pazienza dei Vigili del Fuoco.
L’inconcludenza e l’incapacità del Governo Draghi continuano a tener banco nella vita del nostro Paese.
Questa volta le vittime del malgoverno di Mario Draghi e Luciana Lamorgese sono i Vigili del Fuoco che denunciano una situazione di sottorganico più che preoccupante.
Dopo l’incendio che sabato 9 luglio ha colpito la borgata romana di Centocelle a Roma i sindacati di categoria dei Vigili del Fuoco hanno “alzato la voce” perché non si può continuare a spremere il personale come se gli si volesse “succhiare anche l’anima”.
Luca Antonazzo, Segretario del Sindacato CONAPO, interpellato dalla redazione di “Roma Today”, ha dichiarato: “la grave carenza di uomini e mezzi dei vigili del fuoco di Roma sta mettendo a dura prova le possibilità di risposta immediata e adeguata a questi grossi incendi, talmente grossi che a Centocelle sono stati fatti intervenire anche i grossi automezzi dei vigili del fuoco che fanno servizio antincendio negli aeroporti, per cercare di tamponare la gravità della situazione”.
La situazione denunciata da Antonazzo è grave e non è possibile che, a fronte di cotante situazioni d’emergenza, in tutta la provincia di Roma vi siano solo 185 Vigili del Fuoco in servizio. Come dice il Segretario del Sindacato CONAPO “è un organico del tutto insufficiente già in situazioni ordinarie che diventa pericolosamente inadeguato nel periodo estivo, con il surplus degli incendi boschivi che, se non affrontati subito e con tempestività, si espandono velocemente e attaccano le attività limitrofe come accaduto a Centocelle”.
Il Ministero dell’Interno, datore di lavoro dei Vigili del Fuoco, cosa pensa di fare? La super criticata Lamorgese pensa di dar segni di vita o vuole continuare nella sua gestione comatosa del comparto sicurezza?
Luca Antonazzo, preso dallo sconforto chiaramente comprensibile, chiede che “il Ministro dell’Interno Lamorgese intervenga con norme straordinarie di potenziamento degli organici perché è riduttivo pensare che il problema sia solo la mancanza di idranti”.
Se Antonazzo è stato chiaro, ma comunque conciliante, lo stesso non si può dire del Sindacato USB che, in preda alla rabbia di chi non regge più una mole di lavoro insostenibile, ha dichiarato: “sabato l’ennesimo rogo apocalittico nella Capitale. Un altro incendio di sterpaglie che in pochissimo tempo si è fatto strada e da misero ed insulso fuocherello si è guadagnato gli onori della cronaca. Una distruzione potente e tuonante che ha messo nuovamente in ginocchio il Comando di Roma. Una Roma che ormai brucia e continua a bruciare senza sosta! Manca solamente l’imperatore Nerone, che con la sua cetra intoni versi poetici alla Capitale in fiamme. Una situazione imbarazzante che rende impotenti i Vigili del Fuoco in numero inadeguato e ormai stremati da una serie interminabile di eventi che sembrano non avere nessuna pietà”.
A conclusione della nota, il portavoce del Sindacato USB, dice ciò che tutti pensano ossia che “è ora che la politica faccia davvero la sua parte garantendo nuove risorse in termini di uomini e mezzi per il comando, non solo promesse inutili. Per la terza volta nel giro di un mese abbiamo chiesto i rinforzi agli altri Comandi perché non ce la facciamo più con le nostre forze, sempre le stesse, ridotte ormai al lumicino, senza un minimo di rispetto e dignità”.
Da anni i Vigili del Fuoco chiedono ampliamento di organico. Ad oggi se non fosse per i Vigili discontinui e per le migliaia di Vigili Volontari la metà delle chiamate ai Vigili del Fuoco resterebbe inevasa.
Lo Stato deve smettere di contare sul volontariato e sul buon cuore della popolazione ma deve mettersi in testa che le emergenze si affrontano con personale formato e specializzato che, proprio perché tale, va equamente remunerato.
Seguiremo senz’altro questo filone di cronaca dando al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco tutta la visibilità di cui necessita. Il rispetto per i lavoratori, la salubrità dei turni di lavoro e la dignità di chi indossa una divisa per l’altrui bene non possono passare in sordina, non per noi.