L’Ucraina continua ad utilizzare le bombe a grappolo e spinge su nuove e più restrittive sanzioni alla Federazione Russa.
La Federazione Russa di Vladimir Putin non accetta più le intromissioni dell’Occidente nella questione Ucraina e ha deciso – come abbiamo sentito in questi giorni – di far saltare gli accordi sul grano.
Forti le reazioni dei Paesi filo-americani che per bocca del Ministro degli Affari Esteri austriaco, Alexander Schallenberg, hanno detto: “L’Ucraina è uno dei maggiori fornitori del Programma alimentare mondiale dell’ONU. Questa azione cinica della Russia mette in pericolo l’Africa e milioni di persone in tutto il mondo”.
Incredibile con quale ipocrisia si cerchi di mettere in mezzo la povertà africana per giustificare l’intromissione dell’UE, della NATO e degli USA in una questione bellica che riguarda solo e soltanto l’Ucraina e la Federazione Russa.
Il mainstream della geopolitica a senso unico cerca di giocare la carta del pietismo per far passare Putin per un criminale cinico ed insensibile. Non contento – sempre per bocca di Schallenberg – insiste nel dire che la revoca degli accordi sul grano “è uno schiaffo ai Paesi in Africa e in tutto il mondo che hanno bisogno di quel grano”.
Poco dopo, rafforzato da questo intervento dell’Occidente, il Consigliere Presidenziale ucraino, Andry Yermak, ha chiesto che i Paesi alleati inaspriscano ulteriormente le sanzioni alla Russia. Sul suo Canale Telegram ha così motivato la richiesta: “Dobbiamo unirci contro il male. L’economia russa deve essere colpita da dure sanzioni, il suo complesso militare-industriale deve essere limitato nelle sua capacità di produrre armi e l’Ucraina deve ricevere più armi per difendere i suoi cieli e per intraprendere azioni offensive”.
Da un anno e mezzo il mainstream dell’informazione ci dice che l’Ucraina vuole solo difendersi dall’invasore e che mai avrebbe compiuto azioni militari atte ad offendere la controparte. Tutte falsità dal momento che è lo stesso Yermak a dire con chiarezza che l’Ucraina vuole “più armi per intraprendere azioni offensive”.
Ciò è così vero che secondo il “Washington Post”, uno dei giornali americani più autorevoli, “l’Ucraina ha iniziato a usare le munizioni a grappolo fornite dagli Stati Uniti. Sono state impiegate contro posizioni russe di trincea”.
Il Colonnello Oleksandr Bakulin, uomo di punta della controffensiva di Zelensky e Comandante della 57 Brigata, all’emittente americana BBC, ha esplicitato che le bombe a grappolo “erano necessarie per infliggere il massimo danno alla fanteria nemica”.
Detto questo la Russia non poteva far finta di nulla e permettere al Paese “burattino” di Joe Biden di fare il bello e il cattivo tempo.
I membri russi presenti al Centro di Coordinamento Congiunto di Istanbul hanno lasciato il tavolo delle trattative. Il Ministero della Difesa turco fa sapere al canale “TRT” che si aspetta “l’accordo sul grano venga ripristinato”. Perché ciò accada “le agenzie competenti manterranno i contatti con tutte le parti coinvolte. Funzionari del ministero hanno anche sottolineato che Ankara non vede alternative al corridoio del grano”.
Torneremo senz’altro a trattare la questione nella speranza che la diplomazia faccia il suo corso e la si smetta di gettare benzina sul fuoco. La pace non si ottiene con le bombe a grappolo ma con il dialogo ragionevole e ragionato.