Di Alessandro Mella
Passeggiando nei dintorni del Lago Maggiore, tra i piccoli comuni del varesotto, ci si può imbattere in numerose reminiscenze del passato del territorio. A Velate, in particolare, sorge un’antica torre medievale sorta nell’XI secolo su di un terreno già oggetto di insediamenti di epoca romana.
Presenza testimoniata da diversi remoti ritrovamenti di sepolture, armi e monete di epoca imperiale avvenuti a poca distanza. (1)
Degni di particolare menzione furono una moneta dell’imperatore Claudio ed un’ascia sepolta nei pressi a circa quattro metri di profondità. (2)
Ovviamente altri insediamenti sorsero in epoca successiva attorno alla fortificazione e di questi s’è rinvenuta traccia. Nel tempo vi è stato chi ha ritenuto la torre più datata ed attribuibile addirittura al periodo romano tardo imperiale.
La struttura medievale fu parte di una serie di strutture difensive, il Limes Prealpino, poste in prossimità del lago con lo scopo di controllare le varie vie di comunicazione e di accesso al lago stesso, ai passi alpestri ed alle pianure. (3)Aree grandemente frequentate perché importanti per i commerci del tempo.
L’edificio, con pianta quadrangolare ed un’altezza di 33 metri su cinque piani fuori terra (altre fonti come L’Illustrazione Italiana lo stimarono invece di 25 metri), è fu devastato e mutilato nel XII secolo. Presenta, infatti, solo due pareti di cui una parzialmente danneggiata.
Notevoli, infatti, furono i danni prodotti al tempo della guerra tra i Visconti di Milano ed i Torriani di Como. Risale probabilmente ad allora il momento in cui furono prodotti i maggiori danneggiamenti, i quali furono così importanti da rendere la torre ormai inservibile e financo sconsigliarne il ripristino.
La bellezza del luogo, i resti della fortificazione sorgono su di una graziosa altura con castagneto rigoglioso, hanno spesso impressionato villeggianti ed artisti tanto che, nel 1898, la torre fu ritratta in un dipinto presentato all’Esposizione di Belle Arti. (4)
Nel 1989, dopo molti anni di oblio e semiabbandono, la struttura passò al Fondo per l’Ambiente Italiano:
La torre di Velate, che risale al dodicesimo secolo e che fu l’ultimo fortilizio in cui si asserragliarono gli ariani prima di essere sconfitti da Sant’Ambrogio, appartiene alla famiglia Zambeletti, quella dell’omonima industria farmaceutica.
Il complesso medievale verrà ceduto gratuitamente al Fai assieme a un grande terreno circostante. (5)
Partirono successivamente i restauri che, lo scopriamo dai tabelloni posti in prossimità del sito, furono resi possibili grazie alla Provincia di Varese, alla Banca di Luino e Varese, alla Banca di Bergamo – Credito Varesino, all’Ismes di Bergamo, al Centro Culturale di Velate ed all’Esselunga di Limito oltre che all’impresa Morganti di Milano.
Ragioni di sicurezza e tutela hanno imposto, motivazione che pare plausibile, di recintare il contesto in cui la torre sorge.
Tuttavia, nulla impedisce d’ammirarla e studiarla da basso, magari nel corso di una bella passeggiata tra verde e bosco alberato.
Occasione speciale per vedere un pezzo di Medioevo nel cuore dell’alta Italia.
Alessandro Mella
NOTE
1) L’Illustrazione Italiana, 25, Anno III, 23 aprile 1876, p. 394.
2) Brambilla, Luigi, Varese e suo circondario, Tipografia, Ubicini Varese, 1874, p. 90.
3) L’Illustrazione Popolare, 18, Anno XXIV, 29 aprile 1888, p. 283.
4) L’Eco della Zizzola, 27, Anno IV, 8 luglio 1898, p. 1.
5) Corriere della Sera, 5 aprile 1988, p. 37.
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