Di Alessandro Mella
Tra il monte e la collina sorge il piccolo centro abitato di Coazze, in provincia di Torino, suggestivo nei suoi paesaggi e noto soprattutto per un celeberrimo e maestoso santuario. Spostandosi un poco verso la piazza principale, in un bel parco alberato, si può notare un alto alpino in bronzo. Il monumento ai caduti del paese.
Il soldato, nell’uniforme grigioverde modello 1909, veglia appoggiato al suo moschetto 1891 con in capo il cappello alpino al posto del più frequente elmetto Adrian. Il milite è in posa quasi stesse scrutando l’orizzonte in attesa del nemico. La sua erezione avvenne negli anni venti quando i comuni di tutta Italia innalzarono, complice anche l’ondata emotiva seguita alla commovente traslazione del Milite Ignoto al Vittoriano a Roma, opere destinate a ricordare il sacrificio dei combattenti del conflitto appena terminato. Anche Coazze non volle essere da meno e quindi benefattori ed animi nobili si prodigarono per reperire i fondi necessari:
Per il monumento ai caduti Coazze (Torino), 16 agosto, mattino: Col nobilissimo scodo di contribuire all’erigendo monumento pei coazzesi caduti nella grande guerra ed alla fondazione del parco della rimembranza sono stati indetti pei giorni dal 15 al 20 agosto grandiosi festeggiamenti che comprendono: banco di beneficenza, gara bocciofila, corse ciclistiche, ecc.
Sabato, 18 corrente, ancora ad iniziativa dell’egregio comm. De Benedetti, avrà luogo nel salone del Caffè della Posta una grande veglia danzante, la quale promette di riescire degna del generoso scopo che l’iniziatore si è prefisso: quello di concorrere, coll’introito che non mancherà di essere cospicuo, all’erezione del monumento ai caduti coazzesi.
Già le nostre gentili villeggianti si adoperano attivamente per il collocamento dei biglietti d’invito e si spera che, data la nobilissima iniziativa, la numerosa colonia di villeggianti ed i cittadini coazzesi risponderanno compatti o senza defezioni al generoso appello. (1)
Il ricorso a sottoscrizioni e donazioni era prassi diffusa poiché le amministrazioni comunali difficilmente potevano sostenere i costi con le sole disponibilità pubbliche. Il concorso di popolo, poi, assumeva anche una non trascurabile valenza morale ed emotiva.
La statua, opera di Carlo Conti, fu collocata su di un’altura a guisa di basamento realizzata da Carlo Rosa Brusin con sessantaquattro pietre del Sangone cioè una per ogni soldato coazzese da ricordare. Sul basso venne posta una lapide con i nomi dei defunti.
Anni di impegno, di volontarismo, di appassionata opera permisero di raccogliere le 80mila lire necessarie per finanziare il progetto e così, nel 1927, quattro anni dopo l’avvio dell’impresa, rallentata dalla burocrazia italica, fu possibile inaugurare il monumento:
Coazze inaugura il monumento ai suoi caduti. A Coazze, con una cerimonia austera e suggestiva, ha avuto luogo l’inaugurazione del monumento ai caduti e del Parco della Rimembranza. Il parco si adagia in una meravigliosa alpestre cornice. Il monumento è bella e pregevolissima opera dello scultore cav. Conti, un vecchio alpino che nel bronzo e nella pietra ha trasfusa tutta intiera la sua anima di soldato della montagna, ed acquista un tono tutto particolare dalla verde alpestre cornice che gli è di sfondo.
Posizione più bella non era possibile trovare per un’opera che tramanderà ai posteri il ricordo dei valorosi alpini di Coazze, che la loro fiorente giovinezza hanno sacrificata alla grandezza della Patria.
Nei suoi massi che ne formano il basamento il monumento ricorda i (…) caduti di Coazze, in alto campeggia un alpino con l’arme al piede. Il comitato, presieduto con fervore ed attività dal cav. Sesia, ha raccolto per questo degno ricordo una somma cospicua. Alla cerimonia intervennero tutti i Fasci dei dintorni e cioè di Avigliana, Giaveno, Valgioie, Chiavrie, Condove, Trana, Almese, nonché tutte le Associazioni di combattenti e di mutilati (…). (2)
Nel 1955, il 13 novembre, passato da dieci anni un altro terribile conflitto, fu aggiunta una seconda lapide per mantenere viva la memoria dei soldati e civili morti nella guerra 1940-1945. L’iniziativa era venuta dal municipio con il prezioso concorso dell’industriale farmaceutico Carlo Antonetto al cui padre fu dedicato il viale che, nel 1961 in occasione del centenario della proclamazione del Regno d’Italia, fu poi mutato in viale Italia ’61.
In ogni caso la lapide della seconda guerra mondiale riportò, oltre quindi ai 64 caduti del periodo 1915-1918, anche i nomi di 26 defunti nella guerra successiva di cui 8 soldati, 13 civili e 5 partigiani. (3)
Oggi il bell’alpino di Coazze sorge ancora lì, dove i passanti aspettando l’autobus e la vita scorre normale. Lui veglia con la speranza che qualcuno si fermi a leggere quei nomi ed a dedicare un pensiero a quei martiri lontani nel tempo e nella memoria sfuggente alla quotidianità.
Alessandro Mella
NOTE
1) La Gazzetta del Popolo, 195, Anno LXXVI, 17 agosto 1923, p. 4.
2) La Stampa, 206, Anno LXXI, 30 agosto 1927, p. 6.
3) https://valsangoneluoghimemoria.altervista.org/?p=2533 (Consultato il 22 marzo 2024).
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