Di Alessandro Mella
Sul muraglione del cimitero di Moriondo l’osservatore attento scorgerà un qualcosa che potrà attirare la sua attenzione.
Si tratta di una lapide, con cornice di pietra e parte centrale in bronzo, decorata con un’aquila solenne. Si tratta del ricordo che il paese volle offrire ai suoi caduti nel conflitto 1915-1918 il cui elenco è eternato nel bronzo stesso. Un tempo la lapide doveva trovarsi nel centro paese.
Questa comunità, comunque, fu pioniera in questo senso poiché la maggior parte dei comuni italiani realizzò i suoi monumenti solo in seguito all’ondata emotiva che travolse il paese al tempo della cerimonia del Milite Ignoto nel 1921.
Nondimeno Moriondo avvertì questo dovere morale con largo anticipo ed onorò i suoi giovani perduti già l’anno prima:
Cerimonia a Moriondo Torinese. Moriondo. – Lunedì, 10 agosto, su iniziativa del comitato, venne scoperta la lapide commemorativa dei giovani Moriondesi caduti In guerra, pregevole opera d’arte in marmo e bronzo dello scultore Enrico Fumagalli. Dopo un solenne funerale nella Chiesa Parrocchiale, officiato dal Canonico Prevosto, al quale assistette il Consiglio Comunale e numerosissima la popolazione di Moriondo, si mosse in corteo, aperto dalle Scuole e dall’Asilo, sino alla Casa Comunale.
Il Sindaco Sig. Zucca Matteo disse semplici e commoventi parole di commemorazione, ordinò lo scoprimento della lapide e diede la parola all’oratore ufficiale della cerimonia, l’avv. Silvio Risso, che con vibrante, altissima forma, con commosso accento, commemorò il valore e le virtù dei caduti elevando un inno al loro ricordo.
Parlò di seguito con calde espressioni e con appassionate parole il Teologo Lusso Luigi ed i bambini delle scuole recitarono poesie e componimenti d’occasione.
Ultimo il geom. Alessandro Barbero, a nome delle famiglie dei caduti, ringraziò commosso il Comitato, le Autorità e gli oratori. La cerimonia si sciolse al canto dell’inno di Mameli, eseguito dai bambini delle scuole. (1)
Successivamente furono aggiunte delle lapidi per i caduti della guerra 1940-1945 e per il centenario della Prima Guerra Mondiale.
Giunti, invece, nei pressi del cimitero di Andezeno, proprio sul lato, si scorge un piccolo parco della Rimembranza dedicato ai caduti della Grande Guerra.
Dopo quel devastante conflitto, infatti, quasi tutti i comuni d’Italia sentirono il dovere, appunto, di ricordare i propri morti perduti nelle trincee del Carso, sul Piave, nelle pietraie montane, sul Sabotino e così via. Un grande sacrificio di popolo che segnò profondamente le generazioni future.
Al centro di questo angolo, tra le piante, sorge alta una colonna con capitello sormontata da un’aquila in bronzo. Ai lati due pezzi d’artiglieria nella configurazione di reimpiego del secondo dopoguerra.
Il piccolo parco fu inaugurato nel pomeriggio di domenica 22 maggio 1932 alla presenza delle rappresentanze del PNF, delle associazioni ed in specie di quelle reducistiche invitate a partecipare con labari e gagliardetti. (2)
Il parco era stato realizzato e curato dai reduci:
Associazione Naz. Combattenti Sezione di Chieri. Inaugurazione Parco Rimembranza ad Andezeno. Domenica 22 maggio alle ore 16 Andezeno inaugurerà il Parco della Rimembranza che i combattenti hanno generosamente costruito a ricordo dei loro camerati caduti. La cerimonia dovrà essere degna commemorazione degli Eroi scomparsi e dimostrerà il nostro inalterabile ricordo. Invito pertanto tutti i combattenti chieresi e quelli della zona (Andezeno, Arignano, Pino Torinese, Riva e Pecetto) di partecipare con bandiera e decorazioni. Verrà effettuato il trasporto gratuito con automezzi da Chieri ad Andezeno e ritorno, con partenza da questa Sezione alle ore 15. (3)
Questi piccoli ricordi, oltre al valore morale ed etico, hanno ormai assunto anche un profondo valore artistico.
Specchi, inoltre, di un’epoca in cui il nostro paese sapeva conservare gratitudine e memoria per i suoi martiri. Tempi lontani, tempi perduti, non necessariamente da abbandonare alla memoria, forse da riscoprire.
Alessandro Mella
NOTE
1) L’Arco, 34, Anno XXVIII, 21 agosto 1920, p. 3.
2) Ibid, 21, Anno XLI, 21 maggio 1936, p. 6.
3) L’Alfiere, 20 Anno XIII, 14 maggio 1932, p. 3.
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