gli sforzi insensati per far funzionare le cose come “desideriamo razionalmente” possono essere trasformati in azioni quiete ed appaganti.
In ogni tentativo di comprendere cosa ci stiamo a fare in questo mondo e come funzionano le cose esiste un punto di partenza imperturbabile, indipendente da ogni spiegazione che cerchiamo di darci.
Avendo perso ogni relazione con tale punto, tentiamo in ogni modo di trovare ragioni sufficienti a farcene sopportare le conseguenze. Così abbiamo cominciato a impegnarci in sforzi insensati per trovare un’alternativa valida e sostenibile strutturando religioni, filosofie, teorie, situazioni e ogni altro tipo di opportunità.
Tuttavia, a quanto pare, un’alternativa non l’abbiamo ancora trovata!
Come mai nonostante gli sforzi di miliardi di esseri viventi essa ci sfugge?
Come mai il dispiegarsi dei fatti della vita rimane in gran parte incomprensibile?
Come mai il buonsenso corrente non fa altro che creare ulteriori problemi di conflittualità tra chi non la pensa allo stesso modo?
Forse occorre seguire un approccio diverso!
Forse occorre incominciare a prendere in considerazione un punto di vista “fuori dal comune buonsenso” e accettare di guardare le cose partendo da un’altra prospettiva.
Ecco quindi quattro fasi attraverso le quali possiamo individuare come sia possibile una trasformazione del nostro modo di relazionarci con ogni cosa ed essere vivente, per poter comprendere e partecipare al dispiegarsi della vita in modo coerente con le leggi che la governano:
- – prima fase: scoprire come agiamo correntemente (stato dell’arte)
Le nostre esperienze nascono da un punto origine e si susseguono nel tempo.
Tutti i nostri sforzi sono concentrati nei tentativi di mantenere queste esperienze nel campo che riteniamo positivo per noi, emotivamente e razionalmente.
Non sempre questo avviene e qualche volta non possiamo evitare di sconfinare in campo negativo; tuttavia, mettendoci tutta la nostra energia e volontà, ne possiamo riuscire fuori, ma solo per un certo tempo. Questi sforzi ci costringono a consumare le nostre risorse fino ad esaurirle.
Alcuni, disponendo di maggior energia o usandone con parsimonia, riescono meglio di altri a fare più esperienze o esperienze più importanti.
2– seconda fase: fare il primo passo per andare oltre
Il primo passo per evitare che la continua richiesta di aumentare le prestazioni per mantenere le esperienze in campo positivo (vedi schema precedente) produca un disastro, come avviene per un cavallo da corsa quando cede di schianto, è rappresentato dal permettere che le cose possano mostrarsi come sono, in tutti i loro aspetti positivi e negativi (vedi schema seguente).
Questa situazione ci aiuta a comprendere che la parte negativa delle cose non è letale, come generalmente temiamo; è semplicemente una diversa componente essenziale della stessa cosa che credevamo fosse solamente positiva.
Infatti noi continuiamo ad esistere nonostante e grazie a tali accadimenti. Incominciamo ad imparare a “respirare qualche sprazzo di vita nella sua completezza”.
Impariamo a ispirare ed espirare attraversando un momento di calma prima che la funzione si inverta.
È il momento in cui iniziano a maturare quelle particolari esperienze della coscienza (spesso traumatiche) in grado di rivelare e trasformare l’essere vivente umano, risvegliandolo dal torpore del suo stato biologico quasi del tutto animale e automatico.
3- terza fase: cominciare a rendersi conto di cosa accade realmente
Nella terza fase cominciamo a renderci conto che il tempo passa e le cose continuano a ripetersi, alternando fasi positive e negative senza però rivelarsi ancora totalmente.
Infatti, durante tali processi, si evidenziano alternativamente aspetti solo positivi o solo negativi, e quindi non riusciamo mai a capire bene cosa stia realmente succedendo in quanto manca il quadro d’insieme (vedi schema seguente).
Questa è la fase in cui riusciamo ad avere le prime intuizioni relative al fatto che gli aspetti positivi e negativi della stessa cosa sono strettamente collegati e praticamente inseparabili.
Le cose ancora non si rivelano facilmente, però, se non reagiamo più immediatamente ad ogni stimolo cercando di “aggiustarlo senza che sia evidentemente ed assolutamente necessario”, e non giudichiamo ciò che avviene in modo preconcetto “secondo il buon senso corrente” fornito dalla cosiddetta “opinione pubblica” alla quale spesso partecipiamo sia conformandoci che opponendoci ad essa, qualcosa può iniziare a cambiare davvero.
Se, a dispetto delle nostre abitudini e paure, lasciamo spazio a questo nostro nuovo modo di comportarci, accettiamo la possibilità che avvenga “una prima conversione” dallo stato di successione degli avvenimenti.
Accade che le cose cessino di ripetersi in modo incompleto, incomprensibile, e siano completamente visibili senza equivoci o interpretazioni.
Permettiamo che il cerchio si chiuda e quella cosa possa finalmente rivelarsi totalmente alla nostra coscienza, nei suoi aspetti positivi e negativi nello stesso tempo. Infine …
4 – quarta fase: accettare le cose esattamente come sono.
Vedremo chiaramente che cose e situazioni iniziano sempre dallo stesso principio rivelando contemporaneamente aspetti positivi e negativi.
Allo stesso tempo, nello stesso punto, tutte le esperienze iniziano e si chiudono, dando poi origine ad altre esperienze in cui esse stesse sono comprese come seme per qualcosa di più grande, meraviglioso ed infinito!
Non dovremo più sforzarsi oltre il necessario per comprendere il senso delle cose e per agire di conseguenza in modo coerente con quanto occorre fare.
Ognuno dovrà fare solo la parte che gli è chiesta, senza affannarsi in azioni superflue, scoprendo in quale modo di agire, “quieto ed appagante”, si esprima la vita attraverso il suo essere, qualunque cosa accada.
Schemi e testo
Pietro Cartella
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