Immaginate qualcuno che si trovi in difficoltà finanziarie. Un giorno viene a casa sua un visitatore e gli dice che il dipinto sulla parete nel corridoio è un Picasso, del valore di parecchi milioni. La valutazione della sua condizione economica, per questo semplice fatto, cambia completamente. Egli non può più guardare il suo quadro senza pensare ai dollari.
Cosa gli ha portato il visitatore? Non una nuova religione, e nessuna nuova concezione della vita, bensì una nuova prospettiva. Il Cammino è una visione diversa delle cose già esistenti, una prospettiva nuova. Con questo nuovo modo di vedere, la coscienza dell’osservatore cambia. Grazie ad essa e con essa, l’uomo impara e vive. Con la nuova prospettiva si sviluppano un nuovo modo di pensare, una nuova sensazione, una nuova volontà e degli atti rinnovati.
L’antico rimane, perché il quadro nel corridoio è sempre il quadro nel corridoio. La nuova coscienza fa sì che l’osservatore dia al dipinto un nuovo significato e un valore superiore. Conoscenza ed esperienza fanno nascere la comprensione, che produce cambiamento e movimento. Ecco il riassunto del Cammino: una rinnovata comprensione dinamica in un altro paradigma.
La domanda che vi poniamo, cari lettori, è questa:
Che cosa state cercando?
Cosa cercate sul vostro Cammino?
Il Cammino inizia nella coscienza, nella somma delle vostre esperienze. Là dove la coscienza è lucida, la percezione cambia e una nuova prospettiva sorge. La coscienza è come un dolce appello. Noi poniamo volentieri questo appello interiore nel cuore dell’uomo, nella rosa o loto.
Questo è l’inizio, l’inizio della religione stessa, cioè collegare di nuovo. Il vero tutto-in-Uno. L’appello ci sprona affinché nasca l’aspirazione a connetterci. È un legame non semplice e non di questo mondo, come un desiderio più o meno possessivo. Non è però un desiderio di possedere, è un desiderio di essere, di essere cosciente. È una sensazione che non si può esprimere a parole.
È l’essenza profonda del vostro essere. Il limite dove voi iniziate e non vi fermate più. Tutte le vostre esperienze contribuiscono a questa coscienza. È da molto tempo che siete in Cammino.
Da dove venite?
Cosa vi spinge?
I sentimenti, i pensieri, le azioni e le espressioni della volontà formano un sistema solido: l’ego. Se credete che il sé sia più dell’ego, se credete che vi è più di quello che si può vedere, allora riconoscerete anche la spinta ad aprirvi un varco fuori dal sistema. Sentite quel senso di nostalgia, inspiegabile e indefinibile?
È l’impulso, il desiderio di conoscere il significato della vita, di percorrere il Cammino, di partire, di uscire.
Chi sei tu?
Cos’è che fa che voi siate quello che siete?
Il Cammino concreto è costituito dalla tensione provocata da un lato dal “voler uscire fuori dal sistema” e dall’altro dall’ignoranza causata da “allora, cos’è?” Voi percorrete un Cammino, consapevolmente o meno. Non c’è stagnazione, il cosmo e voi stessi siete costantemente in movimento. Essere consapevoli e percorrere il Cammino è inevitabile. Accettare l’inevitabile e percorrere il Cammino è liberatorio.
Allora il Cammino diviene per voi un Cammino liberatore. Fino a quando il vostro ego determinerà i vostri passi, voi cercherete il Cammino. Ma per poco che vi impegnate, il vostro ego verrà con voi. Così avete la possibilità di sperimentare questo come un peso o come una gioia.
Articolo tratto dalla rivista Pentagramma – Edizioni Lectorium Rosicrucianum
Scuola Internazionale della Rosacroce d’Oro
https://www.lectoriumrosicrucianum.it/
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