Un omaggio floreale del movimento culturale “Croce Reale – Rinnovamento nella Tradizione”, la presentazione di un libro dello storico Enzo Ciconte e un video di Giorgio Enrico Cavallo
A Torino, in occasione del 160° anniversario delle “Giornate di sangue” del 21 e 22 settembre 1864, per onorare la memoria dei caduti, la delegazione “Piemonte e Stati di Savoia” del movimento culturale “Croce Reale – Rinnovamento nella Tradizione” deporrà un omaggio floreale nella giornata di domenica 22 settembre dinanzi alla lapide commemorativa presente in piazza San Carlo. Sempre nella giornata di domenica, alle ore 11:00, le vittime dell’eccidio verranno commemorate durante la funzione religiosa celebrata nella chiesa torinese di Santa Cristina dal rettore don Lorenzo Barbay.
All’indomani della proclamazione del Regno d’Italia, s’inaugurò una stagione funesta per Torino, che venne defraudata del ruolo di capitale, rivestito per secoli, e cadde vittima di politiche governative settarie, attuate da ministri come il napoletano Silvio Spaventa o il fiorentino Ubaldino Peruzzi (passato alla storia come “bandiera dell’antipiemontesismo”), volte a relegare il Piemonte ad un ruolo marginale.
Prova ne è la firma della “Convenzione di settembre” con la Francia, che prevedeva con clausola segreta (suggerita dall’emiliano Pepoli di concerto con altri membri del Governo Minghetti), il trasferimento della capitale a Firenze. La sera del 22 settembre 1864 si raggiunse l’apice della repressione anti-torinese con l’eccidio di piazza San Carlo, che vide i carabinieri aprire il fuoco senza motivo contro 300 persone in corteo, provocando 52 vittime (50 uomini e due donne, di cui una incinta) e molti feriti. Sono fatti praticamente sconosciuti perché minimizzati se non ignorati dai libri di storia, dei quali ci siamo ampiamenti occupati in passato con diversi articoli apparsi su Civico20News.
Ricordiamo un’appendice ancor meno nota, la deportazione di alcuni dimostranti, poi arrestati, in Sud America. Massimo Novelli nel suo libro “I fantasmi dei Savoia” (Torino, 2012) ha ricostruito questo episodio collegato alle dimostrazioni del settembre 1864, emerso soltanto per caso quando il ricercatore romano Marco Fano ha ritrovato la relativa documentazione, agli inizi del 2000, negli archivi del ministero degli esteri.
Diversi dimostranti arrestati nel settembre 1864 e detenuti a Torino e a Genova, malgrado che il re Vittorio Emanuele II avesse concesso l’amnistia, vennero deportati e arruolati a forza nell’esercito argentino tra il gennaio e il febbraio del 1866. Al tempo era in corso una feroce guerra da parte di Argentina, Brasile e Uruguay coalizzati contro il minuscolo stato del Paraguay. Studiando questo conflitto, il ricercatore Marco Fano ha trovato una lettera, spedita dal console italiano di Montevideo al generale Lamarmora, presidente del consiglio e ministro degli esteri nella capitale Firenze, per segnalargli che il comandante del brigantino genovese “Emilia” aveva ammesso di aver trasportato 138 prigionieri italiani deportati per essere arruolati a forza in Argentina: di questi 72 erano dimostranti arrestati a Torino nel settembre 1864. Di loro non si seppe più nulla e quasi di certo morirono nella guerra contro il Paraguay.
Ricondiamo che alle “Giornate di sangue” torinesi del settembre 1864, in passato, Roberto Gremmo ha dedicato il libro “La prima strage di Stato” (Storia Ribelle, 1999 e 2012): già dal titolo si percepisce la sua chiave di lettura che rifiutava la tesi della ‘rivolta campanilista’. Gremmo evidenziava come il massacro fosse una provocazione occulta per ‘dimostrare’ l’ingovernabilità dei torinesi e ‘giustificare’ lo spostamento della capitale a Firenze: la prima provocazione stragista, l’inizio della strategia della tensione.
Apprendiamo che sabato 21 settembre, alle ore 17:00, presso la Biblioteca Civica Centrale (via della Cittadella 5) sarà presentato un libro che promette di ricostruire in modo inedito i fatti di piazza San Carlo che segnarono il destino dell’Italia unita.
Lo storico accademico Enzo Ciconte presenterà il suo volume Torino 1864. La prima strage senza colpevoli dell’Italia unita insieme allo storico Bruno Maida e al giornalista Massimo Novelli.
Ciconte con questo volume afferma di voler colmare un vuoto storiografico, affrontando in modo inedito e consapevole i fatti del settembre 1864 a Torino, quando si spostò la capitale da Torino a Firenze, determinando quella che l’autore definisce «una strage senza colpevoli, perché nessuno volle cercarli, nonostante le decine di morti e le centinaia di feriti, risultato di uno scontro durissimo tra i componenti dell’Italia risorgimentale dell’epoca, che vedevano la componente piemontese fortemente e polemicamente criticata dalla componente lombarda e toscana dell’epoca». Si tratta quindi di una pagina della nostra storia ancora attualissima che racconta molto delle origini dell’Italia unita.
Ciconte ricostruisce l’intricata vicenda con i primi casi di depistaggi e affossamenti di commissioni d’inchiesta. Nasce uno strappo tra i reali sabaudi e la loro città, tra governo e cittadini, con un’amnistia che si rivela un vero e proprio colpo di spugna. Perché «parlamento e magistratura con il solenne avallo del sovrano non avevano avuto nessuna voglia di continuare a ricordare e a discutere i fatti del recente passato». E allora i morti? «i morti requiescant in pace. Perché disturbarli ancora?».
Enzo Ciconte è docente di Storia delle mafie italiane all’Università di Pavia. Dal 1997 al 2010 è stato consulente presso la Commissione parlamentare antimafia. Il suo libro ‘Ndrangheta dall’Unità a oggi (Laterza, Roma 1992) è il primo studio a carattere storico sulla ‘ndrangheta.
Fra i suoi altri libri ricordiamo: Storia criminale. La resistibile ascesa di Mafia, ‘Ndrangheta, Camorra dall’Ottocento ai giorni nostri (2008); ‘Ndrangheta (2008 e 2011); ‘Ndrangheta padana (2010); Banditi e briganti. Rivolta continua dal ‘500 all’800 (2011); Storia dello stupro e di donne ribelli (2014), tutti pubblicati per la casa editrice Rubbettino di Soveria Mannelli.
Ricordiamo, per concludere, il video “Strage di Stato? Le giornate di sangue del settembre 1864” dello storico Giorgio Enrico Cavallo, presente nel suo canale YouTube Ottocento.