L’Inquisizione produsse un’atmosfera permanente di paura e di paranoia legata alla persecuzione istituzionalizzata della libertà di pensiero.
Tutti noi abbiamo sentito parlare dell’Inquisizione, cioè di quell’istituzione che perseguitò gli eretici, i dissidenti, i sacerdoti libertini e i pervertiti – non solo in Spagna e in Portogallo, ma anche in Africa, in Asia e nell’America Latina – per più di tre secoli, mutando via via i propri obiettivi e trascinandosi ostinatamente fino all’Ottocento.
Oggi il termine minaccioso di “Inquisizione” evoca un misto di terrore, angoscia e torture. Ma quali furono i suoi obiettivi? Qual era il suo modus operandi? Perché venne istituita e per quale motivo durò tanto a lungo?
L’autore presenta un ampio e vivido panorama di fatti e documenti, riportando alla luce, attraverso i secoli, vicende finora ignorate e legate a individui di tutti gli strati sociali oltre che provenienti da diversi ambienti culturali.
Veniamo così a imbatterci in streghe messicane, bigami brasiliani, massoni, indù, musulmani, protestanti, preti lussuriosi e naviganti omosessuali.
L’Inquisizione, insomma, come una sorta di polizia segreta ante litteram, produsse un’atmosfera permanente di paura e di paranoia legata alla persecuzione istituzionalizzata della libertà di pensiero, precorrendo i sistemi totalitari del Novecento.
La storia di questa istituzione, quindi, non va ignorata o nascosta proprio perché nonostante tutto ci parla dell’uomo, in tutta la sua ricchezza e la sua complessità.