Le principali organizzazioni a difesa dei consumatori stanno denunciando una permanenza a livelli alti dei prezzi al dettaglio nonostante diverse misure siano state messe in campo a più livelli.
“Grave che i prezzi non precipitino visto che sono a livello astronomico da mesi. Anche se il rincaro rispetto a gennaio è solo dello 0,1%, si tratta della classica goccia che fa traboccare il vaso. Unico spiraglio di luce è che i prodotti alimentari su base mensile calano dello 0,2%, ma si tratta di una magra consolazione, insufficiente per aiutare le famiglie ad arrivare a fine mese” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Purtroppo il calo del prezzo del gas nei mercati all’ingrosso è stato in gran parte vanificato dal ripristino dell’Iva piena sulle bollette deciso dal Governo, altrimenti vi sarebbe stata una frenata dell’inflazione significativa. Un’occasione persa che poteva ridare fiato alle famiglie” prosegue Dona. “Per una coppia con due figli, l’inflazione a +0,8% significa, grazie al risparmio sulla voce Abitazione ed elettricità pari a 545 euro, un aumento del costo della vita pari a “solo” 90 euro su base annua, ma il fatto grave è che 314 euro servono solo per far fronte ai rincari del 3,9% di cibo e bevande.
90Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva annua è pari a 46 euro, ma 284 euro in più sono necessari per mangiare e bere. Il primato alle famiglie numerose con più di 3 figli con 103 euro, +372 per nutrirsi e dissetarsi”, conclude Dona.
Frenata per le vendite al dettaglio, che a gennaio diminuiscono su base mensile sia in valore che in volume. Lo afferma anche il Codacons, commentando i dati sul commercio forniti oggi dall’Istat. ”Ancora una volta le vendite registrano un andamento negativo, che si estende a gennaio anche al valore, con una riduzione del -0,1% su dicembre – spiega il presidente Carlo Rienzi – Su base annuale, invece, l’effetto prezzi continua a farsi sentire, con le vendite che crescono in valore del +1% ma scendono in volume del -2,1%, con punte del -2,8% per gli alimentari”.
”Tradotto in soldoni, al netto dell’andamento dei prezzi al dettaglio, ciò equivale ad un taglio di spesa pari a -662 euro annui a famiglia, di cui -162 euro solo per il cibo – prosegue Rienzi – Il caro-prezzi che ha imperversato negli ultimi due anni continua a far sentire i suoi effetti sulla spesa degli italiani, portando ad una contrazione dei consumi e ad una modifica nelle abitudini di acquisto dei cittadini, che puntano sempre più al risparmio come attestano i dati in crescita per le vendite nei discount alimentari, +4% su anno”.
Il tema dei prezzi alti che non sembrano voler calare sarà sempre più importante per chi governa.
Luigi Cabrino
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