Di Alessandro Mella
Spesso ricordiamo, con questi scritti, quelle figure meno note che i libri di scuola non citano, non raccontano, non custodiscono nelle loro pagine. Ogni epoca della Storia ha avuto le proprie. Con le loro avventure, sventure e vicende umane e personali.
Particolari furono i fatti della vita del prode soldato sabaudo Vittorio Richard da Pinerolo, un valoroso ufficiale dell’Armata Sarda e poi del Regio Esercito Italiano.
Egli nacque nel 1819, pochi anni dopo la parentesi napoleonica e pochi prima della rivoluzione piemontese del 1821, in piena restaurazione, al tempo del re Vittorio Emanuele I.
Assai giovane si arruolò nell’esercito del Regno di Sardegna frequentando da allievo la Regia Accademia Militare di Torino. Nel 1848 già figurava come luogotenente della Brigata Savoia in inquadrato nel 1° reggimento al comando di Vittorio Emanuele duca di Savoia futuro re Vittorio Emanuele II. (1)
Con i gradi di sottotenente prese parte alle campagne del 1848 e 1849 contro l’Austria assistendo, così, al tramonto di Carlo Alberto nella “brumal Novara”. In quella guerra fu decorato per ben due volte. (2) Due medaglie d’argento al valore militare. (3) Fece davvero parlare a lungo della sua persona e del suo arditismo:
Il luogotenente Richard del 1° reggimento, comandante del plotone cacciatori, si distinse per lo slancio con cui alla testa dei suoi incalzò gli avversari. (4)
Nel 1855 il nostro fu mobilitato per la spedizione in Oriente prendendo parte alla guerra di Crimea cui il Piemonte concorse grazie alla lungimiranza politica di Camillo Cavour al fine di portare quella piccola patria nei grandi consessi internazionali.
Tornò in Italia con i gradi di capitano con i quali partecipò anche alla guerra contro lo storico nemico della libertà italiana. Grazie agli accordi con Napoleone III, infatti, fu possibile scacciare gli austriaci dalla Lombardia nel 1859.
Non pago tornò in combattimento nella campagna della bass’Italia del 1860 e 1861 nel corso della quale, promosso maggiore, meritò le insegne di cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia. (5)
Le sue capacità gli valsero una rapida e gloriosa carriera che lo portò ad indossare le spalline di colonnello. Ma non ebbe tempo, purtroppo, di diventare generale come ben avrebbe meritato. Nel 1863, ancora giovane, morì lasciando il ricordo del valoroso e coraggioso soldato d’Italia e del Re ai suoi commilitoni che vollero ricordarlo con un commosso necrologio:
NECROLOGIA «Abbiamo perduto un de’ nostri compagni che sarà vivamente rimpianto nelle nostre file. Il colonnello Richard Vittorio, cavaliere degli Ordini di Savoia e di San Maurizio, colonnello del 59 di fanteria, da qualche mese in disponibilità. è mancato ai vivi dopo una lotta dolorosa contro una malattia ch’egli aveva avuto il torto di trascurare troppo a lungo, non volendo com’ei diceva) abbandonare il suo posto per si lieve cosa.
Allievo della R. Accademia militare di Torino, egli entrò giovanissimo come sottotenente nella Brigata di Savoia che più non lasciò, e colla quale egli fece tutte le campagne che il Regno di Sardegna mutarono in Regno d’Italia.
Due volte decorato per bella condotta nel 1848 e nel 1849, egli prese parte successivamente alla guerra d’Oriente col grado di capitano, e fece in seguito con molto onore, come capo di battaglione, la rapida campagna del 1859, e quelle della Bassa Italia del 1860 e 1861.
Prode come la sua spada, intelligente e pien d’ardore, egli preparavasi alle lotte che l’Italia può ancora avere a sostenere, quando la morte è venuta a rapirlo alla sua famiglia, ai suoi amici.
L’esercito perde in lui un brillante uffiziale, e la causa italiana un soldato valoroso e fedele.
Alcuni uffiziali dell’antica Brigata di Savoia». (6)
Nel cimitero monumentale di Torino gli fu innalzato un epitaffio dal testo altissimo e pieno di vivo ardore patriottico:
A VITTORIO RICHARD, colonnello del 59° reggimento fanteria, cav. dell’Ordine de’ SS. Maurizio e Lazzaro, decorato della Croce di Savoia e cinque medaglie al valor militare, morto il 17 febbraio 1863, d’anni 44. La moglie ed i figli. Pregate per l’anima sua. (7)
Altro ricordo fu collocato a Susa ove il suo ricordo forse un poco, malgrado il tempo ingeneroso, sopravvive.
Fu un valoroso combattente il nostro Richard, un uomo che solo la malattia sottrasse anche alla campagna del 1866 dopo aver combattuto in quelle del 1848-1849, 1855-1856, 1859 ed in quella del 1860-1861.
Un petto che si fregiò di più medaglie al valor militare perché, nella furia della Storia, si comportò da eroe per l’Italia e per quel Re che avrebbe sancito l’unificazione nazionale. Vittorio Richard, colonnello valoroso, eroe dimenticato. O quasi!
Alessandro Mella
NOTE
1) Calendario generale pe’ regi stati sardi, Anno XXV, Stamperia sociale degli artisti tipografi, Torino, 1848, p. 364.
2) La Gazzetta del Popolo, 52, Anno XVI, 21 febbraio 1863, p. 1.
3) Calendario generale del regno pel 1858, Ministero dell’Interno, Anno XXXV, p. 488.
4) Fabbris, Cecilio, Gli avvenimenti militari del 1848 e 1849, Parte I, Volume I, Tomo II, Roux Frassati e C. Editori, Torino, 1898, p. 172.
5) Supplemento al bollettino 6, giugno 1861, p. 67.
6) La Gazzetta del Popolo, 52, Anno XVI, 21 febbraio 1863, p. 1.
7) Avattaneo, Giuseppe, Camposanto di Torino, Collezione di tutte le iscrizioni inamovibili scolpite sulle lapidi e sui monumenti sepolcrali esistenti nella necropoli torinese dalla sua fondazione a tutto il 1863, Tipografia Cerutti e Derossi, Torino, 1864, p. 537.
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