Nel 2000 il sacerdote canavesano è proclamato santo, insieme a Monsignor Versiglia
A Shaoguan, il 25 febbraio 1930, a soli ventisette anni, muore Callisto Caravario. Era nato a Cuorgnè, in provincia di Torino, l’8 giugno 1903 in una famiglia operaia.
Ancora bambino, la sua famiglia si trasferisce a Torino per lavoro e Callisto viene iscritto alla scuola elementare salesiana del collegio San Giovanni Evangelista, in via Madama Cristina angolo corso Vittorio Emanuele II: l’oratorio diventa la sua seconda casa e qui Callisto inizia ad essere d’esempio per i ragazzi di strada, avvicinandosi a loro, interessandosi della loro vita, invitandoli a frequentare l’oratorio, seguendo l’esempio di don Bosco.
A 15 anni, mentre frequenta il liceo classico salesiano Valsalice, negli anni in cui vi è custodita la tomba di don Bosco (1919 – 1923), Callisto prende la decisione di scegliere la vita religiosa. “Spero, un giorno, di diventare un missionario, proprio come don Giovanni Bosco” dice ai suoi genitori. Nel 1919 è novizio fra i Salesiani. Desidera diventare missionario, e lo confida a monsignor Luigi Versiglia, nel loro primo incontro del 1922, anno in cui quest’ultimo torna a Torino dopo essere stato 15 anni ad evangelizzare la Cina.
Nell’ottobre 1924 il chierico Callisto parte, raggiunge i confratelli a Shanghai, dove incontra molte difficoltà per imparare la lingua e rimarrà fino al 1927. Non sono anni facili in Cina: nel 1926 l’esercito comunista ordina ai sacerdoti cattolici di abbandonare i loro averi e il territorio cinese; anche i Salesiani sono costretti a lasciare la missione e a rifugiarsi a Timor, un’isola indonesiana, fino alla fine del 1929, quando il generale Chiang Kai-Shek dichiara fuorilegge i comunisti. I Salesiani riescono a tornare in Cina, ma le turbolenze non sono cessate.
In seguito, Callisto viene ordinato sacerdote in Cina, il 18 maggio 1929 a Shiu – Chow (Canton), da Monsignor Versiglia.
Non sanno ancora che il loro destino sarà unito per sempre, nella vita e, pochi mesi dopo, nella morte. Il 24 febbraio 1930 don Callisto, che ha appena 26 anni, parte in treno peer accompagnare Monsignor Versiglia in visita pastorale nella missione del distretto di Lin Chow, in una zona ormai devastata dalla guerra civile, insieme a due giovani allievi del collegio, le loro sorelle e una catechista. Il giorno dopo proseguono il viaggio con una imbarcazione sul fiume Pak – Kong; fanno una breve sosta a Ling Kong How e, a mezzogiorno, traghettano il fiume, diretti a Li Thau Tzeui. Vengono assaliti da una decina di uomini armati che minacciano di rapire le giovani donne. Monsignor Versiglia e don Caravario si oppongono e le difendono, per spezzare la loro resistenza, vengono colpiti ripetutamente con il calcio dei fucili. Le donne saranno comunque portate via dagli assalitori e gli allievi costretti ad allontanarsi. I due religiosi, in odio e spregio alla religione e alla fede cristiana, vengono fucilati senza pietà; le loro spoglie mortali sono in un primo tempo raccolte e sepolte a Shiu – Chow, poi dissepolte e disperse.
Papa Paolo VI dichiara entrambi martiri nel 1976; Papa Giovanni Paolo II li proclama beati il 15 maggio 1983; lo stesso Pontefice li canonizza il 1° ottobre 2000, insieme ad altri 118 martiri della fede, religiosi e laici. In quell’occasione, il Papa ricorda le parole di chi aveva conosciuto il missionario di Cuorgnè: “Don Callisto Caravario è diventato santo non perché martire, ma è diventato martire perché santo”.
Nel Martirologio Romano, al 25 febbraio, si legge: “Sulle rive del fiume Beijang vicino alla città di Shaoguan nella provincia del Guandong in Cina, santi martiri Luigi Versiglia, vescovo, e Callisto Caravario, sacerdote della Società Salesiana, che subirono il martirio per aver dato assistenza cristiana alle anime loro affidate”.
In occasione del centenario della nascita di Callisto Caravario, nella sua Cuorgnè, don Gianfranco Cavicchiolo, direttore dell’istituto salesiano Giusto Morgando, dichiara a “Il Canavese”: «Questi festeggiamenti rappresentano indubbiamente un momento di forte richiamo alla fede in un’epoca di profonda secolarizzazione».
Nelle due giornate di festa e memoria, sabato 7 e domenica 8 giugno 2003, il IX successore di don Bosco si reca a Cuorgné, in visita all’Istituto Morgando. Alle celebrazioni partecipano anche l’Arcivescovo di Torino, il Card. Severino Poletto, e il Rettore della Consolata, Mons. Franco Peradotto. Una lapide viene scoperta all’interno del battistero cuorgnatese dove l’infante Callisto ha ricevuto il sacramento del Battesimo, il 14 giugno 1903.
A perenne memoria, una statua che lo ritrae accoglie i fedeli nel Santuario di Maria Ausiliatrice, a Valdocco, a lato di una delle porte d’ingresso dal lato del cortile.
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