Dal 1899 vicina ai più deboli e al fianco dei diseredati
La sua fondatrice è stata Ernesta Sampò Vallerino. Maestra di Rubiana, riesce a coinvolgere la principessa Maria Letizia Bonaparte (1866 – 1926), figlia della Principessa Maria Clotilde e seconda moglie di Amedeo di Savoia, Duca di Aosta, oltre a benefattori, istituzioni pubbliche, enti privati, al fine di ottenere cibo per gli ammalati in condizione non agiata.
Dopo l’inaugurazione, il 14 febbraio 1903, la Cucina opera per due mesi, riprende a dicembre e prosegue per altri quattro mesi. In seguito, la sua attività si stabilizza nei mesi invernali: secondo il professor Francesco Abba, nel 1913 la Cucina è aperta per otto mesi l’anno, da novembre a giugno.
Nel frattempo, fino al 31 marzo 1905, l’attività viene svolta in via Arsenale 13. I volontari, allontanati per la costruzione del palazzo delle Poste, nel 1904 trovano sede in via IV Marzo 11, in locali del Policlinico Generale Umberto I. Nel 1913, anno in cui la Cucina è dichiarato Ente Morale (16 luglio), iniziano i lavori di costruzione di una sede propria sul terreno in corso Palestro n. 11, all’angolo con via Bertola, concesso gratuitamente dal Municipio il 3 maggio 1912.
La sua realizzazione è resa possibile dalla donazione di 50.000 lire fatta nel dicembre 1911 dal cav. uff. Clemente Cirio, benefico cooperatore, in memoria del figlio Giuseppe, scomparso a soli 17 anni il 7 novembre di quell’anno, affinché l’ente possa disporre di una sua sede.
Dopo la fondatrice, Patronesse, altri benefattori ed amici hanno proseguito questa meritoria opera sociale. Ancora oggi, tutti i giovedì mattina, circa 350 persone ricevono gratis alimenti per la loro nutrizione e sostentamento, su segnalazione della Croce Rossa Italiana e della San Vincenzo.
L’Opera si trova in corso Palestro 11, a pochi passi da via Cernaia.
L’edificio, di due piani fuori terra, viene costruito nell’immediato primo anteguerra, destinato alla cucina e alla distribuzione di pasti per indigenti e malati. Il fabbricato costituisce un esempio di architettura tardo eclettica, con il ricupero del gusto romantico nella transizione tra floreale e neobarocco. Il progetto è di Giacomo Salvadori di Wiesenhoff e Daniele Ruffinoni e risale al 1913.
La palazzina risulta colpita l’8 agosto 1943 da bombe incendiarie che causano la distruzione del tetto e del basso fabbricato adibito a cucina su corso Palestro, ed il parziale sinistramento dell’appartamento del custode e di due saloni (quest’ultimo, cagionato da alcuni spezzoni incendiari). Il tetto viene immediatamente ripristinato, il resto dell’edificio risulta ricostruito nel 1948.
L’isolato, fra via Bertola, corso Palestro, via Perrone e via Cernaia è colpito da bombe incendiarie che provocano il danneggiamento di altri edifici ad uso abitativo.
La Pia Opera Cucina Malati Poveri, con tanto storia alle spalle, continua a vivere e cerca nuove soluzioni per affrontare le povertà emergenti; il suo impegno ha bisogno di un sostegno, che si può fornire adottando il progetto “Fashion for food”: si sceglie e si acquista uno dei capi vintage proposti nell’atelier solidale o su Instagram.
Pia Opera Cucina Malati Poveri
Corso Palestro 11 – 10122 Torino – 011 541066
info@cucinamalatipoveri.it
FB: Cucina Malati Poveri
Instagram Opera: cucinamalatipoveri_torino
Instagram Vintage: il_vintage_della_cucina