
In Vaticano, dopo la comprensibile gioia per l’avvenuta elezione del Monarca, arriva una “tegola” riguardante casi di pedofilia di cui il novello Sovrano sapeva bene.
Il 16 settembre 2024, il direttore de “La nuova bussola quotidiana”, Riccardo Cascioli, scriveva un interessante articolo dal titolo: “Preti pedofili coperti: ombre su Prevost, il cardinale che sceglie i vescovi”.
A sottotitolo delle asserzioni davvero molto interessanti. Cascioli, infatti, scrive che “dal momento in cui Robert Prevost nel 2023 è stato nominato prefetto del Dicastero per i vescovi, si sono moltiplicati i tentativi di cancellare le tracce della sua copertura di due preti accusati di pedofilia nella sia diocesi di Chiclayo, in Perù”.
Queste parole sono molto pesanti, soprattutto se si considera che dal 9 maggio scorso, Robert Francis Prevost ha preso il nome di Leone XIV ed è divenuto il primo successore di Jorge Mario Bergoglio.
A quanto comunica Riccardo Cascioli, “stando alle testimonianze giurate di tre vittime, di cui la Bussola è venuta in possesso, i fatti denunciati sono accaduti tra il 2006 e il 2010 e responsabili sarebbero due preti della diocesi di Chiclayo, circa 600 chilometri a nord della capitale Lima”.
Jorge Mario Bergoglio sapeva benissimo, quando ha creato Cardinale di Santa Romana Chiesa Robert Francis Prevost, che in Perù vi era questa situazione. Anche perché, come riporta “La nuova bussola quotidiana”, “ci sono alcuni fatti incontestabili e quello che sta accadendo dopo la nomina di Prevost a Prefetto è quanto meno inquietante e ricorda altre vicende poco edificanti” dello pseudo pontificato di Bergoglio, “dal caso di monsignor Gustavo Zanchetta a quello di padre Marko Rupnik”.
La Santa Sede non sapeva della condizione di accusa verso l’agostiniano Prevost?
Pare strano dal momento che “nella Chiesa peruviana la vicenda era già nota e secondo quanto potuto accertare dalla Bussola anche il Pontefice sarebbe stato avvertito del rischio”.
Possibile che non si sia voluto fare nulla per rendere trasparente e cristallina la storia della diocesi di Chiclayo e non si sia potuto attendere un pronunciamento della magistratura peruviana sui casi in oggetto? Perché elevare Prevost alla dignità cardinalizia, portarlo in Vaticano, consentirgli residenza presso l’ex-Sant’Uffizio, e sottrarlo alle indagini in Perù?
Oltretutto, ed è sempre Cascioli a dirlo, “erano già noti due casi imbarazzanti riguardanti monsignor Prevost al tempo in cui era superiore generale degli agostiniani”. Secondo i colleghi de “La nuova bussola quotidiana”, infatti, vi sarebbe stata “la copertura di due sacerdoti agostiniani accusati di abusi sessuali: padre Richard J. McGrath e padre James Ray, poi ridotto allo stato laicale nel 2012”.
Divertente, se così si può dire, che a guidare la Diocesi di Chiclayo, al posto di Prevost, è stato nominato monsignor Edinson Farfàn Còrdova, confratello ed amico di Leone XIV, che “si è subito dato da fare per “ripulire” il passato del Prefetto. Non solo ha alzato un muro di omertà contro i giornalisti che hanno cercato di indagare”, come sottolinea Riccardo Cascioli.
A questo punto diventa difficile gioire per l’elezione a Sovrano della Città del Vaticano di Leone XIV che, con tutta evidenza, dovrà spiegare al mondo come mai in Perù vi siano queste situazioni che lo riguardano e il motivo per il quale egli non abbia mai ritenuto di dare spiegazioni e/o prove confutanti.
Roberto Francis Prevost non ha ancora compiuto 70anni. Sicuramente avrà parecchio tempo dinanzi, prima di rimettere l’anima nelle mani del Padre Eterno.
I giornalisti, nonostante il “muro di omertà” che è stato eretto, riusciranno a portare alla luce ciò che ora vive, ben occultato, nell’oscurità del peccato.
Troncare sopire, troncare e sopire. Questo è lo stile del Vaticano e i prelati che dovrebbero cacciare i pedofili ci cascano.. Se è vero che solo il 20 % degli abusi capitano nella Chiesa, penso con orrore al restante 80% che avviene nel mondo!!! Roba da non crederci, da non dormire di notte.
Si crede che sia lo Spirito Santo per mano dei Cardinali a scegliere il Pontefice, per cui non possiamo commentare la Sua scelta.