
La morte di padre Gustavo Gutierrez metterà fine alle teorie eretiche portate nella Chiesa Cattolica dalla Teologia della Liberazione?
Nelle scorse settimane abbiamo parlato dei gravissimi danni procurati dalla “Teologia della Liberazione”, ideata e propagandata da padre Gustavo Gutierrez, Ordine dei Predicatori – Domenicani.
Oggi siamo a raccontare che padre Gutierrez, fermo oppositore dei papi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, nella notte del 22 ottobre scorso si è spento alla veneranda età di 96 anni.
A darne notizia è stata la Provincia Religiosa dell’Ordine dei Predicatori “San Giovanni Battista” del Perù che ha anche detto che le spoglie mortali del padre Gutierrez “riposeranno nella sala capitolare del Convento di Santo Domingo, a Lima”.
Il Vaticano, quando era la patria della Santa Sede, ha osteggiato con forza tale teoria teologica.
L’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Cardinale Joseph Ratzinger, ha monitorato e redarguito più volte il padre Gutierrez che, alla fine, nel 2004, ha dichiarato: “La teologia della liberazione, dalla prima all’ultima riga del libro, è contro il marxismo perché per Marx il cristianesimo era oppressione e il lavoro della mia vita è impegnato nell’idea che il cristianesimo è liberazione”.
Come fa sapere il giornale “Roma Sette”: l’Arcivescovo di Lima, Monsignor Carlos Castillo, amico e stretto collaboratore di padre Gutierrez, ha detto che il teologo “è stato un instancabile difensore dell’opzione preferenziale per i poveri, una frase che ha coniato e che è entrata a far parte del magistero della Chiesa come un modo fondamentale di vivere la nostra fede”.
Parole che rispecchiano i danni fatti dalla “Teologia della Liberazione”. Monsignor Castillo non capisce – come non lo capisce Jorge Mario Bergoglio – che per il Cristianesimo “l’opzione preferenziale” è per Gesù Cristo e per il suo Vangelo.
L’Evangelista Marco, riportando le parole di Gesù, riporta che Cristo stesso, ai suoi Apostoli, disse: “Poiché i poveri li avete sempre con voi; quando volete, potete far loro del bene; ma me non mi avete per sempre” (Marco 14:7).
Il Cristiano è chiamato ad occuparsi del povero e a fare del bene per lui ma, primariamente, sopra tutto, deve curare un rapporto intimo, personale e profondo con Gesù Cristo, Verbo di Dio incarnato.
Non stupisce che la “chiesa bergogliana” abbia questa posizione dal momento che una delle realtà più sincretiste della Chiesa Cattolica, la “Comunità di Sant’Egidio”, ha dichiarato che l’amicizia con padre Gutierrez “è cresciuta negli anni, attraverso tanti incontri sia in Perù che a Roma, condividendo la riflessione sul valore dei poveri nella Chiesa, tema a cui ha dedicato la sua vita, fin dal Concilio Vaticano II”.

Probabilmente, grazie a queste posizioni moderniste, sincretiste e non affini al Vangelo, nella “chiesa bergogliana” ricoprono posizioni di primo piano vescovi vicini alla “Comunità di Sant’Egidio” come Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, e il Cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
La dipartita di padre Gutierrez metterà fine alla sostituzione di Gesù Cristo con i poveri, i diseredati, i barboni e i senza fissa dimora?
Molto difficile dal momento che, moltissimi Istituti Missionari, Riviste Missionarie e realtà legate alla Missione hanno riportato il pensiero di padre Gutierrez secondo cui “la Chiesa ha il dovere evangelico di essere voce dei senza voce, e lottare perché i senza voce possano finalmente farsi sentire. Si tratta di un impegno senza sosta, perché la povertà è ancora presente in tutto il mondo e ha radici in un’economia spietata, “di morte”, come ha spesso denunciato Papa Francesco”.
La Chiesa ha il dovere di ascoltare il Vangelo e metterlo in pratica.

A dirlo non è “Civico 20 News” ma l’Apostolo Giacomo che ha scritto: “Siate di quelli che mettono in pratica la Parola e non soltanto ascoltatori illudendo voi stessi” (Giacomo 1:22).
Curare i poveri, vestirli, sfamarli è necessario in quanto Opere di Misericordia prescritte e incoraggiate dalla Chiesa e dal Magistero. Ciò nonostante la cosa più importante resta, e sempre resterà, l’adorazione di Cristo Signore, fonte della vita e della nostra stessa esistenza.
Sicuramente, dal punto di vista umano, la scomparsa di padre Gustavo Gutierrez suscita sofferenza.
Da un punto di vista teologico, invece, non mancherà assolutamente il sacerdote domenicano che tanta sofferenza ha creato ai Sommi Pontefici e troppe anime ha confuso con teorie più eretiche che cristiane.
Certamente torneremo a parlare di false dottrine e discutibili teologi; i lettori ce lo chiedono e noi non ci sottraiamo.
La Teologia della liberazione è una forzatura in chiave marxista del messaggio evangelico e chi la propugnava era gente che pensava di dover completare ed eventualmente cambiare il messaggio cristiano per perfezionarlo. Il cristianesimo è fatto di due aspetti: l’uno, il braccio orizzontale della Croce, che si occupa dell’amore per i fratelli, l’altro, il braccio verticale della Croce, che chiede un profondo amore per Dio. Senza il piantone verticale ( amore per Dio), il braccio orizzontale non si regge da nessuna parte. Così è la nostra fede