
Di Alessandro Mella
Passeggiando per Roma, da via Cola di Rienzo verso il ponte Regina Margherita, giunti nei pressi di piazza della Libertà ci si trova di fronte ad una bella statua ottocentesca. Si tratta del monumento dedicato al drammaturgo Pietro Cossa.
L’idea di innalzare un’opera in sua memoria sorse fin dal momento della sua scomparsa avvenuta, per tifo, nel 1881:
Un monumento a Cossa. — Telegrammi da Roma Informano che Achille Torelli, apprendendo la morte di Pietro Cossa, mandò agli amici un affettuoso telegramma proponendo gli si eriga un monumento ed offrendo, per iniziare la sottoscrizione, i1 proventi del suo nuovissimo lavoro drammatico di prossima rappresentazione. Leopoldo Mirenco ha telegrafato sullo stesso senso. (1)
Tuttavia, l’opera fu assai discussa poiché se da un lato il Torelli ed altri si adoperarono per raccogliere i fondi necessari, dall’altro i bandi di concorso per la realizzazione furono più d’uno poiché il primo ed il secondo non ebbero successo. Alla fine, comunque, vinse Adolfo Sanguineti. (2)

Il clima non era, in ogni caso, del tutto sereno poiché il Cossa, oltre che affiliato alla massoneria cosa che turbava i cattolici, aveva palesemente mostrato il suo anticlericalismo nelle sue opere. Sentimento allora assai diffuso, viva era ancora la memoria degli atteggiamenti del papato verso l’Italia in quegli anni.
In ogni caso la statua, alta circa tre metri e 30 centimetri, fu realizzata per fusione dallo stabilimento Bastianelli, presso l’Ospizio San Michele, che l’ebbe pronta fin dal 1891. (3) Fu invece l’architetto Bernich l’incaricato per il basamento.
Il 27 settembre 1895, in largo Arenula, fu finalmente inaugurato il monumento con una cerimonia dedicata:
L’inaugurazione del monumento a Pietro Cossa è riuscita affollata di gente, ma molto disordinata. Il ristretto palco era stato lasciato quasi vuoto; in causa del sole scottante tutti s’affollavano all’ombra del monumento. Sul piedestallo notavansi otto grandi corone, tra cui quelle di Cesare Rossi, del Ministero della pubblica istruzione, dell’Associazione artistica internazionale, della Compagnia drammatica Paladini-Zampieri, del Comune di Roma, ed una folla di nastri verdi della Massoneria.
Intervenne alla cerimonia la sorella del poeta, signora Costanza Vannucci-Cossa con le figlie ed i nipoti, oltre a Virginia Marini, Cesare Rossi, Ettore Ferraris, il senatore Monteverde.
Caduta la tela al suono della Marcia Reale, pronunciarono discorsi applauditi Ettore Ferraris, il sindaco Ruspoli, il ministro Baccelli. La cerimonia si chiuse coll’Inno di Mameli. (4)
In quella vivace giornata l’’atto di consegna fu redatto dal notaio Delfini. (5)

Negli anni a seguire, dopo diversi lavori di riorganizzazione urbanistica nell’Urbe, si rese necessario trasferire l’opera la quale, nel clima successivo al concordato tra Santa Sede e Regno d’Italia, forse parve ancora più antipatica di prima ad alcuni ambienti reazionari. E ben lo si evince dai toni dei periodici cattolici:
A Roma il Governatore ha deciso di togliere la statua di Pietro Cossa dal largo Arenula, punto di frequenza notevole, ed erigerla sulla solitaria Piazza dell’Orologio che è più vicina alla casa dove nacque (…). Gli artisti anzi insorsero anche contro la nuova destinazione del monumento a Pietro Cossa, perché Piazza dell’Orologio, seppur solitaria, è tuttavia uno degli angoli più armoniosi della Roma del Rinascimento.
Quel ”bronzaccio,, dell’ottocento anticlericale ha suscitato le ire particolari del critico d’arte di un quotidiano del mattino, il quale lo disse anacronistico, non avendo avuto il Cossa altro merito di drammaturgo scapigliato e romantico che quello di aver rappresentato la sua epoca radico-massonica (…). (6)

Dopo anni di oblio, abbandonata in un prato nel bastione cinquecentesco delle Mure Aureliane, l’opera fu trasferita nel 1962 nell’attuale e già citata piazza della Libertà (7).
E qui essa sembra aver trovato pace, sul basamento ancora si scorgono scolpiti i mascheroni teatrali con i festoni, ed in alto si erge il Cossa in abiti borghesi e con la mano sul cuore.
Attorno un bel giardino fa da sfondo a questa statua dalle alterne vicende ma pur meritevole di memoria e d’attenzione da parte dei distratti passanti e dei turisti che affollano la capitale.
Alessandro Mella
NOTE
1) Gazzetta Piemontese, 242, Anno XV, 2 settembre 1881, p. 3.
2) Monumento a Cossa. — La Commissione aggiudicatrice del concorso por il monumento a Pietro Cossa, a Roma, ha deciso di darne la commissione allo scultore Alfredo Sanguinetti, assegnando un premio di 600 lire al concorrente Cesare Pistacchi. (Gazzetta Piemontese, 262, Anno XXIII, 21 settembre 1889, p. 3).
3) Corriere della Sera, 253, Anno XX, 15-16 settembre 1895, p. 2.
4) La Stampa – Gazzetta Piemontese, 269, Anno XXIX, 28-29 settembre 1895, p. 1.
4) Corriere della Sera, 265, Anno XX, 28-29 settembre 1895, p. 1.
5) Gazzetta d’Asti, 40, Anno XLI, 13 ottobre 1939, p. 1.
6) https://www.romasegreta.it/prati/monumento-a-pietro-cossa.html (Consultato il 13 novembre2023).
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