Prodotti dell’ingegno nati a Torino, oggi si costruiscono a Saragozza. Così vuole il mercato globale
Al momento della sua presentazione, la nuova Lancia Y appariva come una elegante e raffinata vettura del segmento B, offerta in varie versioni, sia ibrida che elettrica, in tema con le caratteristiche della sua longeva stirpe. All’occhio degli appassionati però, non era sfuggito un particolare dalle caratteristiche “cattive”; quel fanalino tondo posteriore che richiamava la leggendaria Stratos, anticipando un futuro “predestinato”, adesso reso ufficiale. L’acronimo dell’Alta Fedeltà, nato a Torino negli anni 60, e l’elefantino simbolo di forza, si sono riuniti sulle linee della nuova Ypsilon Rally 4 HF, insieme a un rivisitato look della squadra corse.
La Lancia ritorna dunque nel mondo dei rally, dopo una sosta che dura dal 18 dicembre 1991, giorno del ritiro in forma ufficiale dai rally, pur in concorso con l’uscita dell’ultimo aggiornamento della Delta HF Integrale: l'”Evoluzione”. Decisione presa per molti motivi: la Lancia aveva vinto tutto; il mercato non pagava più. A quell’epoca il rally, offuscato da altri sport motoristici, era seguito da un numero calante di appassionati. I costi non restituivano i benefici.
Troppi anni di astinenza, durante i quali i tifosi non hanno mai messo da parte la speranza. L’elefantino HF, l’icona più vincente nella storia del WRC, con 15 titoli mondiali conquistati tra il 1972 e 1992, ha di nuovo allungato il naso. I tempi stanno cambiando, la visibilità globale aumenta e Stellantis non può restare indietro. Dunque, Lancia ritorna in campo, sebbene condivida la genetica con la 208 Peugeot.
È una notizia che fa bene a tutto il comparto del Motorsport, però manca un ultimo passo per ritrovare gli antichi fasti al 100%. Il brand italiano ha presentato la nuova Ypsilon Rally 4 HF, ma al momento è una vettura che potrà scendere in gara unicamente nella classe a 2 ruote motrici. L’auspicio è che si tratti solo di un primo passo verso un agognato ritorno nel WRC nelle stagioni a venire.
A tal proposito, è logico ipotizzare che la Lancia attenda i nuovi regolamenti per le vetture WRC che dovrebbero entrare in vigore entro il 2026. Una normativa che si presume sia confezionata per invogliare nuovi costruttori, quali la Lancia e altri marchi storici, verso il massimo campionato, che sta di nuovo dando segni di stanchezza, orfano di rivalità tra macchine che infiammavano gli animi.
La Lancia Y Rally 4 HF è spinta da un motore 4 valvole a 3 cilindri 1200 cm³ turbo che restituisce 212 CV, con trazione anteriore e differenziale autobloccante. Una bella base di partenza per la classe RC4, tra le più diffuse a livello nazionale e internazionale.
A braccetto del modello rally, è annunciata la Lancia HF elettrica stradale ad alte prestazioni, dotata di 240 cavalli, con assetto ribassato e allargato. Uno schema che sommesso scivola tra le notizie, anticipando la sua applicazione anche ai modelli Lancia Delta & Lancia Gamma in futuro divenire.
Infine, la nota stonata che fa storcere il naso alla storia del marchio e dell’industria automobilistica italiana. La Lancia Ypsilon sarà prodotta dall’anno in corso 2024 nello stabilimento Stellantis di Saragozza in Spagna.
Nel frattempo, Mirafiori langue, sempre più cattedrale nel deserto di una Torino Stella cadente, in un mondo dell’auto che non ha posto né per sentimenti umani, né per tradizioni operaie. Gli algoritmi e la robotica sono cuori digitali a cui interessano soltanto i numeri e le loro percentuali.
Foto Lancia Y sito Stellantis
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Caro Carlo, a me sinceramente la nuova Ypsilon non piace, troppo uguale alle altre del gruppo, tranne forse per i fanali posteriori che, come giustamente hai fatto notare, erichiamano nel design le Lancia stratos e le vecchie Ferrari GTO. Io non capisco le leggi del mercato globale, ma gli operai spagnoli non guadagnano mica meno dei nostri? Allora perchè, il brand tra i più famosi d’Italia, deve essere trasferito in Spagna e un domani non potrà neanche fregiarsi del tricolore Made in Italy? Le logiche di mercato contro il mercato…Io acquisterei più volentieri un’auto Italiana costruita in Italia, che non un’Italiana made in Spain…
a parte l’estetica che in fondo non è male (in qualità di ex designer anch’io reputo che il muso poteva venire meglio), ma il brutto è che per legge di mercato probabilmente viene prodotta in Spagna poiché se le fanno un esame del DNA si scopre che è sorella della 208 peugeot, prodotta e commercializzata dallo stesso gruppo. Non c’è più spazio per le questioni di cuore