La passione per la velocità non conosce rallentamenti.
Fino dai tempi antichi la velocità ha avuto un ruolo importante per la sopravvivenza degli animali: le prede devono correre per non morire, mentre i predatori devono correre per mangiare. Ecco dunque che la velocità serve agli uni e agli altri.
L’uomo a sua volta ha sfruttato la velocità degli animali per spostarsi, prima di tutto ha utilizzato il cavallo sia in groppa che sulle bighe, per passare poi alle diligenze e alle carrozze. Per secoli ci si è spostati in giro per il mondo con questo mezzo.
Poi è arrivato il treno, con la locomotiva a vapore, simbolo di potenza e di velocità su rotaia, anche se inizialmente stentava ad arrivare a 35 Km/h. Si potevano così trasportare passeggeri e merci anche voluminose.
Quando la macchina a vapore moderna inventata da George Stephenson all’inizio del XIX riuscì a percorrere il tratto da Liverpool a Manchester venne segnato un passo determinante per l’epoca, che esplose poi in tutta Europa e in America. Occorreva sempre più potenza per affrontare le salite e aumentare il numero dei vagoni trainati, per cui i cavalli vapore aumentarono e con loro aumentò anche la velocità che arrivò ben presto a superare i 70 Km/h. Nei primi del 900 L’italiana Breda, detta la Regina delle locomotive, costruì la 685 che disponeva di 1250 cavalli e raggiungeva i 120 Km/h. Le ultime locomotive a vapore vennero dismesse attorno agli anni 50/60 quasi in tutta Europa, per passare alle motrici elettriche, tranne che in Polonia, dove furono mantenute per qualche decennio in più.
Nel frattempo attorno all’inizio del XX secolo nacquero le automobili, prima a vapore e poi con motore a combustione interna ed alcune elettriche. La Francia era all’avanguardia con numerose marche di auto, quali la De Dion-Bouton, la Peugeot, la Panhard e proprio in Francia nacque il primo “Concorso internazionale per veicoli in grado di muoversi autonomamente” il vincitore percorse il tragitto ad una media di circa 18 Km/h.
Il record di velocità fu quindi inventato in Francia e il primo record fu registrato in questo paese il 2 dicembre 1898, con 63 Km/h. Vale la pena di citare anche un marchio italiano che ottenne un record importante nel 1924 ed esattamente la “Fiat Mefistofele” con 234 Km/h attualmente esposta al Museo dell’Automobile di Torino.
Il nuovo secolo si apriva dunque con grandi speranze nel trionfo della scienza contro l’oscurantismo nemico del progresso. Uno dei principali aspetti della scienza era ovviamente la Velocità. Entriamo nel Futurismo, che inneggiava all’ardimento, al pericolo e alla sfida,
al combattimento e al coraggio. I piloti che tentavano di battere i record di velocità erano considerati i moderni eroi. In soli otto anni le velocità da record sviluppate passarono ai 206 Km/h.; dopo due anni, nel 1928, Donald Campbell raggiunse i 333Km/h. Questi record erano ottenuti su una pista rettilinea che si doveva percorrere nei due sensi di marcia e la velocità doveva essere mantenuta per un miglio. Stiamo parlando di veicoli a 4 ruote con un motore che spinge la vettura attraverso la trazione o, per meglio dire, la propulsione posteriore. Le gare non esistevano, per cui l’unico modo per pubblicizzare un marchio o un modello era quello di dimostrarne la velocità. Questi primi record erano effettuati su piste di sabbia dura e in seguito su laghi salati, la cui superficie era assai liscia rispetto ad altri terreni.
Io stesso ebbi l’occasione di tentare un record mondiale di velocità sull’ora per vetture Gran Turismo di serie. La macchina che mi venne offerta era una Ferrari 550 Maranello su una pista ovale in America vicino a Columbus Hoio. Ottenni il record girando per un ora a più di 300 Km/h di media, nel senso che per tutta l’ora non scesi mai sotto i 300 Km/h, con punte anche di 320 Km/h. Nuovo record mondiale per vetture di serie. 12 Ottobre 1998 World Speed Record 550 Maranello.
Le velocità cominciarono ad aumentare grazie appunto alla superficie dei laghi salati, il più noto è quello di Bonneville nello Utah che permise a Malcom Campbell di toccare i 404 Km.h. Nel 1932.Il grande rivale di Campbell John Cobb toccò i 563 Km.h. poi i 595 Km.h nel 1939 ed infine dopo la guerra, nel 1947, arrivò a ben 633 Km.h.! John Cobb morì poco dopo nel tentativo di battere un record di velocità sull’acqua. Nel 1964 il figlio di Malcom Campbell, Donald, con la Proteus “Bluebird” battè di 1 solo Km/h il record di John Cobb, raggiungendo i 634,92 Km/h.
Con questa velocità si concludono i record per vetture speciali ma con trazione sulle ruote e motori tradizionali; i record successivi sono tutti con motori tipo jet o a razzo, paragonabili ad aerei. Il più noto recordman di questi mezzi, Craig Breedlove, passò dai 657 K/.h. del 1963 con il suo progetto “Spirit of America” ai 966 Km/h.! del 1965. Nel 1970 il primo a superare i 1000 Km/h. fu Gary Gabelich che raggiunse con la “Blue Flame” ben 1014Km/h., segnando un record che durò 13 anni. Ormai la velocità del suono era vicina e altri tentativi migliorarono di poco la velocità fino a quando il 15 Ottobre del 1997 la “Thurst Super Sonic Car” di Richard Noble pilotata dal pilota della RAF Andy Green arrivò finalmente a superare la barriera del suono toccando con i due motori Rolls Royce la velocità di 1.227 Km/h. Anche se di “Car” non mi sembra che si tratti ma piuttosto di un Jet senza le ali, mi chiedo se fossero più temerari quei piloti che si avvalevano delle ruote motrici per superare determinate velocità o questi moderni Jet supersonici. Rimaniamo con il dubbio, ma quello di cui siamo certi sono il fascino e l’attrazione che provoca ancor oggi in noi la velocità
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