
L’essere umano esprime il massimo della sua genialità nella distruzione di tutto ciò che è perfetto e vivo
Il recente articolo pubblicato su questo stesso quotidiano, relativo alla repentina diminuzione del campo magnetico che protegge la terra dal vento solare, e l’approfondimento dedicato all’assottigliarsi dello strato di ozono che protegge la superficie terrestre dai raggi ultravioletti, hanno stimolato un’ulteriore ricerca e una curiosità che hanno trovato conferma proprio in questi giorni, in un’ultima notizia battuta da tutte le agenzie.
L’aumento della temperatura globale infatti, ha troppi nemici, alcuni conclamati, quali l’ormai dichiarato effetto serra generato da emissioni gassose di origine antropica, che non fa quasi più notizia, come se la rivoluzione Green e le auto elettriche dovessero risolvere il problema.
Stabilito che la risposta alle emissioni di gas serra sta privilegiando il comparto economico più che la logica sostenibilità ambientale (mancano miliardi di alberi), per alcune persone di una certa età, il bruciore sulla pelle del sole invernale, è stato un sintomo crescente di un “qualcos’altro” che si accaniva sulle temperature, il motivo è semplice: l’effetto serra, trattiene il calore emesso dalla terra sotto forma di raggi a bassa frequenza: gli infrarossi, e siccome agisce dal basso, non è la causa di una radiazione solare più bruciante.
La risposta sembrava essere stata data da un impoverimento della ozonosfera che filtra i raggi UV, quelle onde ad alta frequenza che provengono direttamente dal Sole. Un effetto anch’esso favorito da emissioni generate dall’uomo (CFC), ma la recente attenzione sul calo di intensità del campo magnetico che protegge la terra dal vento solare è risultata ancor più allarmante. A questo punto, la curiosità ha preso il sopravvento: perché succede adesso?
Un po’ per conoscenza fisica, un po’ per logica e molto per intuizione può avvicinare certe ipotesi anche alla più impensabile risoluzione. Se un campo magnetico varia di intensità è perché altro metallo sta interessando le sue particelle. Dal 1957, anno dello Sputnik, attorno alla terra ruotano migliaia di satelliti e milioni di rifiuti spaziali. Prima non c’era nulla tra il mondo e le stelle.
Enigma risolto? Sembrerebbe purtroppo di sì e il primo indiziato non era neppure così difficile da individuare, più complesso ammettere di averlo sempre sospettato senza volerlo nominare. Sul fenomeno non v’è certezza, ma l’aumento di satelliti che ruota attorno al pianeta, nell’arco di poco tempo è aumentato in modo esponenziale, dall’avvento di Google Earth (13.000), alla … 3, 4G, 5G (< 5000), alle “costellazioni” di SpaceX (6000 in aumento), facendo “salire alle stelle” la quantità di metalli trasvolati dal pianeta oltre l’atmosfera. A questo punto, le reazioni di causa-effetto cominciano ad assumere una verità intuitiva: i paperoni e gli scienziati della razza umana, dopo aver saccheggiato il pianeta adesso ne appestano i delicati equilibri dell’atmosfera secondo un fantastico, ma criminale progresso scientifico che va discusso ad ogni costo. L’unica arma a disposizione della gente comune è la conoscenza, lo studio, l’informazione.
Il gran numero di satelliti, già responsabile dell’oscuramento stellare, sembra sia anche concausa della diminuzione dello strato di ozono. A questa teoria, chi scrive aggiunge che ogni vettore che perfora l’atmosfera brucia ogni particella sulla sua strada. Nel 2022 sono stati lanciati 179 razzi, nel 2023 sono aumentati a 200 e quest’anno non si prevede un’inversione di tendenza (lanci di Pyongyang & altri militari esclusi, idem verso Luna e Marte).
Il prossimo piano di lanci dei satelliti Internet Kuiper di Amazon pare abbia già raccolto numerosi clienti e sembra inarrestabile l’aumento dei nuovi satelliti ad uso civile, da depositare nell’alto dei cieli, ma per farne che? Guardando al futuro, una semplice logica sussurra che tutto il pentolame tecnologico spedito in orbita, un giorno diventerà spazzatura spaziale.
La società di analisi BryceTech, che offre dati e servizi provenienti dall’industria spaziale, indica che nel 2023, sono state messe in orbita più di 1000 t di materiale satellitare. Più dell’80% lanciato da SpaceX, per infittire rete Starlink. Al momento la Cina è molto al di sotto, ma in futuro è logico immaginare che tenderà a colmare le distanze.
L’intuizione relativa all’interferenza della nube di satelliti con il campo magnetico della Terra, ha infine collimato con uno studio divulgato pochi giorni fa anche dai canali Rai, realizzato nell’Università dell’Islanda dalla ricercatrice americana Sierra Solter, che spiega con una progressione di numeri il probabile verificarsi del fenomeno.
Nei prossimi decenni sono previsti in orbita 500.000 nuovi satelliti per creare quella rete “Esternet” (così denominata dall’autore in due romanzi fantastici nel 2005), capace di supportare l’IA. Sierra Solter precisa che ogni satellite portato in orbita, prima o poi dovrà cadere, dissolvendosi nell’impatto con l’atmosfera, creando una nube di corpuscoli elettrificati intorno alla Terra.
L’esempio portato dalla studiosa è sconcertante: «la massa di un satellite Starlink di seconda generazione è di 800 chilogrammi, che per la maggior parte diventeranno detriti conduttivi quando il satellite, ormai obsoleto, verrà tolto dalla sua orbita».
Nella magnetosfera gli equilibri che ci proteggono dal vento solare, per miliardi di anni non hanno contemplato satelliti umani. Infatti, la somma di particelle cariche nelle fasce di Van Allen (cintura di particelle del vento solare trattenute dal campo magnetico della Terra), ha una massa di soli 0,00018 chilogrammi, quindi, ogni singolo satellite ha una massa milioni di volte superiore. Una realtà con la quale confrontarsi senza aspettare altro tempo.
Gli studi sui cambiamenti delle caratteristiche elettriche nelle zone di disgregazione dei satelliti sono in evoluzione. Rilevamenti del 2023 realizzati ad altissima quota con un aereo della Nasa, hanno riportato che il 10% delle particelle nella stratosfera include metalli originari dei satelliti disintegrati.
Sierra Solter ha dunque dichiarato: «È una situazione molto preoccupante. Non possiamo scaricare infinite quantità di materia conduttiva nella magnetosfera senza aspettarci un impatto negativo. Urgono studi multidisciplinari su tutto il fenomeno».
Allo stato attuale, oltre ai nuovi satelliti sparati oltre l’atmosfera, attorno alla Terra ruota una calotta di rottami ormai inutili. Secondo analisi dell’Agenzia Spaziale Europea del 2023, i detriti più lunghi di 10 cm ancora in orbita sono oltre 29.000, quelli di estensione maggiore di 1 cm sono 670.000 e i rifiuti spaziali di lunghezza maggiore di 1 mm sono oltre 170 milioni.… E più scrivo di queste cose e più sento salire un colpevole senso di vergogna.