La notizia che si ripropone dal “centro della Terra” merita attenzione e qualche approfondimento
La notizia del 2020 era riportata dalla rivista Green Me, anticipata da altri studi. Nel gennaio del 2003 la rivista “Le Scienze” confermava un dubbio: il campo magnetico terrestre si stava indebolendo, senza che gli scienziati e i geofisici avessero individuato il perché.
Il 3 febbraio 2005 una ricerca franco-danese convalidava: il campo magnetico terrestre stava diminuendo più velocemente di quanto non si credesse in passato, ipotizzandone la scomparsa entro un migliaio di anni.
Scenario infernale, poiché senza campo magnetico le particelle solari spazzerebbero via la protezione dai raggi infrarossi garantita dall’atmosfera terrestre, liberando l’ossigeno verso l’infinito, prosciugando fiumi, mari e oceani, rendendo il pianeta Terra arido e simile a Marte.
La notizia non trova tutt’oggi adeguata diffusione e il silenzio risuona come una tacita cospirazione contro la conoscenza di una tremenda verità. La perdita di efficacia del campo magnetico, potrebbe essere collegata alla somma di fenomeni naturali e di origine umana che si stanno accanendo nel progressivo riscaldamento globale, e quindi, al futuro del pianeta e della vita. Parlarne in modo approfondito darebbe origine a qualche indesiderato e imprevedibile allarmismo globale?
L’origine del campo magnetico che avvolge la terra non è totalmente provata. Gli studiosi più accreditati ritengono che sia generato da correnti elettriche che si formano nel nucleo della Terra; una massa ferrosa e liquida che, sottoposta a enormi pressioni, nello strato profondo diventa solida. Due strati che ruotando, sfregano tra loro come un’immensa “dinamo” che trasferisce le cariche fin oltre la superficie, formando uno scudo di particelle tra i due poli (positivo e negativo), che si estende nello spazio (magnetosfera) e che difende la Terra dal vento solare.
Secondo ricerche effettuate negli ultimi decenni, il campo magnetico terrestre non solo si sta indebolendo, ma si sta spostando lentamente anche il Polo Nord magnetico, dal Canada verso la Russia.
Un reparto accademico della California, con sede a San Diego, monitora il movimento del nucleo terrestre e su come ha influenzato l’oscillazione del campo magnetico negli ultimi 100.000 anni. Per ricostruire gli spostamenti dell’asse terrestre nell’arco dei secoli, oggi lo staff si può avvalere dei dati ricavati da satelliti. Il gruppo di ricercatori ha valutato anche i valori di campo magnetico dei flussi di lava “metallici” e dei manufatti “ferrosi” estratti e lavorati dall’uomo, sebbene tracciare un grafico dell’insieme risulti molto relativo, soprattutto riguardo alla massa del materiale eruttivo sottratto dal nucleo e raffreddato sulla superficie del pianeta.
Lo spostamento del Polo Nord magnetico verso nord-est dal 1904 è stato valutato di circa 15 km all’anno. Nel 1989 e nel 2007 si sono verificate due accelerazioni, spostando il polo verso la Siberia a 55 km all’anno. Un fenomeno che potrebbe anticipare un’inversione dei poli, come si presume sia accaduto circa 40 mila anni fa.
L’indebolirsi del campo magnetico e lo spostamento o addirittura l’inversione dei poli magnetici potrebbero dare origine a numerosi cambiamenti, anche se si tratta di una scienza nuova e gli studi sono in via di sviluppo. Di certo il pianeta sarebbe più esposto ai raggi cosmici e al vento solare che potrebbe attaccare l’atmosfera. Nella minore delle ipotesi, le specie viventi che usano il campo magnetico per spostamenti e migrazioni sarebbero quelle esposte a maggiori conseguenze, dovendo rettificare il loro metodo di orientamento. L’esito peggiore invece, sarebbe quello di una dispersione dell’atmosfera e l’inaridirsi di tutto il pianeta.
Il 5 marzo 2018 La rivista Focus riportava uno studio relativo alla perdita di intensità del campo magnetico terrestre registrata da 150 anni in un’area dell’emisfero australe nota come South Atlantic Anomaly. Sotto quest’area, nel centro del pianeta avrebbero origine le cause delle fluttuazioni del campo magnetico, sia del passato remoto che in tempi più recenti.
I dati raccolti sembrano confermare che l’attuale anomalia magnetica del Sud Atlantico sarebbe la più recente ricorrenza di un immane evento geo-magnetico ciclico che avrebbe origine nel nucleo terrestre, dando origine a varie ripercussioni su tutta la Terra.
24 gennaio 2023 un articolo pubblicato su Nature Geoscience riportava: “il nucleo terrestre sta rallentando la sua rotazione: perché?” Lo studio era opera di due scienziati cinesi, Yi Yang e Xiaodong Song, dell’Istituto di Geofisica teorica dell’Università di Pechino.
Una scoperta che risale agli anni 90 ha rilevato che allora il nucleo terrestre aveva una rotazione duplice; la parte interna girava più veloce rispetto al Pianeta. Nel 2009 tutto il nucleo ruotava alla stessa velocità della Terra, mentre nel 2023, Il nucleo interno ruotava verso est a una velocità maggiore rispetto al resto del pianeta, mentre quello esterno ruotava a una velocità minore rispetto a quella del pianeta.
Lo studio cinese è il più recente e sostiene che il rallentamento proseguirà fino a fermarsi. Le cause sarebbero dovute ai sensi di rotazione altalenanti, alle maree e alla distanza della Luna, che si sta lentamente allontanando di 3,8 cm l’anno.
Le alterazioni del campo gravitazionale e del campo magnetico sarebbero quindi da attribuirsi a una interazione tra tutti questi fenomeni, che hanno effetti anche sull’aumento della temperatura globale. Dunque, brutte notizie dallo spazio e dal cuore del nostro elettrizzante pianeta.
Nel caso lo scenario volga al peggio, chi ci salverà? Sembra che Elon Musk e un ristretto gruppo di amici paperoni, si stia portando avanti con qualche piano di fuga…
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Purtroppo certe notizie sono considerate “scomode” e difficili da maneggiare… meglio mettere la polvere sotto il tappeto?!? Credo di no!