Studio rivela la sua influenza
Secondo una recente ricerca quando si verificano complicazioni respiratorie durante il sonno, si può incorrere in un declino cognitivo precoce. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Frontiers della Sleep Foundation USA.
A contribuire la rischio del declino cognitivo vi è soprattutto il fenomeno dell’OSA (apnea ostruttiva del sonno). La stessa fondazione americana stima che dal 10 al 30 percento degli adulti soffra di OSA.
La Dott.ssa Ivana Rosenzweig, MD, neuropsichiatra che dirige il Sleep and Brain Plasticity Centre del King’s College di Londra, capofila della ricerca in un comunicato stampa afferma che questo studio ha dimostrato che l’OSA può causare “deficit significativi nella cognizione sociale. La stessa autrice dichiara: “Questa complessa interazione è ancora poco conosciuta, ma è probabile che porti a cambiamenti neuroanatomici e strutturali diffusi nel cervello e a deficit cognitivi ed emotivi funzionali associati”.
La Dott.ssa Rosenzweig continua dicendo quanto è stato riferito dai partner dei pazienti: “Nelle nostre cliniche, i partner possono talvolta riferire che un paziente [con OSA] è “meno emotivamente presente”, o più irritabile o meno altruista. Tuttavia, finora negli studi, l’OSA non è stata associata a questo deficit”,
Lo studio ha visto prendere in esame 27 uomini di età compresa tra i 35 ei 70 anni. Tutti sani. L’unico sintomo riscontrato e diagnosticato era la OSA. Si potuto notare quanto la vigilanza, il funzionamento esecutivo, la memoria visiva a breve termine e l’identificazione sociale ed emotiva erano inferiori nelle persone con OSA grave.
Per redigere tale risultato si è creato un gruppo di controllo della stessa età, condizione sociale, ma senza sintomi di OSA.
Aspetti, tuttavia, peggiorativi del fenomeno del declino cognitivo sono l’obesità, disturbi cardiovascolari (a volte conseguenti alla OSA), ipertensione e diabete di tipo 2. Da dire che la stessa OSA può essere l’innesco di queste problematiche.
Gli scienziati hanno precedentemente scoperto che nelle persone sofferenti di OSA, e che hanno quindi un flusso intermittente dell’ossigeno al cervello, si può riscontrare una possibile influenza sulla sua struttura e funzione. Alcune ricerche, invece, tendono a dare maggiore rilievo causale a tali probabili deficit funzionali ad altri problemi di salute. Le cosiddette comorbidità. Tra queste si trovano come già scritto l’ipertensione e vasculopatie cerebrali.
I ricercatori dello studio affermano: “Il nostro studio è una prova del concetto. Tuttavia, i nostri risultati suggeriscono che le comorbilità probabilmente peggiorano e perpetuano eventuali deficit cognitivi causati direttamente dall’OSA stesso. Ciò che resta da chiarire negli studi futuri è se le comorbilità abbiano un effetto additivo o sinergico su questi ultimi deficit e se vi sia una differenza nei circuiti cerebrali nei pazienti con OSA con o senza comorbilità”.
E la Dott.ssa Ivana Rosenzweig dichiara: “Anche se non possiamo rivendicare il nesso di causalità, i nostri risultati suggeriscono che l’apnea ostruttiva del sonno stessa può essere sufficiente per iniziare il danno nel cervello, anche in pazienti altrimenti sani”. Conclude dicendo: Questo disturbo (OSA) è relativamente facilmente curabile, eppure può portare a malattie così gravi e debilitanti, che una volta impostate, potrebbero non essere così facilmente curabili”.