La fisica quantistica esalta le sue caratteristiche intrinseche.
Come possiamo definire il cervello? Forse un luogo dove connessioni sinaptiche si intrecciano senza sosta per creare pensieri e azioni a noi congeniali? Oppure un luogo dove avere la possibilità di definire una connessione dimensionale differente?
La fisica quantistica ha dato e sta dando un contributo notevole all’evoluzione delle conoscenze scientifiche di questo secolo che volge al suo primo quarto. Le varie teorie delle stringhe e del multiverso o del fenomeno dell’entanglement quantistico, stanno stravolgendo i concetti della fisica classica.
Ma cosa c’entra il cervello in tutto questo?
La quantistica ha creato, grazie alle sue scoperte, un intreccio sostanziale con la biologia molecolare, le neuroscienze e la biochimica. Biochimica e neuroscienze sono attinenti ai processi attivati nel cervello. Ed è in questo caso che il nostro meraviglioso organo pensante assume un ruolo centrale quale punto di contatto tra gli aspetti più complessi della fisica quantistica e degli stati di coscienza da lui prodotti.
Stati di coscienza appunto. Sono uno degli aspetti più affascinanti del suo potenziale insieme agli aspetti di funzionalità cognitiva. Per meglio addentrarsi nel mondo quantistico delle capacità cerebrali, è bene comprendere come il fenomeno dell’entanglement sia un fenomeno attivo nei processi sinaptici. Nella fisica quantistica il fenomeno prevede una correlazione stretta tra due particelle subatomiche. Tale “unione correlata” supera le barriere di spazio e tempo. Cosicché, se una particella riceve uno stimolo tale da farle cambiare anche solo di pochissimo il suo stato, anche la particella correlata, benché distante anni luce, nello stesso millesimo di secondo, assumerebbe il nuovo stato ricevendo la variazione come se fosse stata lei a subire direttamente il cambiamento. Ora si è potuto notare come i nostri neuroni si comportino nello stesso identico modo.
Ma non è finita qui. Il nostro cervello ha la capacità di sovrapporre dati per analizzare la risposta ambientale e comportamentale migliore. Una tale sovrapposizione si ha anche a livello delle particelle. In questo caso, le particelle, posso coesistere in più stati nello stesso istante. Quindi le reti neurali, per lo stesso principio, sono in grado di creare tali sovrapposizioni. Da qui si comprende come sia possibile elaborare risposte cognitive e attivare processi decisionali complessi.
Un altro fenomeno assai importante è quello della coerenza quantistica. Un fenomeno facile da ritrovare negli elementi di continuità della coscienza atti a definire, in base alla nostra percezione, chi sentiamo di essere. Sia l’entanglement che la sovrapposizione di dati sono in grado di creare una coerenza quantistica sulla percezione della realtà e delle esperienze di coscienza soggettive. Esempio semplice per comprendere il fenomeno: ci si sdraia su di un prato. Si guarda il cielo. Ci si lascia trasportare dalle sensazioni. Benché gli occhi siano aperti non si vede più il cielo ma le immagini pensiero prodotte dal momento. Il corpo sente e percepisce la leggera brezza sfiorante la pelle. Nello stesso istante noi vediamo senza vedere; vediamo il nostro pensiero costruito; percepiamo le carezze dell’aria sulla pelle. In tutto questo siamo in sovrapposizione di dati, entanglement e in coerenza soggettiva.
Arrivo ora al nocciolo della questione di questo articolo. Il cervello con la su attività produce il fenomeno detto mente. La mente elabora e crea un modello di realtà percettiva soggettivo. Ognuno di noi realizza, con questo modello di realtà una correlazione di coerenza quantistica. Questa correlazione attiva il fenomeno dell’entanglement. La bidirezionalità dei due fenomeni attivati produce una sovrapposizione di dati e stati di coscienza. Queste informazioni quindi stanno portando a ipotizzare e a sostenere, per alcuni, nuove prospettive di approccio in grado di superare di gran lunga le teorie classiche della psicologia e delle neuroscienze.
Di fronte a tali ipotesi, supportate da vari studi e ricerche, si è potuto stabilire quanto lo stato di coscienza e dell’idea di realtà personali possano determinare lo stato del nostro vivere quotidiano. In più, in base a quanto emerso, si può comprendere come il nostro cervello quantistico sia in grado di assumere una quantità di dati di gran lunga superiore a quanto fino ad ora ipotizzato.
In conclusione, il nostro cervello è, di per sé, un campo quantico di connessioni e possibilità.