Secondo uno studio statunitense sembrerebbe di sì’.
Negli stati uniti gli omicidi di massa da parte di persone un po’ problematiche sono abbastanza frequenti come pure gli atti di violenza estrema. Da qui, fornire una motivazione più approfondita sui perché del fenomeno in crescita, era necessaria.
Secondo uno articolo di studio intitolato “The Sense in Senseless Violence: Male Reproductive Strategy and the Modern Sexual Marketplace as Contributors to Violent Extremism” e pubblicato sul Journal of Adaptive Human Behavior and Physiology , scritto dalla professoressa assistente di psicologia dell’Università del Rhode Island Miriam Lindner, vi potrebbe una connessione tra atti violenti e il celibato involontario in soggetti con caratteristiche misogine.
“Per molto tempo c’è stato questo malinteso secondo cui questo tipo di violenza potesse essere attribuito alla posizione socioeconomica o al livello di istruzione”, ha detto Lindner in un comunicato stampa. “Ma quando guardiamo le persone che commettono questi atti molto violenti, si scopre così che ciò che hanno in comune non è il fatto di essere maschi – anche se il 98% di loro lo è – ma il fatto che sono estremamente misogini.”
Nel mondo vi è una crescita del movimento “incel” – ossia del celibato involontario – dove gli appartenenti, in quanto respinti più volte o con delusioni amorose particolarmente significative, possano nutrire sentimenti di misoginia nel loro intimo. Gli stessi appartenenti al movimento tendono a definirsi come incapaci di ottenere esperienze sessuali o romantiche nonostante le desiderino.
La facilità di connessioni e di ottenere tutto e in fretta grazie alla tecnologia, ha contribuito alla evoluzione psicologica, in particolar modo nella sfera maschile, di desiderio sessuale piuttosto che romantico. In più, tale desiderio, si aggancia alla percezione di poter utilizzare la coercizione o l’essere aggressivi per ottenerlo.
Se a questo si aggiunge l’evoluzione sociale femminile tale da renderle autonome e selettive, sia nella sfera sessuale che di relazione, la linea della tensione intrinseca nel soggetto incel trova il suo habitat naturale.
“Se hai una psicologia maschile progettata per intimidire e costringere quando non ottieni ciò che vuoi, e all’interno di questo ambiente hai accesso immediato a oggetti come le pistole, che rendono molto facile esprimere quell’intimidazione, puoi immaginare facilemnte come potrebbe andare a finire”, ha detto Lindner.
Tutti gli Incel commettono atti violenti?
Fortunatamente no. Tra i loro componenti esistono maggiori casi di suicidio piuttosto che casi di violenza. Ad alimentare la violenza sono più le chat degli incel con le loro convinzioni, spesso promosse dalla sofferenza e dalla incapacità di stare con se stessi, a incitare ed esprimere le proprie lamentele attraverso la violenza. Qui troviamo il desiderio di vendetta verso le donne che rifiutano o sono più selettive. Per cui la loro attenzione si concentra molto di più sulla minaccia piuttosto che sul comprendere le motivazioni di un rifiuto.
Per la professoressa Lindner un modo per combattere la violenza incel esiste. Lei suggerisce di aiutare gli uomini a comprendere il rifiuto, ad accettarlo, a stare con le proprie emozioni e sviluppare maggiore consapevolezza di sé. Riconoscere i propri processi mentali ed emozionali verso il rifiuto permette in questi soggetti di promuovere una maggiore consapevolezza su come gestirli. La Lindner prosegue dicendo quanto questo lavoro sia fondamentale per ridurre questo tipo di violenza.
In effetti ha aggiunto: “Stabilire i fattori che portano all’autolesionismo e al suicidio rispetto a quelli che scatenano la violenza espressiva è fondamentale per accrescere la nostra comprensione di quando i giovani uomini dirigono la loro aggressività contro se stessi o gli altri”.
© 2024 CIVICO20NEWS – riproduzione riservata