Scoperte 300 espressioni facciali nei felini domestici.
Ebbene è proprio così è stato fatto uno studio sulle espressioni facciali dei gatti. È un po’ il loro modo di comunicare anche con noi umani. La faccia da gioco, la faccia rabbia, la faccia scontenta. Insomma tante espressioni per dirci cosa pensano.
Lo studio è recente. È uscita la pubblicazione il 18 ottobre 2023 sulla rivista Behavioral Processes . Gli studiosi del fenomeno sono riusciti a registrare centinaia di espressioni facciali nei gatti, ribaltando convinzioni del passato sulla loro distanza dagli umani.
Oltre al miagolio, i gatti, utilizzano il volto e il modello comportamentale per darci dei segnali, o per meglio dire, parlarci davvero.
Durante tutto lo studio, durato un anno, sono state registrate ben 276 distinte espressioni facciali nei gatti posti sotto attenta osservazione. I felini analizzati per lo studio appartengono a una colonia composta da 50 membri attivi e in salute. Il luogo dove si trova la colonia è Los Angeles all’interno di Cat Café del luogo. Gatti quindi abituati a vedere umani camminare in un territorio ben definito.
La particolarità di questo studio è l’essere il primo a puntare l’attenzione sul modo in cui i felini comunicano con noi oltre alle fuse e ai miagolii.
Sulle espressioni facciali di alcune categorie si sono fatti studio approfonditi. Per esempio si sa che i cani hanno 27 espressioni facciali. Gli scimpanzè un po’ di più 357. E noi umani? Noi arriviamo a 44. Sarà forse perché avendo sviluppato la capacità del linguaggio abbiamo meno necessità di spiegare le nostre intenzioni con il volto? Questo è ancora un mistero. Ciò che si sa, ora, di certo, che i gatti sono a 80 espressioni facciali in meno dei primati.
Ecco il perché dello studio e il suo valore: studi approfonditi sull’espressività dei gatti domestici erano scarsi o poco attendibili.
La coautrice dello studio Brittany Florkiewicz, assistente professore di psicologia al Lyon College in Arkansas, ha dichiarato alla rivista WordsSideKick.com “La letteratura è così scarsa e molti studi si concentrano solo sulla connessione tra gatti ed esseri umani nel corso di 10.000 anni di addomesticamento. Al Cat Café abbiamo potuto documentare le interazioni spontanee tra i gatti e registrare le loro espressioni facciali.”
“È stato sorprendente vederli combattere, e poi le cose si sono trasformate in un incontro aggressivo”, ha detto Florkiewicz. “Puoi vedere un cambiamento nelle loro espressioni facciali. All’inizio gli occhi di un gatto erano più rilassati e le sue orecchie e i baffi erano spinti in avanti, un movimento per avvicinarsi all’altro gatto. Ma poi le cose sono diventate brutte e ha mosso le orecchie e baffi all’indietro: il suo comportamento è cambiato abbastanza rapidamente.”
Lo studio, per decodificare le espressioni facciali, ha visto l’impiego di parecchie ore di analisi visiva delle registrazioni effettuate al Cat Café. Decodificando e sistemando in parametri statistici le varie risultanze espressive si sono potute determinare le percentuali di variabilità comunicativa. Lo studio ha concluso che le espressioni amichevoli erano presenti maggiormente attestandosi al 45%. Mentre quelle aggressive arrivano al 37%. Vi sono poi altre espressioni ambigue, circa il 18 % in quanto altalenatnte e rietrante in tutte e due le categorie, Secondo lo studio, un altro 18% era ambiguo o rientrava in entrambe le categorie.
Ogni espressione facciale felina aveva in sé ben 4 dei 26 movimenti facciali unici stabilendo così un tipo di messaggio. In effetti, dallo studio è emerso, che la cosiddetta “faccia da gioco” espressa nei felini è simile per le scimmie, i cani e gli umani. Essa è composta dagli angoli della bocca portati all’indietro e mascella rilassata verso il basso per formare una risata.
“Ci auguriamo che i rifugi per animali e le società umanitarie possano utilizzare la nostra ricerca per valutare meglio i gatti affidati alle loro cure”, ha affermato Florkiewicz. “Abbiamo anche avuto aziende che ci hanno contattato per voler progettare una app che consenta alle persone di registrare [e decodificare] le espressioni facciali dei gatti.”
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