Una ricerca rileva questa possibilità.
In uno studio pubblicato sul Journal of the American Heart Association riferito alle problematiche di natura cardiovascolare, ha rilevato una discrepanza tra donne uomini etero, bisessuali, gay e lesbiche.
Lo studio è stato corposo coinvolgendo un campione rappresentativo da analizzare di ben 170.000 persone. Per ottenere i risultati, è stata utilizzata la scala di controllo Life’s Essential 8 dell’American Heart Association (AHA).
Questo modello di intervista studio prevede il rispondere ad una serie di item specifici. Ogni domanda tende a stabilire un punteggio sulla probabilità di manifestare problemi cardiaci nel futuro. Più è baso il punteggio, maggiore sarà la possibilità.
Lo studio assume una caratteristica peculiare in quanto è il primo a differenziare gli esaminati per orientamento sessuale. La cosa più rilevante dello studio è stata proprio quella di scoprire un punteggio basso, rispetto alle donne eterosessuali, delle donne lesbiche e bisessuali. Cosa che negli uomini gay e bisessuali, se viventi in aree urbane, si è rilevato un punteggio maggiore rispetto agli uomini eterosessuali. Qui la cosa si è fatta più intrigante.
Lo studio, benché pubblicato su una rivista USA, è stato effettuato in Francia. I partecipanti, circa 170.00, erano per il 53% donne, prive di malattie cardiache, con un’età media di 46 anni. Di queste, oltre il 90% ha dichiarato die essere etero. Un 3,5% ha dichiarato la propria bisessualità e quasi un 1% si è dichiarata come lesbica. Tra gli uomini, stessi parametri di età e salute iniziale, il 90% si è dichiarato etero. Poco più del 3% ha dichiarato di essere bisessuale. Un buon 3% si è dichiarato gay. Il rimanente ha rifiutato di rispondere.
Oltre a questi parametri sono stati valutati altri fattori come l’anamnesi di malattie cardiovascolari in famiglia, età, stato lavorativo (se occupati, inoccupati, dipendenti, professionisti, ecc), istruzione e reddito.
In base alle linee guida descritte dall’AHA per applicare correttamente il questionario in scala Life’s Essential 8 (LE8), i ricercatori, hanno calcolato i risultati presenti in ogni area. Successivamente tali risultati sono stati calcolati come media.
Vediamo i risultati chiave:
Gestione della dieta, ipertensione, salute cardiovascolare: punteggio basso nelle lesbiche rispetto alle donne etero. Al contrario, negli uomini gay, il punteggio è risultato più alto rispetto agli uomini etero. Questo dato subisce un netto calo, divenendo invece un punteggio basso, nei gay residenti nelle zone rurali o nei villaggi.
Per quanto riguarda la dieta sana e l’esposizione alla nicotina le donne etero hanno ottenuto buoni punteggi. Bassi quelli delle lesbiche. In netto favore, invece, nelle donne bisessuali che hanno punteggi più alti in assoluto.
Disturbi d’ansia. Il mondo LBGTQ+ ha riportato disturbi di ansia e depressione. Anche un frequente desiderio anticonservativo (suicidio) rispetto agli etero. In questa area però, le donne lesbiche, hanno dimostrato avere una maggiore capacità di gestione dell’ansia e della depressione rispetto alle donne etero. Non solo. I risultati hanno dimostrato che, in questo caso, le donne safficamente orientate hanno meno disturbi d’ansia e depressivi e li sanno gestire meglio.
Su questo studio il Dr. Benjamin Laniakea, MD, assistente professore clinico (USA) e specializzato in salute LGBTQ + a spettro completo ha dichiarato: “Penso che questi risultati abbiano molto senso alla luce di alcuni fattori, tra cui il fatto che la popolazione LGBTQ ha molte meno probabilità di cercare sia l’assistenza sanitaria mentale che l’assistenza sanitaria (USA) in generale”. Lo stesso medico pone l’accento sul fattore discriminazione: “La maggior parte delle persone non deve chiedersi se ha o meno il diritto di esistere nel mondo giorno dopo giorno”, come accade spesso a coloro di orientamento differente dall’etero. Per proseguire con: “Questo stress può essere un enorme fardello mentale e alcune persone possono ricorrere a cose come alcol, sigarette o altre pratiche malsane come l’eccesso di cibo, per scappare”.
Note alla ricerca.
La Francia ha un sistema sanitario con assicurazione definita universale. Quindi, per gli stessi autori, questi risultati potrebbero essere diversi in altri paesi dove la copertura sanitaria è differente o più complessa. Come negli USA. In più lo studio, essendosi concentrato sul focus di orientamento sessuale, alcuni dati non sono stati resi disponibili per coloro che si dichiaravano transgender.