Presentato il nuovo numero de “La Porta di vetro”
La campagna elettorale per il rinnovo del parlamento europeo è in pieno svolgimento. Senza troppo coinvolgimento e partecipazione, candidati non tutti di provata esperienza si esibiscono in promesse, lanciano anatemi e alcuni sottopongono all’attenzione degli uditori qualche ragionamento.
La tornata elettorale è estremamente importante per le tante aspettative che accomunano le persone pensanti che constatano la debolezza intrinseca dell’Unione Europea, ritornando con il ricordo ai tempi quasi pionieristici del 1979 alla prima legislatura, che vide protagonisti Altiero Spinelli, Enzo Bettiza, Giorgio Amendola e Sergio Pininfarina per citare coloro che per fedeltà a un principi avevano patito il carcere e il confino di polizia e sin da quegli anni invocavano la costituzione dell’Europa dei Popoli volta ad evitare guerre fratricide nel continente antico, per l’affermazione di ideali di pace e fratellanza.
L’impegno rivolto da Michele Ruggiero nel pubblicare l’ultimo numero de La Porta di Vetro dedicato alle tematiche europee risulta ancor più encomiabile perchè destinato a tutti i cittadini che intendono conoscere e approfondire, a prescindere dalla scelta che depositeranno nell’urna elettorale.
Numero dal titolo eloquente: ”L’Europa alle Urne” tra ricerca dell’identità, equilibrio nei conti e difesa della democrazia con una guerra ai confini, è dedicato alle imminenti elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo e comprensivo di dieci articoli per complessive 120 pagine che è stato presentato martedì pomeriggio a Torino.
Ai lettori della rivista è ormai noto l’interesse de La Porta di Vetro per l’attività del Parlamento Europeo che nell’ultimo anno, con cadenza settimanale, ha inserito la rubrica “Orizzonti d’Europa” curata dalla europarlamentare Mercedes Bresso, presente all’incontro di martedì, ove ha illustrato gli impegni del Parlamento europeo per l’affermazione del Green deal che ha portato l’assemblea a bruciare le tappe in vista della conclusione della Legislatura indicando tempi perentori per la decarbonizzazione.
Date e scadenze ravvicinate che, a prescindere dalle finalità, stanno causando la diffidenza se non l’ostilità dei cittadini che temono le repentine conseguenze sulla sopravvivenza di alcune attività economiche e stili di vita da rivedere totalmente.
Michele Ruggiero nel corso della presentazione ha citato gli autori del testo noti e meno noti.
Il professore di economia Pietro Terna, settimanalmente presente con le sue “Punture di spillo”, Stefano Rossi, neo segretario del MFE (Movimento federalista europeo) di Torino, Germana Tappero Merlo, analista di politica internazionale, Michele Corrado, colonnello dell’Esercito in ausiliaria a Germana Zollesi e Emanuele Davide Ruffino, autori di un saggio sul confronto tra le sanità europee e a Luca Rolandi che ha scritto una recessione all’ultimo libro di Luca Jahier, già presidente del CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo), di cui si è pubblicato un intervento.
L’editoriale è perfettamente in sintonia con il momento e le successive trattazioni: ”Oggi guardiamo all’Europa con rinnovata speranza per dare una soluzione alle numerose equazioni e offrire una risposta alle tante, troppo incognite, che stanno stravolgendo le nostre esistenze, fiaccando sicurezze e certezze che ci sembravano monoliti. Non potrebbe essere altrimenti. Le alternative – prosegue Ruggiero- sono inesistenti o quasi in un mondo che si guasta alla velocità della luce, che di giorno in giorno annega lo spirito di fratellanza, solidarietà e vicinanza tra i popoli in conflitti regionali, massacri, intolleranze, convenienze a risolvere i contenziosi sempre più in forma violenta e con l’uso delle armi. L’8 e il 9 giugno 2024 si andrà a votare con una guerra sanguinosa che da oltre due anni si combatte alla porta est dell’Unione Europea. Ed è qualcosa di inedito- conclude Ruggiero- che ci porta a riflettere su come eravamo e a che cosa si ambiva nel giugno del 1979, quando per la prima volta milioni di cittadini europei deposero ognuno la propria scheda nell’urna per formare il primo parlamento europeo”.
Avviandosi alla conclusione, Ruggiero si pone ancora la domanda che ognuno di noi dovrebbe memorizzare:” Per quale Europa oggi si chiede di votare? Una Europa che ha spostato acriticamente l’idea della guerra come panace di tutti i mali o una Europa che vuole continuare a essere il faro della pace e della concordia, cercando a tutti i costi una mediazione, fosse anche un compromesso, su cui però fare leva per riportare al tavolo del confronto anche chi ha violato l’integrità territoriale di un paese vicino”?
Quanti gruppi parlamentari nel rinnovato Parlamento vorranno, senza infingimenti e diatribe di parte rifarsi alla mission dei Padri fondatori, prodigandosi per il Bene comune per raffermare le tanto bistrattate radici dell’Europa?