Fitto a rischio
Il via libera ad un altro quinquennio di guida della commissione UE per Ursula Von Der Leyen non è più tanto scontato.
A fare calare il gelo sono le riserve del gruppo socialista al parlamento europeo su alcune figure, tra cui Raffaele Fitto, espressione del Governo italiano ma appartenente ad un gruppo (ECR) che non fa parte della maggioranza a sostegno di Ursula.
Il veto del raggruppamento socialista all’Europarlamento sui nomi dei commissari Fitto e Varhelyi innesca una crisi che mette a rischio l’ok alla nuova Commissione guidata da Ursula von der Leyen. Le tensioni nella maggioranza europea sono nate lunedì sera quando i socialisti hanno annunciato ai popolari che non avrebbero votato né Raffaele Fitto, né il candidato commissario ungherese Oliver Varhelyi, proponendo loro di farli passare col voto delle destre. A quel punto il Ppe avrebbe deciso di bloccare il via libera alla socialista spagnola Teresa Ribera.
Lo riferiscono fonti parlamentari. A quanto si apprende, il presidente del Ppe Manfred Weber sarebbe determinato a non toccare né il ruolo, né i portafogli di Fitto. Tuttavia, spiegano le fonti, nella riunione del gruppo Ppe sarebbero emerse alcune critiche, in particolare dai popolari tedeschi, su questa linea, che rischia di far saltare l’intera Commissione. Per sciogliere i nodi, i popolari vorrebbero aspettare fino a mercoledì prossimo, il 20, quando la candidata spagnola alla vicepresidenza sarà ascoltata dal Congresso sulle alluvioni che hanno devastato la provincia di Valencia, in quanto è importante che i commissari non abbiano ombre.
“Signore e signori, ecco a voi la posizione del gruppo dei socialisti europei, nel quale la delegazione più numerosa è quella del Pd di Elly Schlein: a Raffaele Fitto, commissario italiano, va tolta la vicepresidenza della Commissione che la Presidente von der Leyen ha deciso di affidare. L’Italia, secondo loro, non merita di avere una vicepresidenza della Commissione. Questi sono i vostri rappresentanti di sinistra”. Lo scrive la premier Giorgia Meloni.
Per onestà va però ricordato che la leader di Fratelli d’Italia cinque anni fa convocò manifestazioni di piazza contro l’allora candidati del governo italiano alla commissione europea Paolo Gentiloni.
“Non c’è accordo”. È questo l’esito della riunione tra i leader delle tre forze di maggioranza – popolari, socialisti e liberali – con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen presso Palazzo Berlaymont. È quanto apprende LaPresse da fonti al parlamento europeo. Le leader dei gruppi S&d e Renew Europe, Iratxe Garcìa Perez e Valérie Hayer, avevano chiesto alla presidente dell’Esecutivo Ue un segnale forte contro l’allargamento a destra della maggioranza, rivedendo il ruolo di vicepresidente a Raffaele Fitto e i portafogli al commissario ungherese Oliver Varhelyi.
“Non facciamo commenti sulle discussioni che hanno luogo in quelle audizioni. Teresa Ribera è la commissaria designata proposta dalla Spagna per il ruolo di commissario. Il Parlamento europeo ha un processo di audizioni in corso e la presidente ha riposto la sua fiducia nella signora Ribera. Ora siamo in una fase in cui il Parlamento europeo deve confermare i diversi commissari proposti dalla presidente, e questo è tutto ciò che abbiamo da dire in merito”. Lo ha affermato il portavoce capo della Commissione europea Eric Mamer nel briefing quotidiano con la stampa rispondendo a chi chiedeva se von der Leyen condividesse gli attacchi alla vicepresidente designata Ribera sulle presunte responsabilità nelle alluvioni di Valencia.
Per il gruppo socialista la posizione di Weber (PPE) è inaccettabile. “Oggi è in gioco il voto sul prossimo collegio della Commissione europea. A causa del comportamento irresponsabile del loro leader di gruppo Manfred Weber, il conservatore Partito Popolare Europeo ha infranto lo storico accordo democratico e pro-europeo tra i gruppi conservatori, socialdemocratici e liberali in questa Camera”.
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