
Trump-Putin, metalli rari monopolio della Cina. Europa & Zelensky non convocati
“Contro la forza la ragion non vale” (Francesco Petrarca).
Di colpo, quasi come se le Terre Rare fossero spuntate adesso nelle steppe del Donbass, dall’avvento di Donald Trump sullo scenario mondiale, pare che le terre dell’Ucraina siano di colpo diventate ago della bilancia e merce di scambio per terminare una guerra che è costata milioni di morti.
Una mattanza scaturita nel nome di ipocrisie ideologiche e pretesti etico–territoriali d’ogni sorta e derivazione in grado di dividere le opinioni di intellettuali e sottomesse masse.
Obiettivo raggiunto: da tre anni la popolazione del mondo si divide su aggressori e aggrediti, su cause ed effetti di un’invasione russa in terra d’Ucraina incespicando sulle proprie convinzioni. Proprie davvero?
È giunto il momento di guardarci tutti allo specchio e valutare ogni nostra convinzione
“Dividi et impera”. Dividi e conquista (Filippo il Macedone)
Quanti di noi, gente semplice, giornalisti o uomini politici, prima del 2014 e della I guerra russo-ucraina, si era acculturato tra le pieghe del dimenticato olocausto di kulaki ucraini del 1933? O tra il referendum per un’Ucraina indipendente dall’Urss, quindi, negli accordi di Budapest del 94, nello sbarco degli uomini verdi in Crimea, negli accordi di Minsk e così via, fino a quella nazificazione dell’Ucraina inneggiata dallo Zar, sventolando il drappo della Nato unitamente alle malefatte del battaglione Azov? Molte altre ed eventuali…
Tutte verità dissolte ad hoc per uso e consumo di quella manipolazione mediatica dei cervelli globali che Noam Chomsky ha spiegato al mondo già parecchio tempo fa, sempre più affinata e quindi, messa in atto dai soliti quattro gatti:
- dittatori e autocrati pervasi da geopolitiche manie di grandezza;
- magnati di materie prime ed energia, predoni del pianeta Terra che non possono permettere di rallentare il mondo o di privilegiare aria pulita;
- inaffondabili banchieri sionisti sempre pronti ad arrotondare i conti;
- cricche di lobbisti iper-capitalisti a capo di un mercato mai monopolizzato a sufficienza;
- marginali avvoltoi sempre pronti a banchettare con i resti;
- la parte del leone spetta ai fabbricanti d’armi, aziende di dimensioni sconfinate che non possono restare ad aspettare l’avvento di una guerra nata in modo naturale.
“Pecunia est nervus belli”. Il denaro è il nervo della guerra (Marco Tullio Cicerone 106-43 a.C.)
Merito del Tycoon e del suo arrembante stile Yankee aprirci gli occhi sulla verità: il sottosuolo dell’Ucraina è un bocconcino di prima qualità
Notizie del 2020: Con quindici reattori operativi, l’Ucraina è il settimo produttore mondiale di elettricità nucleare e al primo posto in Europa per riserve minerarie di uranio. Il Paese è ricco di materie prime come litio, indispensabile per la produzione delle nuove batterie destinate all’automotive, il titanio, fondamentale per l’industria missilistica, il manganese, materiale che ultimamente sta entrando nelle strategie produttive di colossi automobilistici come Tesla e VW, per sostituire cobalto e nichel. Infine, l’Ucraina è anche ricca di mercurio, impiegato in alcuni settori dell’elettronica, ed è pure zeppa di carbone e di ferro, che non disturbano mai.
Fonti del 2021 indicano che l’Ucraina possiede interessanti giacimenti di terre rare, in particolare nella regione del Dnipro, Kirovohrad e Zhytomyr, ma prima del conflitto il Paese non aveva ancora avviato un’industria estrattiva e di lavorazione avvicinabile a quella della Cina, che detiene il 70-80% della produzione di terre rare.
Dunque, proclami ideologici o ipotetiche difese di enclave & di confini a parte, non è mistero che nell’ultimo decennio Russia, Unione Europea e Stati Uniti hanno tastato come talpe i sottosuoli del mondo in cerca di terre rare, proprio per ridurre la dipendenza dalla Cina (pare che la Groenlandia sia un’altra, nuova frontiera).
Minerali sempre più preziosi per un progresso tecnologico dilagante che ci distruggerà, e per definizione, ben poco frequenti, ma dei quali, quell’Ucraina ormai troppo in aria d’Occidente, si è mostrata ben fornita, omaggio di sedimenti arcaici che hanno preso il mondo in contropiede.
Cosa si intende per terre rare e perché sono così importanti?
Le Terre rare, riunite con l’acronimo REE (Rare Earth Elements), sono 17 metalli presenti nella tavola periodica degli elementi chimici caratterizzati da colori che variano dal grigio all’argento. Tra di essi: lantanio, neodimio, cerio, ittrio e disprosio sono particolarmente utilizzati in settori come elettronica, energie rinnovabili, telecomunicazioni e difesa.
Dunque, l’Ucraina è la nuova Arabia Saudita di sabbie ed elementi rari ormai strategici per la produzione di molti oggetti d’uso quotidiano, quali: televisori, touchscreen, smartphone, lampade a basso consumo e svariati componenti elettronici.
Elementi indispensabili nel comparto Green, per turbine eoliche, pannelli fotovoltaici e batterie per auto elettriche. Infine, purtroppo, questi metalli poco diffusi, sono diventati fondamentali per la produzione di armi d’ultima generazione, satelliti, radar, impianti missilistici, aviogetti e droni, oltre che per l’elettronica utilizzata da tutti i maggiori comandi militari delle potenze che si contendono la supremazia nel mondo.
Perciò, alla luce delle ultime esternazioni di Donald Trump e delle grinfie americane sulle terre rare del Donbass, dopo l’incontro con Vladimir Putin (10.000 testate nucleari tra tutti e due) e un accordo tra nuovi compagni di merende rare, è lecito immaginare noi, vecchia, stanca e superata Europa, seppur umanistica, intellettuale e accogliente, essere ancora una manifatturiera, scomoda presenza, messa in castigo per motivi trasversali che ognuno di noi, adesso potrebbe interpretare da una angolazione nuova, ma infine, più chiara e illuminante. E Zelensky, in fondo ancora padrone di casa, messo da parte come un fastidioso cane che abbaia…
Quindi, è lecito sospettare che per una volta ancora:
“C’est l’argent qui fait la guerre”. È il denaro che fa la guerra (Francois Rabelais).
Riflessione personale
Dopo tutto questo scavare in un sottosuolo geo-esistenziale, mi sono ritrovato a ripercorrere tre anni di studio, di dibattiti, di ricerche storiche, di opinioni incrociate e di attenzione dedicata a quel conflitto fratricida, nato per colpa della Nato? O per troppi interrogativi rimasti a metà? Un massacro per me inspiegabile, che ho cercato forzatamente di giustificare con l’indole mai doma della razza umana, di arrivare sempre e comunque a qualche resa dei conti.
Forse mi passerà e ancora ne scriverò, perché altri argomenti sul tema non mancano, ma ora mi sento stupido. Terre rare, ma certo! Sotto sotto, cos’altro c’è?
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𝙽𝚘𝚗 𝚟𝚘𝚐𝚕𝚒𝚘 𝚜𝚌𝚛𝚒𝚟𝚎𝚛𝚎 𝚊𝚗𝚌𝚘𝚛𝚊 𝚍𝚒 𝚐𝚞𝚎𝚛𝚛𝚎, 𝚍𝚒 𝚖𝚘𝚛𝚝𝚒 𝚒𝚗𝚞𝚝𝚒𝚕𝚒 𝚍𝚒 𝚐𝚒𝚘𝚟𝚊𝚗𝚒 𝚞𝚘𝚖𝚒𝚗𝚒, 𝚍𝚒 𝚍𝚒𝚜𝚝𝚛𝚞𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚍𝚒 𝚌𝚒𝚝𝚝𝚊̀ 𝚎 𝚘𝚙𝚎𝚛𝚎 𝚍’𝚊𝚛𝚝𝚎 𝚝𝚛𝚊𝚖𝚊𝚗𝚍𝚊𝚝𝚎 𝚍𝚊 𝚐𝚎𝚗𝚎𝚛𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚒, 𝚟𝚘𝚐𝚕𝚒𝚘 𝚙𝚊𝚛𝚕𝚊𝚛𝚎 𝚍𝚒 𝚚𝚞𝚊𝚗𝚝𝚘 𝚜𝚒𝚊𝚖𝚘 𝚒𝚗𝚌𝚘𝚗𝚜𝚌𝚒𝚊𝚖𝚎𝚗𝚝𝚎 𝚙𝚒𝚕𝚘𝚝𝚊𝚝𝚒 𝚍𝚊𝚐𝚕𝚒 𝚘𝚛𝚐𝚊𝚗𝚒 𝚍𝚒 𝚍𝚒𝚜𝚒𝚗𝚏𝚘𝚛𝚖𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎. 𝙿𝚘𝚜𝚜𝚒𝚊𝚖𝚘 𝚕𝚎𝚐𝚐𝚎𝚛𝚎, 𝚜𝚝𝚞𝚍𝚒𝚊𝚛𝚎, 𝚛𝚒𝚌𝚘𝚛𝚍𝚊𝚛𝚎 𝚗𝚘𝚣𝚒𝚘𝚗𝚒 𝚜𝚌𝚘𝚕𝚊𝚜𝚝𝚒𝚌𝚑𝚎̀, 𝚖𝚊 𝚜𝚒𝚊𝚖𝚘 𝚒𝚐𝚗𝚘𝚛𝚊𝚗𝚝𝚒 𝚍𝚒 𝚏𝚛𝚘𝚗𝚝𝚎 𝚊 𝚚𝚞𝚎𝚜𝚝𝚒 𝚜𝚝𝚛𝚞𝚖𝚎𝚗𝚝𝚒 𝚌𝚑𝚎 𝚍𝚘𝚟𝚛𝚎𝚋𝚋𝚎𝚛𝚘 𝚒𝚗𝚏𝚘𝚛𝚖𝚊𝚛𝚎 𝚎𝚍 𝙸𝚗𝚟𝚎𝚌𝚎 𝚜𝚘𝚗𝚘 𝚊𝚕 𝚜𝚘𝚕𝚍𝚘 𝚍𝚒 𝚌𝚑𝚒 𝚕𝚞𝚌𝚛𝚊 𝚜𝚞𝚕𝚕𝚎 𝙶𝚞𝚎𝚛𝚛𝚎. 𝙿𝚎𝚗𝚜𝚊𝚝𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚕’𝙴𝚞𝚛𝚘𝚙𝚊 𝚗𝚘𝚗 𝚜𝚊𝚙𝚎𝚜𝚜𝚎 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚝𝚎𝚛𝚛𝚎 𝚛𝚊𝚛𝚎? 𝙴𝚙𝚙𝚞𝚛𝚎 𝚝𝚞𝚝𝚝𝚒 𝚜𝚒 𝚜𝚘𝚗𝚘 𝚜𝚌𝚑𝚒𝚎𝚛𝚊𝚝𝚒, 𝚌𝚛𝚎𝚍𝚎𝚗𝚍𝚘 𝚗𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚋𝚛𝚞𝚝𝚊𝚕𝚒𝚝𝚊̀ 𝚍𝚒 𝙿𝚞𝚝𝚒𝚗, 𝚙𝚘𝚒 𝚜𝚒 𝚎̀ 𝚜𝚌𝚘𝚙𝚎𝚛𝚝𝚘 𝚌𝚑𝚎 𝚉𝙴𝙻𝙴𝙽𝚂𝙺𝚈 𝚎𝚍 𝚒 𝚜𝚞𝚘𝚒 𝚊𝚌𝚌𝚘𝚕𝚒𝚝𝚒, 𝚎𝚛𝚊𝚗𝚘 𝚍𝚛𝚒 𝚐𝚛𝚊𝚗 𝚕𝚊𝚍𝚛𝚘𝚗𝚒. 𝙸𝚗𝚜𝚘𝚖𝚖𝚊, 𝚟𝚘𝚐𝚕𝚒𝚘 𝚍𝚒𝚛𝚎, 𝚑𝚘 𝚒 𝚌𝚊𝚙𝚎𝚕𝚕𝚒 (𝚙𝚘𝚌𝚑𝚒) 𝚋𝚒𝚊𝚗𝚌𝚑𝚒 𝚎 𝚝𝚊𝚗𝚝𝚒 𝚊𝚌𝚌𝚒𝚊𝚌𝚌𝚑𝚒, 𝚌𝚎𝚛𝚌𝚑𝚎𝚛𝚘̀ 𝚍𝚒 𝚎𝚜𝚜𝚎𝚛𝚎 𝚞𝚗𝚘 𝚜𝚝𝚘𝚒𝚌𝚘 𝚎 𝚗𝚘𝚗 𝚏𝚛𝚎𝚐𝚊𝚛𝚖𝚎𝚗𝚎 𝚙𝚒𝚞̀ 𝚍𝚒 𝚗𝚒𝚎𝚗𝚝𝚎. 𝙸𝚕 𝚌𝚊𝚏𝚏𝚎̀ 𝚕𝚊 𝚖𝚊𝚝𝚝𝚒𝚗𝚊 𝚌𝚘𝚗 𝚚𝚞𝚊𝚕𝚌𝚑𝚎 𝚊𝚖𝚒𝚌𝚘 𝚜𝚒𝚗𝚌𝚎𝚛𝚘 𝚎 𝚗𝚘𝚗 𝚙𝚎𝚝𝚞𝚕𝚊𝚗𝚝𝚎 𝚎 𝚟𝚒𝚊 𝚌𝚘𝚜𝚒̀.. 𝙸𝚘 𝚒𝚕 𝚖𝚒𝚘 𝚕’𝚑𝚘 𝚏𝚊𝚝𝚝𝚘, 𝚙𝚘𝚟𝚎𝚛𝚘 𝚊 𝚌𝚑𝚒 𝚝𝚘𝚌𝚌𝚑𝚎𝚛𝚊’
in effetti questo articolo è un momento di riflessione sulla disinformazione, con accenni a prima dell’operazione speciale, dove già si individuano nell’Ucraina grossi giacimenti di cobalto, manganese eccetera. E poi, delle terre rare ne ero venuto a conoscenza quasi subito, perciò era ovvio che era quello l’obiettivo. Di ladroni ce ne sono molti e chi si sta spartendo la torta adesso è quello che scriverà la storia