
O riarmo nazionale?
La presidente della commissione UE Ursula Von der Leyen ha presentato il piano di riarmo europeo.
Tra i più forti critici dell’iniziativa – che tra le altre misure prevede di attivare la clausola nazionale di salvaguardia, 150 miliardi di euro di prestiti agli Stati membri per investimenti nella difesa, mobilitare per la difesa Ue circa 800 miliardi di euro – c’è la leader del Partito democratico Elly Schlein e il numero uno del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. E con loro – spiega ADN Kronos- esponenti di Avs e Azione, uniti affinché la presidente del Consiglio spieghi al Parlamento quale sarà la linea del governo sul tema quando siederà tra i leader e i vertici Ue il 6 marzo prossimo.
Quella di von der Leyen “non è la strada che serve all’Europa. All’Unione europea serve la difesa comune, non il riarmo nazionale. Sono due cose molto diverse”, commenta la segretaria del Pd, Elly Schlein.
“Il piano von der Leyen, a partire dal titolo, punta sul riarmo e non emerge un indirizzo politico chiaro verso la difesa comune. Indica una serie di strumenti che agevolerebbero la spesa nazionale ma senza porre condizioni sui progetti comuni, sull’interoperabilità dei sistemi. Ci sono molti aspetti da chiarire, ad esempio su come funzionerebbe il nuovo meccanismo in stile Sure, per capire se finanzia progetti comuni o spesa nazionale. Ma questa – avverte – non è la strada giusta. Manca ancora la volontà politica dei governi di fare davvero una difesa comune e in questo piano della Commissione mancano gli investimenti europei finanziati dal debito comune, come durante la pandemia. Così rischia di diventare il mero riarmo nazionale di 27 paesi e noi non ci stiamo”.
Nel piano Von der Leyen manca in effetti un orientamento di politica estera comune, condizione imprescindibile per qualsiasi progetto di difesa comune.
I rischi che si tratti solo di in piano di riarmo nazionale, come denuncia il PD, ci sono tutti; allo stesso tempo ci sarà da vedere quale sarà la posizione del PD in sede europea dal momento che i socialisti europei sono parte integrante della maggioranza che sostiene La commissione Von der Leyen.
Non vanno nemmeno dimenticate le voci di alcuni sindacati di base che vedono nel piano di riarmo una via alla riconversione industriale dell’automotive nel pieno di una crisi generata proprio dalle politiche UE.
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