Liste d’attesa insostenibili nella sanità pubblica. Quasi tre anni di attesa per una visita dermatologica con priorità 30 giorni.
La nostra indagine sulla sanità italiana e, in modo particolare sulla sanità pubblica, continua e si arricchisce di sempre nuove informazioni e risultanze.
Come noi, anche il giornalista Mario Giordano, direttore e conduttore di “Fuori dal Coro”, continua la sua inchiesta sui “Ladri di salute”, ossia su quei direttori di strutture sanitarie pubbliche che non aderiscono ai dettami costituzionali e non garantiscono il rispetto dei tempi di attesa ai pazienti in stato di necessità.
In un particolareggiato servizio di Marianna Cané, il 6 novembre scorso, si è parlato della storia del signor Antonio che, 83enne, in provincia di Sondrio, ha una prescrizione per visita urgente che il Servizio Sanitario Regionale della Lombardia prevede si possa onorare nel 2027.
Antonio, quando si è sentito dire che lo avrebbero visitato nel 2027, ovvero fra tre anni, ha subito detto: “Io spero di essere ancora al mondo nel 2027. Mi è venuta voglia di piangere però non piango più da tanto e non volevo ricominciare a piangere”.
Da piangere è venuto anche a chi ha visto la trasmissione di Rete4 che, esattamente come “Civico 20 News”, ha a cuore il benessere dei cittadini e il rispetto dei protocolli sanitari previsti dal Ministero della Salute e dal Parlamento.
E’ vergognoso che si debbano aspettare quasi tre anni per una visita dermatologica, in Valtellina, presso il Presidio Ospedaliero di Sondrio.
La giornalista Marianna Cané, com’è nello stile degli inviati di “Fuori dal Coro”, non si è persa d’animo ed è andata al CUP dell’Ospedale di Sondrio dove si è sentita rispondere: “Nessuna data, tutto occupato”.
E’ tornata a casa di Antonio e gli ha fatto registrare un videomessaggio per il Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria della Valtellina, Monica Fumagalli. Alla dottoressa Fumagalli, Antonio ha domandato: “Secondo lei è giusto che questa visita mi sia stata data il 3 maggio 2027? Ci sarò ancora per quella data?”.
Una volta giunta in Direzione Generale, Marianna Cané ha provato a sottoporre il video alla direttrice Fumagalli ma si è sentita rispondere dall’Addetta Stampa dell’Azienda Sanitaria Valtellina: “Non rilasciamo dichiarazioni, così mi è stato detto”.
In pieno modus operandi di Rete4, la collega Cané è entrata nell’ufficio della dottoressa Fumagalli e le ha fatto vedere il videomessaggio.
La risposta ottenuta è costernante: “Il problema è che non ci sono dermatologi. Come Azienda noi siamo riusciti ad assoldare, facendo dei concorsi pubblici, un solo medico dermatologo. Noi abbiamo a disposizione degli strumenti. Questi strumenti li stiamo attivando, per quanto possiamo, nel modo più corretto possibile”.
E’ incredibile che un cittadino, un contribuente, un essere umano di 83 anni, per vedersi riconosciuto il diritto alla salute, si debba rivolgere ad una redazione giornalistica.
E’ incredibile che gli alti dirigenti dell’Assessorato al Welfare della Regione Lombardia non prendano provvedimenti disciplinari e sanzionatori nei confronti di chi gestisce in questo modo le strutture di sanità pubblica.
Di sanità pubblica, non proprio rispettosa, se ne sta occupando anche il Coordinatore di “Forza Nuova Veneto”, Luca Leardini, il quale ha fatto sapere che il 9 novembre scorso “davanti all’ospedale di Schiavonia si è tenuta una manifestazione di Forza Nuova per denunciare il deterioramento del Sistema Sanitario Veneto, ma anche italiano, dove il diritto alla salute viene dopo il business della sanità e di fatto obbliga i cittadini a ricorrere al privato limitando le proprie risorse nella vita di tutti i giorni”.
Al di là del caso in questione, questo modus operandi della sanità italiana è ormai così da Nord a Sud. In qualsiasi ambulatorio di Medicina Generale in cui si va, si sente dire: “Se non hai i soldi nessuno ti guarda”, “Se vuoi essere curato devi pagare”, “Ormai si curano solo più i ricchi”, …
Esattamente come dice da mesi Mario Giordano, anche Luca Leardini afferma: “Nonostante l’ultimo decreto del Governo Meloni sulle liste d’attesa, la situazione non è migliorata e sono soprattutto i cittadini meno abbienti, come i pensionati, a risentirne; queste persone faticano a permettersi visite ed esami in privato e non riescono a curarsi come dovrebbero”.
E’ intervenuto anche il Segretario Nazionale di “Forza Nuova”, Roberto Fiore, dicendo che “Il Sistema Sanitario ha subito un forte peggioramento dopo la pandemia da Covid-19, lasciando il popolo senza un’adeguata assistenza medica nelle cure più basilari”.
Parole difficilmente smentibili visto che tantissimi nostri lettori hanno lamentato – a più riprese – una situazione ormai giunta ad un punto di non ritorno.
Nelle Facoltà di Medicina e Chirurgia si dovrebbe trasmettere allo studente, e futuro medico, che il paziente non è “un salvadanaio con i piedi” ma un essere umano che ha bisogno della professionalità di un clinico che lo sollevi dal dolore e dalla sofferenza.
Abbiamo narrato, nel corso del tempo, diverse realtà di eccellenza sanitaria pubblica.
Vorremmo poter continuare a farlo perché, lo diciamo spesso, la sanità italiana ci è stata invidiata nel mondo intero. Vogliamo forse arrivare al pessimo livello degli Stati Uniti d’America dove chi ha un’assicurazione sanitaria si cura e chi non la ha si aggiusta?
Io ho rinunciato a farmi mettere la macchinetta per misurare le apnee notturne perché non c’era posto da nessuna parte per un secolo. Così i più deboli se ne vanno via prima; non è questo che si vuole? Tutto serve allo scopo