Tutti per uno ognuno per sé
Non sono mai stato un supporter dell’Europa, anche se ne riconosco il principio di utilità, ma non come si è sviluppata e sta procedendo.
All’unione monetaria non è seguita mai una vera unione politica, i singoli governi seguono esclusivamente i loro interessi nazionali tendendo a difendere i propri mercati spesso a danno degli altri paesi.
I parlamentari europei dopo aver difeso o aiutato il proprio paese, ritornano ad essere europei con provvedimenti etici come la difesa dell’ambiente, ignorando che rappresentiamo il 5,7% degli abitanti del pianeta e il 9,5% dell’economia globale, per cui se i provvedimenti non sono condivisi da almeno l’ottanta per cento, è come se di una casa si risanasse il solo primo piano.
Nel tempo poi si sono create lobbies che rispondono a interlocutori esterni e confliggono tra loro.
Scendiamo più nel particolare ci sono nazioni egemonizzanti il cui peso politico è preponderante e che hanno dei vassalli che per mero interesse li seguono.
La Germania aiutata dal favorevole concambio marco euro, è stata la nazione trainante per molti anni, ora un po’ meno per tre motivi, il primo che l’effetto valutario ora è meno decisivo essendo l’euro in seria crisi, il secondo che l’attuale classe politica costretta ad alleanze improprie per governare è meno efficace, il terzo che il boicottaggio esercitato nei confronti della Russia che era il loro miglior cliente l’ha indebolita.
La Francia da sola è sempre stata soccombente, bravissima nelle relazioni pubbliche e in politica estera, debole a livello creativo, preferisce subentrare che creare, per questo necessita di alleanze tipica quella con la Germania, con l’Italia poi visti i buoni rapporti e l’assenza totale di protezionismo dei nostri politici ha fatto shopping cospicuo e conveniente, buoni rapporti tra gli abitanti, ma tra i governi molto meno, a partire dalla protezione data ai terroristi assassini e alla lotta per il mercato del petrolio, dove i colpi bassi non si contano, situazioni che ancora pesano, al contrario di alcuni nostri partiti che sembrano essersene addirittura compiaciuti o dimenticati, qui ci sarebbe molto da dire, restiamo in Europa.
L’Italia, paese fondatore dell’Europa, con quest’Europa ci ha rimesso molto, a partire dal concambio lira euro che ha visto raddoppiare in un sol giorno il nostro debito pubblico,
così come per il prezzo del caffè, debito che anziché arginarlo abbiamo deciso di aumentare con sussidi di varia natura, il cui unico scopo era cercare consenso elettorale o personale.
A peggiorare la situazione ci si sono poi messe le follie dei burocrati europei che hanno colpito nostre produzioni più di altre, noi siamo sempre stati scarsi in lobbismo e quando l’abbiamo fatto era tutto da ridere, o peggio da vergognarsi.
Che ci sia un Europa conflittuale è palese, pensiamo ai paradisi fiscali legali detenuti da paesi membri, o alla concorrenza indiscriminata, o al problema migratorio che è all’attenzione di tutti, salvo gli sbarchi che sono all’attenzione solo nostra, in pochissimi anni da noi si sono centuplicati i reati di spaccio, prostituzione, e contro la persona, e molto lo dobbiamo all’immigrazione incontrollata e illegale, poi legalizzata non si sa come o perché.
L’Europa è sempre stata attenta e parca con le spese, con l’Ucraina si è svenata, decine di miliardi di euro a fondo perduto e non sono certo finiti, oltre armi, ospitalità, senza contare che Usa e GB sono da anni in Ucraina con personale militare, intelligence e armi, la Francia adesso vorrebbe andare a combattere come Nato forse per recuperare il terreno perduto, forse per allontanare problemi interni e mettere piede in un mercato nuovo che prima o poi si aprirà.
La Nato, organizzazione di supporto e difesa dei propri membri, si è interessata di tutto tranne che di difesa dei membri, meno male, intervenendo poi in altri paesi che non ci avevano certo minacciato, vedi Iraq, Libia, Afghanistan, Siria, lasciando sul campo solo desolazione, destituendo i dittatori, sostituiti poi nell’indifferenza con banditi o peggio con fondamentalisti islamici.
Gli ucraini hanno visto il loro paese devastato, cosparso di morti, l’establishment sostituito quasi azzerato, perché il vero motivo più che difendere il paese dall’aggressione, era indebolire la Russia, far cadere Putin, isolare la Cina togliendole un potente alleato.
Sia chiaro non giustifico l’aggressione Russa, ma neppure capisco tutto questa solidarietà verso un paese che 33 anni fa era una repubblica sovietica ed ora sembra divenuto il baluardo del mondo occidentale, mentre il popolo afgano prima illuso, poi abbandonato al più crudele e becero dei fondamentalismi, soffre e si dispera, così come altri popoli caduti dalla padella (dittatura) alla brace (caos ingestibile).
Chi mi legge subito penserà che sono pro Putin, contro la Nato e l’Europa, niente di più falso, Putin è un dittatore che anziché destinare le immense ricchezze del suo paese al benessere della popolazione le ha lasciate al potere oligarchico che lo sostiene, ciò non toglie che non tutte le sanzioni e i sequestri siano provvedimenti legali se ancora si crede nello stato di diritto o che l’appoggio dietro le quinte e neppure tanto dietro, sia un esempio di guerra non più fredda ma tiepida.
Solo un’informazione drogata e intimidatoria, impedisce che la maggioranza dei ben pensanti non manifesti il suo dissenso e chieda l’immediata fine del conflitto, che non può avvenire immediatamente per la presunta intangibilità dei confini Ucraini.
Qualcuno spieghi di chi era la Crimea e come è pervenuta all’Ucraina cosi come altre enclave russe felici di riparlare russo e non l’ucraino, che è stato loro imposto.
Nel 1954 Kruscev assegnò la Crimea e altre isole del mar D’Azov alla repubblica sovietica dell’Ucraina, territori sovietici erano e sovietici rimasero, sia pure sotto altra gestione.
Nel 1991 l’Ucraina dichiarava l’indipendenza come altri paesi che facevano parte dell’Urss, nel 1992 il parlamento Russo dichiarando l’incostituzionalità della cessione del 1954 chiese la restituzione dei territori.
Nelle libere elezioni del 1994 il 66% degli abitanti della Crimea votò il partito russo, forte di questo consenso il parlamento della Crimea approvò una propria costituzione che istituì la repubblica indipendente di Crimea.
Kiev non essendo consenziente pensò di occuparla militarmente, la Russia reagì e si addiviene ad un compromesso, detto Memorandum di Budapest, dove si rimandavano le pattuizioni ad accordi futuri, dopo qualche anno nel contesto del trattato di amicizia Russo Ucraino la Russia riconobbe i confini Ucraini del 1991 con eccezione della Crimea sotto forma di repubblica autonoma di Crimea più altri dettagli e somme destinate, tale trattato di durata 10 anni, non venne più rinnovato, nel 2014 la Russia rompe gli indugi occupa la Crimea, istituisce un referendum dove il 96% è favorevole ad annettersi alla Russia, l’Onu non lo ritiene valido anche se con il principio dell’auto determinazione dei popoli, dall’ONU stessa approvato, poteva essere regolare.
Per maggior chiarezza del quadro, l’Ucraina con la Crimea non ha mai avuto nessun legame storico e lo dimostra la storia oltre ai suffragi espressi in tempi non sospetti, in quei territori ci hanno scorrazzato tutti, noi compresi, e mai gli Ucraini, territori che dal 1800 erano della Russia Zarista e poi dell’Urss.
Dopo l’indipendenza Ucraina i rapporti con la Russia sono stati alterni, ma sempre gestibili, dopo la presa militare russa del 1914 gli occidentali per contrastarla hanno blandito l’Ucraina con la promessa di inserirla nella Nato e nell’Ue, governi compiacenti hanno accettato pensando che sarebbe stato tutto facile visti gli autorevoli appoggi, invece il conflitto era prevedibile, così la distruzione e la morte tuttora vi hanno preso cittadinanza, la maggioranza degli Ucraini se potesse tornare indietro sceglierebbe certamente la neutralità.
L’informazione drogata che ci viene propinata, ci informa che a morire sono prevalentemente i russi, mentre i morti sono tantissimi e da entrambe le parti, per gli ucraini neppure il cordoglio della sepoltura perché impopolare, la distruzione del loro intero paese, lo stato di tensione perenne e le prospettive che non basteranno 20 anni per riportare la normalità nel paese, non sono nulla in confronto alla difesa del mondo occidentale, infatti ministri e generali che volevano cercare una soluzione sono stati prontamente destituiti, essendo invisi alla Cia, al Pentagono, alla Nato ed ai servizi di sua Maestà, che ormai decidono tutto, dall’alto dell’informazione a senso unico.
Tutti o quasi sono contrari alla guerra, inorridiscono per le distruzioni e le morti, poi vanno in palestra o a cena con gli amici o in vacanza e se chiedi loro cosa facciamo per interrompere la tragedia ti rispondono, diamo soldi e armi per aiutare, aiutare a morire di più e a distruggere di più, questo è il risultato.
Allora cosa fare, qualcuno proporrà di agire come per il clima, imbrattare opere d’arte nei musei o creare blocchi stradali, altri derubiamo tutti i Russi, questo in parte è già stato fatto con le sanzioni, altri ancora facciamo attentati uccidiamo perché non si uccida più.
Personalmente credo che la cosa più utile sia pensare, il pensiero che erroneamente crediamo sia esclusivamente nella nostra testa e li rimanga, forse non è proprio così, come tutto ciò che esiste è una vibrazione, un’onda e come quelle radio, circola nell’etere solo che non abbiamo ancora scoperto come si situa, forse qualcosa come la noosfera postulata da Tteilhard de Chardin, se miliardi di pensieri si unificassero, probabilmente avrebbero il potere di cambiare radicalmente il paradigma.
Se cinque miliardi di persone percuotessero il suolo con contemporaneamente con un piede si creerebbe il più spaventoso terremoto della storia del pianeta, così se tutti pensassimo: basta con il tentativo di conquistare i mercati e il consenso a tutti i costi guerre indotte comprese, basta con il profitto sempre crescente, perché i Pil elevati devono necessariamente crescere sempre per non entrare in crisi? Perché i costi devono sempre aumentare costringendo i guadagni a conformarsi per mantenere inalterato il potere d’acquisto?
Pensando, forse allontaneremo per sempre la speculazione, l’inganno dell’informazione di parte, le menzogne, lo sfruttamento indiscriminato delle risorse e delle persone, e ci desteremo finalmente dal triste sogno che crediamo realtà.