
Il Governo Meloni investe miliardi di euro sulla sanità.
A pochi giorni dal voto parliamo di un argomento importante che – seppur non strettamente politico – incide in modo significativo sulla politica sanitaria in capo alle Regioni e, in ultima analisi, al Ministero della Salute.
Secondo un importante studio statistico parrebbe che un italiano su quattro sarebbe tabagista. Secondo chi ha condotto l’indagine i giovani sarebbero i più accaniti fumatori e, notizia preoccupante, sarebbero policonsumatori, ossia, fruitori di differenti sostanze in associazione al tabacco.
Dal 2000 ad oggi molte campagne antifumo sono state fatte nelle diverse ASL del territorio nazionale e qualche risultato positivo si segnala. Lo studio dice che “la maggioranza degli adulti tra i 18 e i 69 anni non fuma (59%) ma un italiano su quattro è ancora fumatore (24%)”.
Preoccupante, specie per ciò che il fumo provoca al sistema cardiocircolatorio, il fatto che il 30.2% dei giovani “usa almeno un prodotto tra sigaretta tradizionale, tabacco riscaldato o sigaretta elettronica”.
L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) informa che “si registra un calo netto del numero dei centri antifumo” nonostante “l’età del primo contatto con la nicotina si attesta tra i 13 anni”.
La cosa rende spontanea una domanda: come fa un tredicenne a prendere del tabacco visto che le leggi impediscono tale vendita ai tabaccai?
“La maggior parte dei ragazzi intervistati”, infatti, fanno sapere dall’ISS, “afferma di aver acquistato i prodotti al bar o dal tabaccaio”.
Probabilmente qualche tabaccaio non rispetta le regole e, al contempo, lo Stato non attua le opportune verifiche affinché queste vengano rispettate.
Altro dato altamente significativo è quello secondo cui “il fumo resta più frequente fra gli uomini rispetto alle donne e riguarda le persone con difficoltà economica”. Come può chi è in ristrettezza economica acquistare con frequenza pacchetti di sigarette che, nella migliore delle ipotesi, costano almeno 5 euro?

Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, non ha dubbi: “Il processo di prevenzione va accelerato” e bisogna assolutamente “ripartire dalle scuole”.
Di questo tema abbiamo parlato con diversi insegnanti che sottolineano come, nell’intervallo dalle lezioni, il cortile degli Istituti si trasforma in una sorta di tabaccheria a cielo aperto.
Una legge che impedisse di poter fumare, anche all’aperto, in tutti gli edifici scolastici potrebbe essere utile.
Il Governo Meloni, nel 2023, ha stanziato 134 miliardi di euro per sostenere e foraggiare il Servizio Sanitario Nazionale.
Un contributo importante, nettamente superiore a quello stanziato dai governi precedenti, che rischia di essere vanificato se i cittadini, anziché porre in essere comportamenti responsabili e preventivi, continueranno a danneggiarsi con tabacco e sostanze varie.
Torneremo senz’altro sul tema.
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