Civico20News intervista il dottor Mario Giaccone
Mario Giaccone è un consigliere regionale uscente che si ripresenta candidato nella lista civica “Pentenero Presidente”.
Tra le tematiche che ha affrontato nei dieci anni di presenza in Consiglio Regionale, con competenza e senza faziosità, c’è indubbiamente la Sanità con i suoi molteplici risvolti ed ha decisamente contribuito a rendere operativo un tassello positivo che potrà, se sviluppato, alleviare alcune incombenze e difficoltà ai piemontesi.
1. Dottor Giaccone, lei, oltre al mandato consigliare, è Presidente dell’Ordine dei Farmacisti. In tal veste ha ampliato l’intervento delle farmacie a vantaggio e sostegno dei cittadini. oggi il farmacista può effettuare esami ematici e addirittura prenotazione di visite specialistiche ed esami. Ci racconta la portata e lo sviluppo di quest’iniziativa?
“Dopo il COVID-19 cancellate dalla mente la farmacia come semplice luogo di dispensazione di farmaci e prodotti per il benessere e la salute. Ormai è un punto di riferimento sanitario riconosciuto dai cittadini, un vero presidio di assistenza sul territorio con un ruolo di pubblica utilità. Siamo riusciti ad essere il perno del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) somministrando tamponi e vaccini, trasformando messaggi di posta elettronica e SMS in ricette digitali e dispensando terapie complesse. Da questo momento si è attuata una vera rivoluzione per la professione che rappresento: il farmacista infatti ha avuto la possibilità di fare vaccini e di eseguire esami in farmacia che prima erano solo di auto analisi, come l’esame del sangue capillare.
Da maggio, in Piemonte, è poi stata avviata la sperimentazione della telemedicina nelle farmacie con l’obiettivo di effettuare uno screening cardiologico. È possibile per cittadini con diversi fattori di rischio, certificati dal farmacista dopo un questionario, sottoporsi gratuitamente a elettrocardiogramma (ECG), holter cardiaco e holter pressorio. Il progetto nasce nell’ottica della medicina preventiva. Quante volte avrete sentito dire che prevenire è meglio di curare? Beh, in questo caso niente di più vero. Il vantaggio è sia del SSN che si auspica possa risparmiare maggiormente, riducendo il trattamento di pazienti cronici, sia del paziente che viene trattato in anticipo e senza conseguenze peggiori.
Anche i farmacisti hanno cambiato pelle. Il loro ruolo è in continua evoluzione e sempre più sono una figura centrale per i cittadini. Pensate che quasi otto cittadini su dieci (il 77%) hanno molta fiducia nel loro operato, riconoscendo in loro disponibilità, competenza e conoscenza delle molteplici opzioni terapeutiche.
Sono certo che la sanità pubblica non possa prescindere da un rapporto sempre più stretto con le farmacie, primo avamposto sanitario in cui il cittadino si reca. Lo ripeto sempre, in Piemonte ci sono circa 1800 farmacie che garantiscono un primo accesso immediato e di prossimità per il cittadino. Non solo il farmacista può reindirizzare il paziente, può anche fornirgli un utile supporto di prima istanza grazie ai nuovi esami che la farmacia dei servizi ha introdotto.
Ci tengo a precisare che la farmacia fornisce un ottimo servizio di prevenzione e screening, proprio grazie alla sua capillarità, un motivo in più che permette di inquadrare il mondo della farmacia anche in un’ottica di compatibilità di bilancio.
2. La Sanità pubblica è un comparto ove i mezzi profusi non bastano mai e le lamentele dei cittadini c’erano ieri e continuano oggi, anche se sono cambiate la giunta e gli assessori. Su quali presupposti, a suo giudizio, potrebbe puntare un’organizzazione sanitaria regionale a misura d’uomo, non perdendo di vista le compatibilità di bilancio?
“Parto dall’assunto che qualsiasi misura dovrebbe essere volta a soddisfare le esigenze del cittadino. Per fare ciò è necessario che le stesse vengano scritte da persone competenti, professionisti della salute. Auspico si costituiscano dei tavoli d’intesa ampi e inclusivi, che accolgano anche gli altri professionisti sanitari: è fondamentale includere tutte le figure sanitarie, oltre ai medici penso a infermieri, farmacisti, assistenti sociali, psicologi, dietologi e fisioterapisti. Dobbiamo garantire al paziente tutti i servizi di cui potrebbe avere bisogno.
Secondo me bisogna cominciare a considerare la sanità non solo come un costo, ma uno strumento di sviluppo economico e di equità sociale. Io voglio lavorare per una sanità universale, che offra le stesse opportunità a tutti i cittadini, indipendentemente da dove sei nato e da quale reddito hai. Non avere la possibilità di curarsi in tempi accettabili equivale a una privazione del diritto alla salute. Un dato mi ha colpito più degli altri: in media i cittadini piemontesi hanno richiesto prestiti di circa 6000€ per accedere alle cure, il 4,9% dei finanziamenti totali. Già non è accettabile che un cittadino piemontese debba ricorrere alle cure private per mancanza di posti nel settore pubblico, figuriamoci se devono arrivare a indebitarsi”.
3. Sempre considerando “l’Uomo al Centro”, rifuggendo da modelli teorici lontani dalla realtà, in qual altro comparto si sta impegnando in vista della prossima legislatura regionale? Vuole evidenziarlo ai nostri lettori?
“Sicuramente la mia attenzione e il mio impegno si rivolgono al tema ambientale, soprattutto in relazione alla salute. Un tema che a mio modo di vedere viene ancora poco affrontato nel nostro paese. Ambiente e salute vanno di pari passo. Pensi che in Italia circa 91.000 persone muoiono ogni anno per malattie legate a cause ambientali (dati OMS 2024), 8400 solo per l’inquinamento atmosferico. Pur non essendo un nativo ambientale come i ragazzi e le ragazze delle nuove generazioni, molto mi è stato insegnato da loro. È importante che i valori della salvaguardia e della cura del nostro pianeta vengano trapiantati anche tra i miei coetanei, la questione dell’emergenza climatica e della salvaguardia del territorio sono temi trasversali che riguardano tutti noi. Chi mi conosce meglio sa come in questi anni, da appassionato e alpinista, mi sia speso per la salvaguardia del territorio montano.
Un altro tema che mi sta a cuore, sempre legato alle nuove generazioni, è quello del voto ai fuorisede. Torino è una delle città universitarie per eccellenza, apprezzata meta Erasmus. Non solo, sono tantissimi i torinesi che si muovono all’estero per ampliare il proprio percorso di studi. A febbraio abbiamo organizzato un flashmob davanti al Consiglio Regionale per manifestare a favore del voto ai fuorisede, voglio farmi portavoce di questa battaglia che ho iniziato con alcuni dei rappresentanti degli studenti di Unito. Il voto è un diritto che va tutelato, soprattutto per i più giovani che si stanno avvicinando al mondo della politica.”
Grazie dottor Giaccone, ci incontreremo a Palazzo Lascaris!