
Il trionfo dell’estrema sinistra filo islamica che pretende di governare senza cedimenti e compromessi verso i riformisti
In Francia si è conclusa alle 20, la fatidica giornata del secondo turno delle elezioni legislative che segna un capovolgimento rispetto al risultato storico conseguito la settimana scorsa dal Rassemblement National.
I dati parziali dei seggi alla Camera bassa diffusi alle 23,20 sono i seguenti:
NFP 148 sièges
Ensemble 42 sièges
RN 137 siéges
LR 40 sièges
Droite15 sièges
Gauche 10 sièges
Poco più di 49 milioni di persone si sono registrate per votare alle elezioni, che avrebbero dovuto determinare il partito vincitore all’Assemblea Nazionale di 577 membri, l’influente camera bassa del parlamento francese, e il primo ministro. I francesi sono stati chiamati a eleggere 501 deputati dell’Assemblea nazionale su 577 (76 seggi sono stati già acquisiti al primo turno).
La situazione risultata dalle elezioni si presenta assai più complessa, di quando si poteva immaginare. Macron che pur recupera il secondo posto, dovrà designare un primo ministro di sinistra e mediare su ogni provvedimento o iniziativa di legge.
A Parigi, nella notte giovani di sinistra addestrati e incappucciati, ingaggiano la guerriglia contro la polizia. Situazione incandescente.
Le prime dichiarazioni:
“Domattina presenterò le mie dimissioni al presidente Macron”. Lo ha detto il premier francese, Gabriel Attal, evidenziando che dal voto non è emersa alcuna maggioranza assoluta.
Il presidente francese Emmanuel Macron “deve o andarsene o nominare un primo ministro tra le nostre fila”. Lo ha dichiarato il leader della France Insoumise (Lfi), Jean-Luc Melenchon, che di fatto si isola dalla sinistra riformista.
“La marea continua a salire, la nostra vittoria è solo rimandata”. Lo ha detto la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, commentando le proiezioni del voto francese che hanno visto il blocco repubblicano fermare l’estrema destra.
Mai come in questo momento in Francia si attinge alla storia parlamentare Italiana nota nel mondo per i governi tecnici, balneari, di salute pubblica ecc. Di fronte alle prospettive problematiche e litigiose del prossimo governo, quale iniziativa parlamentare sarà in grado di assumere Marine Le Pen?
Il primo turno del 30 giugno aveva visto l’affermazione del Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Barella.
Il presidente francese Emmanuel Macron aveva sciolto il parlamento e convocato le elezioni dopo la sconfitta del suo partito alle elezioni europee del 9 giugno. Oggi, Il Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella, pur essendo stato sconfitto alle elezioni legislative nazionali, si proietta come partito (non in coalizione) con il maggior numero di deputati nell’Assemblea nazionale.
Per tutta la settimana, si sono sprecate previsioni e vagheggiati scenari possibili. Domani parlerà Macron e seguiranno prese di posizione maggiormente attinenti al risultato elettorale.
L’unica certezza è imposta dall’articolo 12 della Costituzione francese, “nessun nuovo scioglimento” della camera bassa “può essere effettuato entro un anno dalle elezioni”.
A prescindere dalle difficoltà che si presenteranno nella formazione di un nuovo governo, l’Assemblea nazionale resterà in carica almeno fino all’estate del 2025.
Le ripercussioni dei diktat della sinistra avranno un’eco in Politica estera. Si parla della richiesta di riconoscere la Palestina e non perpetrare i finanziamenti illimitati all’Ucraina. La Comunità Ebraica di Parigi trema.
Se l’argomento è di interesse, ogni commento è gradito, e altrettanto la sua condivisione