La Francia attende le decisioni di Macron
L’esito del voto delle legislative conferma il Nuovo Fronte Popolare vincitore a sorpresa e i macronisti che tengono meglio del previsto, mentre l’estrema destra di RN finisce terza, ma quasi raddoppia i seggi.
In Francia, all’indomani del secondo turno delle elezioni legislative, la sinistra ha ottenuto 182 seggi davanti a Ensemble (168) e al Rassemblement National (143). Il blocco di sinistra ha ottenuto 195 seggi, di cui appunto 182 per il Nuovo Fronte Popolare (FNP) e 13 per altri partiti di sinistra, secondo i risultati finali del Ministero dell’Interno.
Senza una maggioranza assoluta, con una fragile alleanza di sinistra in testa che dovrà raccogliere la sfida dell’unità e con il campo del presidente Macron che fa molto meglio del previsto, ma non è nella condizione di guidare il Paese da solo, la Francia si sta svegliando in un’atmosfera tanto inedita quanto incerta.
Tra i vincitori, infatti, il partito leader, La France insoumise (sinistra radicale) cristallizza le tensioni e il suo leader carismatico e provocatorio, Jean-Luc Mélenchon, è visto negativamente da molti nel suo stesso campo. Passano le ore e la sua somiglia sempre più alla vittoria di Pirro.
A sole tre settimane dalle Olimpiadi di Parigi, il primo ministro uscente Gabriel Attal ha rassegnato ieri mattina le proprie dimissioni a Emmanuel Macron, anche se ha dichiarato di essere pronto a rimanere in carica “finché il dovere lo richiederà” nel contesto dei Giochi Olimpici. Intanto Macron ha radunato i suoi fedelissimi.
L’esito del voto ha causato problemi d’ordine pubblico, con le forze dell’ordine schierate massicciamente a Parigi.
La sinistra ha offerto il suo consueto contributo: Violenza e guerriglia.
Dai resoconti pubblicati, le prime cariche della polizia sono avvenute a est di Place de la République, nei confronti di gruppi di individui incappucciati che cercavano di provocare gli agenti. Arredi urbani sono stati dati alle fiamme e sono stati lanciati fuochi d’artificio e altri oggetti contro gli agenti che hanno risposto con gas lacrimogeni.
Gruppi di manifestanti sono stati respinti dopo aver tentato di forzare l’ingresso di un grande magazzino di elettrodomestici e prodotti informatici, “Darty”. Secondo una fonte della polizia citata da Le Figaro, i black block hanno attaccato i negozi Bouygues Télécom a Saint Martin e la Banque Populaire in Boulevard Magenta.
Altrove, tensioni maggiori sono scoppiate tra polizia e manifestanti domenica sera a Rennes e Nantes, dove diverse migliaia di persone hanno manifestato dopo aver festeggiato i risultati delle elezioni legislative, secondo quanto riferito dai giornalisti dell’AFP presenti sul posto.
La parola d’inizio della nuova legislatura se l’è riservata, com’è naturale il presidente Macron. Si fanno diverse ipotesi, ma non si potrà prescindere dalla coabitazione con un esponente indicato dai vari raggruppamenti di sinistra.
Sarà interessante conoscere quali saranno le priorità richieste dalle ale estreme della sinistra a Macron.
Si spazia dall’abrogazione della riforma delle pensioni, alla politica fiscale predatoria che preveda oneri ambientali oggi ignoti, sino alla politica estera.
Si rischia così di stravolgere le prassi e i provvedimenti sino ad oggi in vigore.
Anche in Francia, oltre all’infausta casistica italiana di Prodi, D’Alema e Bertinotti, la sinistra al governo del Paese, oltre a non risolvere i problemi annosi e basilari, non ha mai retto la coesione con le altre forze politiche della coalizione.
Senza ritornare indietro di secoli alla Commune del 1871 o al governo di Lèo Blum nell’anteguerra, ricordiamo il percorso accidentato di Pierre Mendès France presidente del consiglio radical socialista in carica dal 19 giugno 1954 al 23 febbraio 1955, che con il suo ruolo fu tra coloro che contribuirono all’affossamento della Quarta Repubblica che nei suoi 12 anni di esistenza, contò ben 21 governi.
Inoltre, il suo governo si dimostrò incapace di prendere delle decisioni concrete in merito al processo di decolonizzazione delle rimanenti e numerose colonie francesi.
Poi arrivò alla presidenza della repubblica il generale Charles De Gaulle, fondò la Quinta Repubblica il 5 ottobre 1958 e cambiò la Costituzione.
Ma oggi in un momento così difficile, Macron non possiede il carisma di De Gaulle. Attendiamo l’annuncio.
Se l’argomento è di interesse, ogni commento è gradito, e altrettanto la sua condivisione