ROMA e COSTANTINOPOLI
Il prossimo anno ricorreranno 1700 anni dal primo Concilio ecumenico della storia, quello di Nicea. In vista di questo anniversario, papa Francesco ha espresso il desiderio di visitare i luoghi dove si tenne questo evento fondamentale per la storia della Chiesa. Questo auspicio è stato manifestato durante un’udienza con una delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli in occasione della festa dei Santi Pietro e Paolo. L’invito al Papa è stato esteso dallo stesso patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, al quale Francesco ha rivolto il suo ringraziamento: «È un viaggio che desidero fare, di cuore», ha detto durante l’udienza.
Nicea, oggi conosciuta come İznik, è una città situata sulle rive dell’omonimo lago in Turchia, con una popolazione di poco più di 22mila abitanti, a 130 km a sud-est di Istanbul. Nel 325, l’imperatore Costantino convocò tutti i vescovi in questa città per affrontare la questione dell’arianesimo, una dottrina che sosteneva che Gesù fosse un “essere inferiore” rispetto a Dio. Questo tema dottrinale aveva profonde implicazioni per la vita pubblica della Chiesa e per i rapporti con l’autorità imperiale. Dal Concilio emerse il Credo niceno, che viene ancora oggi recitato a Messa, affermando che Cristo non fu creato ma “generato”, della stessa sostanza del Padre, stabilendo così che Cristo era davvero Dio.
Nicea è ancora oggi una meta di pellegrinaggio e turismo religioso, in parte perché nel 787 vi si tenne il secondo Concilio di Nicea nella Basilica i cui resti sono stati trovati sul fondo del lago. Il primo Concilio si svolse invece nel palazzo imperiale alla presenza di 300 vescovi. Citando questa città turca, il Papa ha voluto ricordare un fondamento comune che unisce cattolici e ortodossi, poiché all’epoca non vi era divisione tra Oriente e Occidente cristiano.
Nel suo discorso alla delegazione, papa Francesco ha ricordato anche gli sforzi compiuti per ritrovare l’unità tra cattolici e ortodossi. Quest’anno, ha sottolineato il Papa, si sono celebrati i 60 anni dallo storico incontro tra Paolo VI e il patriarca Atenagora. «Dieci anni fa, nel maggio 2014, il patriarca ecumenico Bartolomeo ed io ci siamo recati pellegrini a Gerusalemme per commemorare il 50° anniversario di quello storico evento», ha ricordato il Papa.
Riferendosi all’incontro di Gerusalemme, il Pontefice ha aggiunto che «il pensiero va alla drammatica situazione che oggi si vive in Terra Santa. Dopo quel pellegrinaggio, l’8 giugno 2014, Bartolomeo ed io, insieme al Patriarca greco ortodosso di Gerusalemme, Teofilo III, abbiamo accolto nei Giardini vaticani il presidente dello Stato d’Israele e il presidente dello Stato di Palestina per invocare la pace in Terra Santa, in Medio Oriente e nel mondo. A distanza di dieci anni, la storia attuale ci mostra tragicamente la necessità e l’urgenza di pregare insieme per la pace, affinché questa guerra finisca».