
L’isola misteriosa scomparsa: mito o realtà?
Marchiare il termine “mito” come qualcosa di non vero, privo di riferimenti alla realtà, significa toglierne la sacralità, l’attributo religioso o spirituale.
È nei miti che possiamo trovare spiegazioni molto più realistiche di quanto possa avvenire con datazioni e rilievi “scientifici”, basati su ciò che definiamo realtà oggettiva, perché è in queste narrazioni che ci viene trasmessa la circolarità della vita e dell’evoluzione umana sulla terra, per chi riesce a scendere nel profondo ricollegandosi alla radice del termine “Muthos”.
Un Inno di Pindaro narra di Zeus che, nel riorganizzare il mondo, lascia gli Dei ammutoliti innanzi a tale meraviglia e chiede loro cosa manchi per raggiungere la perfezione: all’unisono rispondono che manca la voce divina per annunciare e lodare ogni grandezza, ogni magnificenza!
Manca la comunicazione tra il divino e l’umano, così nascono le Muse…
Questo mito “Annuncia l’eterno nella forma di una narrazione di un accadimento originario, privo di tempo e lo annuncia in modo tale da catturare con la sua verità l’uomo tutto, dandogli quella forma, plasmandolo, come doveva essere fin dall’inizio: immagine della divinità. Colloquio con Dio” (Il mito. Walter F. Otto)
Così quando abbiamo letto nei Dialoghi di Platone (Crizia e Timeo) il racconto di quella civiltà scomparsa, di Atlantide, e abbiamo pensato a una realtà così lontana dai nostri tempi, eravamo assolutamente in errore, perché si sta riproponendo oggi, nel XXI secolo la stessa situazione e per la stessa causa: l’ubris, la tracotanza di un ristretto gruppo di persone con esattamente le stesse motivazioni di più di 9000 anni fa.
Oscurare il sole, irrorare le nuvole di agenti chimici, riempire di pannelli fotovoltaici i campi che producevano frutta e verdura sana, distribuire ovunque antenne 5G per una digitalizzazione che ha l’aria di un controllo a 360° più che altro, imporre misure draconiane con una presunta problematica del CO2… per non parlare dell’Intelligenza Artificiale, tutto volto nella direzione di una disumanizzazione totale: l’arroganza di intervenire sulla Natura e decidere di essere al di sopra della legge divina.
Narrano che il governo di Atlantide fosse affidato a un consesso di re, dal potere condiviso in modo equo e saggio: discendenti diretti dagli Dei, erano dediti al culto di Poseidone, essendo l’isola circondata dal mare, quindi esperti navigatori.
Tramandano che i re Atlantidei fossero impregnati di principi di giustizia e saggezza, mantenessero la pace interna e promuovessero la prosperità attraverso la condivisione equa delle risorse e l’implementazione di leggi illuminate.
L’ordine sociale era basato su valori di cooperazione, equità e rispetto reciproco, principi che garantivano l’armonia e la stabilità dell’isola.
Ma non sempre l’umano riesce a tenere in equilibrio le pulsioni interiori e il declino morale portò gli atlantidei a tentare la conquista di altre civiltà, spingendosi nel Mediterraneo e, secondo la leggenda, a scontrarsi con Atene.
Gli Dei, implacabili decisero una punizione radicale e in un giorno e una notte l’isola sprofondò nell’Oceano investita da terremoti e condizioni atmosferiche disastrose.
L’arroganza di un certo numero di persone convinte di dover “regnare” sul tutta la terra – e a tale scopo non ha esitato a concepire il Nuovo Ordine Mondiale, portando avanti la famosa Agenda 2020/2030 – incomincia a essere ridimensionata, perché se da una parte costoro hanno creduto di poter rendere schiava la popolazione, non sanno di essere stati i propiziatori di un risveglio globale molto diffuso.
Un risveglio che difficilmente permetterà loro di riproporre una psico-pandemia con le implicazioni a cui ogni giorno assistiamo: morti improvvise (vaticinate dal premio Nobel Montagnier già nel 2021), aumenti esponenziali di tumori e malattie del sistema immunitario ecc. ecc. in una drastica selezione, secondo criteri non proprio consoni al proposito dichiarato da più parti come “depopolamento”.
Ma i programmi di lorsignori sono molteplici e tutti ben mirati: ecco dunque che compare una certa Hadja Lahbib, commissaria della gestione delle crisi, che in toni per lo meno irritanti ci spiega sorridendo perché dobbiamo munirci del kit di sopravvivenza “Dobbiamo pensare in modo diverso perché le minacce sono diverse, dobbiamo pensare in grande perché anche le minacce sono più grandi”
Mi sembra ovvio che loro “prevedono” sempre qualcosa che noi è “imprevedibile”: han doti medianiche, testimoniate dalla “previsione” di Bill Gates riguardante la pandemia qualche mese precedente quel febbraio 2020. Infatti con il supporto finanziario dell’Open Philanthropy Project, il Johns Hopkins Center for Health Security ha sviluppato nell’ottobre del 2019 quello che ora è noto come “Event 201” in cui un pubblico di circa 130 scienziati, ricercatori e leader internazionali, su invito, ha partecipato alle esercitazioni, che includevano notiziari preregistrati, briefing in diretta con lo “staff” e discussioni moderate su argomenti specifici…
Chissà se lunedì 28 aprile in Spagna, Portogallo, Sud della Francia il kit di sopravvivenza per le 72 ore era già in uso… ma forse i cittadini avevano preso sotto gamba le indicazioni, in effetti abbastanza ridicole, soprattutto dato il tono leggermente ironico della donna!
Riguardando però il video postato sui social con toni scherzosi dalla commissaria belga, il contenuto della borsa di emergenza sembra assai tempestivo e accurato: documenti di identità in una confezione impermeabile, acqua, una torcia, un coltellino svizzero, fiammiferi e accendino, medicine e cibo in scatola e ovviamente del contante, perché “nel mezzo di una crisi il cash è sovrano e la tua carta di credito può essere solo un pezzo di plastica“. Il mazzo di carte, un caricabatterie e una power bank per il cellulare, senza dimenticare gli occhiali da vista, vengono dopo.
Ma perché proprio la Spagna?
La Spagna è uno dei paesi che ha la più alta incidenza di energie rinnovabili nel proprio mix energetico: alcuni minuti prima del blackout, secondo i dati forniti da Red Electrica il Paese produceva energia elettrica per il 60 per cento da fotovoltaico e in generale per l’83 per cento del totale da rinnovabili.
Eliminate le possibili cause come l’attacco informatico del solito Putin, tanto meno un fenomeno atmosferico negato dai metereologici… incomincia a farsi strada un elemento da complottisti doc.
Basta ricordare il progetto di esercitazione Cyber Poligon del forum di Davos – partito nel 2021 quando la farsa pandemica era già in discesa – in cui si immaginava l’interruzione generalizzata di energia in vaste aree per verificarne le conseguenze e gli effetti… naturalmente è un caso!
D’altra parte è opinione diffusa presso i vari Claus Schwab, Jacques Attalì, Yuval Harari e altri appartenenti al club, che il mondialismo debba vivere di crisi artificiali, senza le quali il disegno ultimo, il cosiddetto governo mondiale, è praticamente impossibile.
È necessario creare crisi, come spudoratamente asserito da Mario Monti (gruppo Bilderberg e Commissione Trilaterale) in modo che le persone stesse chiedano che i problemi irrisolvibili a livello nazionale vengano risolti a livello globale: così si può costringere i Paese a rinunciare alle proprie “sovranità nazionali” e consentire finalmente la nascita di quella governance globale tanto auspicata da David Rockfeller fin dal 1995 di fronte al consesso delle Nazioni Unite.
Ma i vari tentativi sono finiti miseramente e ormai emergono i cosiddetti “colpi di coda” di un progetto criminale alle sue ultime battute.
Nell’articolo I blackout in Spagna, Portogallo e Francia e le prove tecniche per destabilizzare l’Europa pubblicato nella scorsa settimana, Cesare Sacchetti metteva in luce un fattore non poco significativo e incipiente a livello mondiale, soprattutto per i paesi cattolici come la Spagna e il Portogallo: l’elezione del nuovo pontefice potrebbe non seguire la linea globalista di Francesco e dare l’ultima picconata all’agenda 2020/30.
Che sia un monito per questo paese il cui presidente del governo Pedro Sanchez ha annullato un contratto di forniture militari con un’azienda israeliana firmato dal ministero dell’Interno in contraddizione con la linea politica tenuta dal governo di Madrid, molto critica sulla campagna militare israeliana a Gaza?
Di complotto in complotto siamo tutti obbligati a svegliarci se non vogliamo vedere la nostra Atlantide sprofondare per l’avidità e la tracotanza di una ristretta schiera di disumani pronti a mettere mano alle bombe atomiche di cui pullulano i nostri paesi.
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Condivido pienamente questa analisi quanto mai veritiera e illuminata. I miei complimenti👍😍❤️👍😍❤️
… non prevalebunt!
grazie x la lettura sempre puntuale e approfondita!
chicca