Paolo Chiarenza ci scrive da Busca (Cuneo)
Egregio direttore,
le considerazioni che si traggono dall’editoriale di Elio Ambrogio sul conflitto tra Israele ed Hamas fanno indubbiamente riflettere e mi inducono a dire il mio pensiero, spero senza passare per antisemita. Dalla fine della guerra mondiale non si è mai potuto discutere le decisioni politiche dello Stato di Israele per non rischiare di essere accusati di antisemitismo e negazione dell’Olocausto degli ebrei. Malgrado questo pesante giudizio incombente, da un po’ di mesi stiamo scoprendo diffuso aumento dell’antisemitismo in ogni parte del mondo.
E questo fenomeno accade non tanto in Germania, dove c’è qualche fanatico nazista, e non tanto in Italia, dove magari si riscontra qualche fissato antiebreo, ma accade soprattutto nei democratici Stati Uniti d’America (fa ricordare le contestazioni universitarie pro Vietnam comunista), nella Francia libera e multietnica, nonchè nelle nazioni africane e asiatiche. Cosa sta succedendo?
Dopo anni e anni di azioni, di iniziative, di manifestazioni, di rievocazioni per “non dimenticare” la Shoah, tutte rivolte contro il nemico perenne, il nazifascismo anche se sepolto, come mai questa recrudescenza antisemitica e anti israeliana? Negli anni i sostenitori della Destra politica italiana hanno sempre espresso chiaramente la propria solidarietà al popolo di Israele, baluardo della democrazia occidentale, vessillifero coraggioso dell’indipendenza nazionale, ricevendo in cambio dalla comunità ebraica perenni accuse ed espressioni di fastidio, come si sentissero offesi da questa solidarietà.
Con l’antifascismo in servizio permanente le comunità ebraiche hanno accolto e sollecitato le adesioni delle sinistre marxiste di ogni sfumatura, ignorando volutamente ogni altra realistica e attuale considerazione politica degli eventi. Nessuno poteva inserirsi in un dibattuti politico riguardante l’azione di Israele in Palestina e nel Medio Oriente. Nessuno poteva affermare che il nemico odierno degli ebrei era ben altro: gli Stati anti israeliani, il fanatismo religioso, la ribellione palestinese. Ci sono voluti recentemente la situazione interna di Israele, l’attacco terroristico di Hamas, il governo contestato di Netanhiau, per potere discutere e dissentire dalla politica israeliana.
Ora esplode nel mondo una nuova ondata di antisemitismo, di cui non si può certo accusare Mussolini e il fascismo. Ora la sinistra non si interessa più agli ebrei, si rivela quale è nei loro confronti. In conclusione si sostenga Israele, ma la si conduca a riconoscere le ragioni, i patimenti, i diritti del popolo palestinese. Giunga finalmente il tempo un cui tutti concorrano alla risoluzione della drammatica situazione di quella cruciale area del mondo con una pace accettabile.
Ringrazio per la pubblicazione.
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