
Brevi considerazioni su quanto crediamo di conoscere…
Viviamo costantemente immersi in un mare magnum d’informazioni e di notizie di cui cerchiamo di verificare fonti e attendibilità.
I modelli mentali che confluiscono nell’ “Idea del Mondo”, ovvero nella nostra visione personale, sono il frutto di mutamenti costanti, e spesso dolorosi, di visioni sempre più elaborate di quello che ci sembra essere compatibile con la Verità.
La nostra personale visione è in costante mutamento, nuove idee entrano a farne parte, scalzando quelle precedenti, altre si rafforzano per indicare che siamo sulla giusta via… altre ancora compaiono all’improvviso e restano per lungo tempo in attesa di essere valutate.
Ogni volta che conversiamo con qualcuno o che leggiamo qualche opera particolarmente interessante, accettiamo, forse inconsciamente, di porre in discussione ciò in cui crediamo o ciò in cui desideriamo credere.
In questo modo la visione complessiva diventa una sorta di mosaico di vari frammenti in un costante dinamismo che si relazionano tra loro per offrirci un palcoscenico, sempre nuovo, sul quale far recitare innumerevoli personaggi in cerca d’autore.
Altre volte saranno proprio alcuni di questi misteriosi personaggi che ci doneranno, nuovi spunti o nuove idee su cui riflettere e ponendoci semplicemente in ascolto sarà possibile osservare il lento fluire delle idee e le straordinarie battaglie che si svolgono attraverso il loro incessante interagire.
La nostra coscienza, campo quantistico dove tutto avviene incessantemente, si evolve senza interruzione e confronta le nuove possibili idee con quanto appartiene alle immagini precedenti che abbiamo accolto come autentiche.
Il meccanismo di apprendimento rappresenta la sintesi tra la percezione dei due emisferi cerebrali: quello sinistro razionale e quello destro intuitivo.
Le idee che nascono da elaborazioni logiche e che rappresentano il pensiero deduttivo, sono generalmente razionali e necessitano di premesse concrete e irriducibili che definiremmo postulati.
Un postulato è un’affermazione o un principio che viene accettato dalla maggioranza delle persone come vero e non necessita di dimostrazioni. I postulati sono spesso utilizzati come premesse per costruire teorie o sistemi logici, e sono considerati fondamentali per lo sviluppo di una disciplina o di un campo di studio.
In altre parole, un postulato è un’assunzione iniziale che viene accettata come vera senza essere soggetta a dimostrazione o prova. I postulati sono veri per definizione… e questo costituisce il loro limite più pericoloso.
Tale considerazione è importante poiché ci permette di notare che i postulati non sono necessariamente “veri” in senso assoluto, ma risultano essere accettati come veri all’interno di un particolare ambito che li contestualizza.
All’opposto, la parte destra del nostro cervello elabora le intuizioni, presentando possibilità inaspettate che nascono miracolosamente nella nostra coscienza, come se provenissero da un “altrove”, non ben identificato.
I frutti di questi “doni” sono straordinari.
Immagini mentali che creano dipinti, cascate di parole che diventano romanzi o poesie, note musicali catturate dall’immaginazione che si materializzano in armonie.
Se volessimo usare un’immagine ardita e forse troppo audace, potremmo definire il lavoro dei due emisferi come l’immagine di una persona che sale i gradini di una scala. Salire ogni gradino comporta uno sforzo paragonabile a quello del ragionamento basato sulla logica, dove fatica e razionalità si sposano dolorosamente.
Raggiunto il pianerottolo sembra che tutto sia più semplice. Si abbassano le tensioni, si respira con minor fatica e le idee provenienti dall’Oltre, collegato all’emisfero destro, iniziano a manifestarsi con maggior intensità… Tuttavia anche questo meccanismo risulta essere in costante movimento ed evoluzione, dove altre scale e altri pianerottoli compariranno all’orizzonte.
Un esempio pratico della metafora della scala può essere rappresentato dall’evoluzione del pensiero scientifico, dove ogni scoperta, frutto di estenuanti esperimenti e ricerche conduce ad un maggior grado di comprensione, modificando il paradigma precedente. Segue un periodo variabile di sviluppo e validazione della nuova teoria… fino ad una successiva rampa di scale.
Copernico introdusse importanti novità cosmologiche che resero superata la teoria aristotelico-tolemaica del Sole che ruota intorno alla Terra. Newton completò la visione galileiana proponendo come causa principale del moto dei pianeti la forza di gravità, fino ad Einstein che con la sua rivoluzionaria teoria introdusse il concetto di equivalenza tra massa ed energia.
Ora siamo comodamente sistemati sul “pianerottolo della Relatività”… tuttavia da oltre un secolo molti scienziati hanno imboccato la salita verso una nuova comprensione che possa unificare la Fisica classica con quella quantistica.
Uno scienziato straordinario, Federico Faggin, inventore e fisico italiano degno di ricevere il Premio Nobel, ha iniziato a percorrere una scala ancora più impervia che ambisce a mettere in relazione il campo quantistico della Coscienza e del Libero Arbitrio con quello che oggi conosciamo e definiamo spazio-tempo e massa-energia.
Oltre alle varie rappresentazioni dei meccanismi del pensiero, razionale e intuitivo, esiste un fenomeno che sembra esulare dalle precedenti definizioni: la Fede.
La Fede può avere diversi significati e differenti definizioni a seconda del contesto.
In ambito religioso implica la fiducia e la credenza in principi e valori spirituali, l’esistenza di una Entità non osservabile con i cinque sensi ma soltanto intuibile a livello profondo.
La Fede può anche essere una convinzione intima e personale in qualcosa, o in qualcuno, in cui si crede senza la presenza di prove o evidenze concrete.
La stessa Fede nella scienza o nel progresso tecnologico può non necessitare di prove evidenti: si può aver Fede in qualche farmaco o strumento scientifico, pur senza conoscerne a fondo le caratteristiche.
Paradossalmente viene considerato una Fede pure quell’attaccamento ad una squadra di calcio o ad una particolare corrente politica…
La Fede possiede una intrinseca irrazionalità che ci permette di bypassare le barriere della logica e del rigore: potrebbe essere addirittura paragonabile alla cecità di un innamorato che non si arrende neppure di fronte alla dolorosa evidenza di un rifiuto o di un abbandono.
Credere per Fede significa anche entrare in sintonia con l’oggetto del desiderio, accettandone, empaticamente e senza alcuno spirito critico, difetti, contraddizioni, incongruenze.
Quando una particolare Visione viene accolta empaticamente, quindi con un meccanismo irrazionale nasce in noi, una sorta di piacere sottile che ci suggerisce che quella immagine è giusta e totalmente condivisibile. Questo vale anche per le impressioni che riceviamo dall’incontro con estranei, che a pelle, ci posso piacere o risultare sgradevoli.
In questo complicato panorama di sensazioni e di impressioni riuscire ad uscirne vivi è cosa sempre più difficile.
Alcuni di noi si basano su una sorta di “istinto” che suggerisce, senza alcuna pretesa razionale, di ascoltarci per comprendere cosa manifesta la nostra parte più profonda. Consapevoli del fatto che nulla possa essere certo e definitivo, neppure i Postulati scientifici sui quali si basa il nostro Sapere, anch’esso frutto di affermazioni e principi che vengono accettati dalla maggioranza delle persone come veri, senza la necessità di dover essere dimostrati.