“Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino”
Carl Gustav Jung
Mi ha sempre affascinato il paesaggio artico, anche se in presenza degli enormi iceberg la sensazione di impotenza di fronte alla Natura mette a disagio chiunque abbia un minimo di criterio: da un momento all’altro l’enorme massa di ghiaccio può disgregarsi, anche solo per una piccola parte e le imbarcazioni che si avvicinano troppo ne possono essere travolte.
Una bella metafora per chi non ha ancora capito che l’uomo non è che una microscopica parte di vita sulla terra, vita che pulsa e si muove indipendentemente dalle esigenze umane e dai deliranti pensieri di dominio su di essa.
In presenza di un iceberg noi vediamo la parte emersa non considerando abbastanza che tre quarti della sua interezza risiede sotto il livello dell’acqua.
Non è così strano, quindi, che per gli Inuit proprio nella zona intermedia tra una parte e l’altra risiedano gli dei: anche se ormai la maggior parte della popolazione si è convertita al Cristianesimo, alcune usanze sono rimaste “imprigionate” nei luoghi eterni e “vengono a galla” in semplici espressioni rituali.
Contrariamente a quanto scrivono guide e pubblicazioni varie sulla Groenlandia persino il tupilac è reperibile sulla costa orientale: un simpatico amuleto che condensa non necessariamente informazioni mortifere.
È un feticcio che viene creato dallo sciamano con pelli e ossa di animali: prende vita da un canto magico particolare e dal contatto con l’acqua del mare; è uno strumento che implica l’abilità e la purezza dell’incisore, in quanto potrebbe creare l’effetto opposto a quello desiderato.
In quello spazio tra visibile e invisibile, tra conscio e inconscio, esiste infatti la facoltà di attivare zone del nostro cervello in cui attingere a un Sapere ancestrale legato al luogo da cui proveniamo…
Perché noi continuiamo a vivere l’apparente realtà – il conscio – senza dare abbastanza spazio alla ricerca di noi stessi nell’inconscio, attraverso il legame che vi rimane in ognuno di noi, da quella nascita, quando l’Uno ha deciso di fare l’esperienza umana attraverso la materia e si è composto nel nostro corpo.
Il concetto di seity immortali espresso da Federico Faggin nel suo secondo saggio “Irriducibile” riconduce a una profonda spiritualità “nonostante” la formazione più che scientifica dell’autore: geniale fisico vicentino ha infatti creato la tecnologia MOS IC con porta di silicio (SGT) da cui è stata possibile la realizzazione dei microprocessori, memorie e sensori di immagine, adottata in tutto il mondo; e adesso ci parla del divino, senza mai pronunciarlo, in modo che ognuno lo raggiunga attraverso la propria esperienza.
Eppure è successo che, Federico Faggin, ottenuta la realizzazione personale professionale nella realtà, in un momento particolare della sua vita, da un’esperienza fisica, abbia iniziato il suo viaggio nell’inconscio, in quella parte dell’iceberg non sempre confortevole, ma sicuramente creativa.
In tutti noi esiste la creatività, quel luogo del nostro essere che non partecipa quotidianamente alla nostra vita se non nelle applicazioni che noi razionalmente usiamo: ogni professione contiene una dose di “fantasia” attraverso la quale esprimere l’inconscio, a volte chiamato “intuizione” per dare una connotazione meno fenomenica.
L’intuizione ha a che fare con la memoria; o meglio con le memorie che ci arrivano anche dal bagaglio cromosomico che abbiamo ereditato, in quanto noi siamo figli delle nostre famiglie con cui abbiamo in comune l’inconscio, composto dai nostri vissuti, pensieri e comportamenti che non appartengono appunto solo a noi ma che sono legati al nostro DNA nel bene e nel male.
Se consideriamo i nostri comportamenti ci accorgiamo quanto siano influenzati e determinati in gran parte da ciò che è inconsapevole ma che vive in noi seguendo una propria logica e nutrendosi di esperienze emotive e relazionali, di rappresentazioni legate alla nostra storia di vita.
Così due fratelli possono sembrare provenire da mondi diversi mentre in realtà sono l’espressione di un’unica matrice che ha deciso di fare esperienza diversa presentando all’uno e all’altro occasioni e situazioni simili a cui reagiscono in modo diverso in conformità con il libero arbitrio.
Solo prendendo atto che non siamo solo un ammasso di cellule bensì siamo indirizzati da qualcosa di più alto, avremo un’interezza diversa, daremo maggiore dignità a quella parte di noi che Jung ha definito “Ombra”.
La stessa parola ombra mette in noi una sensazione di incertezza perché è la luce che illumina le nostre giornate, la nostra attività, quando possiamo controllare la nostra apparente realtà: quando calano le tenebre e la nostra mente è costretta dal sonno a non essere attiva nella direzione dei processi intellettivi e pratici, a non dominare, entriamo nel regno dell’inconscio dove risiede la parte più significativa della nostra esistenza… la parte dell’iceberg immersa nel mare.
Il problema è che, essendo preponderante, è lei che dirige la nostra vita, con buona pace di coloro che credono di essere padroni del loro mondo.
Abbiamo vissuto e stiamo vivendo un periodo storico di grandi cambiamenti: le motivazioni inconsce, che ci hanno portato ad assistere a questi eventi epocali, risiedono nella volontà di riconoscere ombre e luci dentro e fuori di noi; per quanto molti possano credere che tutto sia casuale.
Per alcuni di noi, risvegliati dal torpore di una vita fatta di sola materia, l’avere accolto l’ombra dei misfatti perpetrati da pochi burattini ha significato rendersi consapevoli che i pensieri, le emozioni e le condotte di ogni persona unendosi ai pensieri, alle emozioni e alle condotte dei propri simili hanno potuto contrastare la volontà di soffocare il respiro di ogni singola anima uscita dal sonno.
Inutile cercare le motivazioni che spingono un essere a sopprimere la vera vita di un altro umano, la vita oltre la vita durante il percorso qui sulla terra: come al giorno segue la notte, come è impossibile vedere uno scritto di una matita bianca sul foglio bianco, così a ognuno di noi spetta il compito del riconoscersi nella propria interezza esprimendo il meglio di se stesso, ma nello stesso tempo conoscendo le proprie parti oscure, specchiate nei comportamenti altrui.
Non è un caso che il futuro neo eletto presidente degli Stati Uniti dichiari di voler far cessare la guerra ed esplodano focolai di violenza in Medio Oriente, che vengano lanciati missili a lunga gittata dall’Ucraina verso la Russia (manovrabili esclusivamente da militari della Nato) e che in mancanza di reazione si arrivi a un attentato proprio in centro a Mosca dove viene assassinato il generale Kirillov, capo delle truppe per la DIFESA nucleare, chimica e biologica delle forze armate russe, insieme al suo assistente e un altro militare.
È doveroso ricordare che il generale era un esperto di PROTEZIONE dalla guerra NBC (Nucleare, Batteriologico, Chimico), già rettore dell’accademia intitolata al maresciallo Semyon Timoshenko (liberatore di Auschwitz) il cui scopo istituzionale è condurre ricerche per la protezione della popolazione dalle armi di distruzione di massa.
Non a caso era stato lui a organizzare e a gestire l’operazione “Dalla Russia con Amore” a Bergamo al tempo della CoVid: con i risultati della ricerca era stato realizzato nei laboratori russi il vaccino Sputnik V ottenuto – su tutta l’Europa – esclusivamente dalla Repubblica di San Marino perché non facente parte della NATO, tanto meno dalla UE.
Negli altri paesi europei non era stato autorizzato secondo i diktat dei soliti noti, con la motivazione ufficiale che non fosse stato prodotto con macchinari riportanti la marchiatura CE: e noi abbiamo accettato supinamente, belando.
Autori di tanto avveniristico programma di contrasto alla pandemia? Primi Ministri che erano anche banchieri e Presidentesse della Commissione Europea (tutt’ora inquisita penalmente per lo scandalo di SMS privati con Albert Bourla, l’amministratore delegato della casa farmaceutica Pfizer). Che coincidenza!
Vorrei concludere con una interpretazione del panorama odierno proiettato nella Palestina di duemila anni fa, con la metafora della nascita del Cristo.
“Quale Natale?” ci propone Fausto Carotenuto dal sito Coscienze in rete.
Già, cosa accomuna la Palestina anno zero con i giorni nostri?
Perché abbiamo bisogno di tanti stimoli dolorosi proprio in questo periodo di transizione?
Forse perché è proprio dall’oscuramento totale delle coscienze che può nascere il desiderio di luce, di quel bagliore che l’avvento di una divinità può portare.
E chiunque creda che siano gli extraterrestri su un UFO a risolvere i nostri problemi, favorendo la costituzione di un esercito mondiale che possa contrastare il buio del loro avvento… si tranquillizzi: la divinità è già nata ed è dentro di noi, in attesa che ci riconosciamo nella luminosità del nostro essere.
La Palestina di allora era occupata dall’impero romano, un impero poco democratico che imponeva leggi feroci su un territorio non suo: ROMA, l’opposto di AMOR.
Da chi siamo dominati noi oggi? Quale impero ha tenuto e ancora tiene soggiogato, con imposizioni demenziali, gran parte del mondo?
Nell’anno zero Erode rappresentava lì il Potere… oggi c’è chi ancora avvalla un genocidio di una popolazione che porta il nome della terra in cui è nata.
Sabato 28 dicembre a Gaza è stato bombardato l’ultimo ospedale: la salvezza per uomini, donne e bambini è sempre più lontana.
La strage degli innocenti, la violenza soprattutto sui bambini, ai quali non si permette di sviluppare le difese immunitarie che la Natura dona alla nascita a ognuno di noi.
Inutile citare Rudolf Steiner e il vaticinio esplicitato in una conferenza a Berlino il 27 ottobre 1917 “Nel futuro si eliminerà l’anima per mezzo di farmaci. Come oggi si vaccinano le persone contro questa o quella malattia, così in futuro si vaccineranno i bambini con una sostanza che li renderà immuni dall’essere soggetti alla ‘follia’ della vita spirituale”.
All’epoca Erode, informato della nascita di un nuovo regnante che lo avrebbe spodestato (allora esistevano maghi certificati), aveva pensato bene di uccidere tutti i neonati, tra i quali ci sarebbe certamente stato il prescelto… così aveva indetto un censimento, in modo da attirare in un solo luogo in maggior numero di persone adatte allo scopo.
Maria e Giuseppe in procinto di far nascere il frutto del loro incontro karmico non avevano trovato alloggio in una sola delle locande di Betlemme, bensì nella grotta, un luogo più adatto al raccoglimento silenzioso, dove aveva visto la luce Gesù.
Maria, la Coscienza (anima femminile) e Giuseppe, la saggezza (stirpe di Davide) hanno realizzato lo spirito dell’amore creativo di cui la terra aveva bisogno, ben consci del compito accolto nei loro cuori.
Anche i Magi veri, arrivati dall’Oriente, avevano evitato di essere manipolati da Erode e portato i doni al Bambino, a ogni creatura nata da allora.
Oggi, obnubilati dai regali che i Magi oscuri continuano a elargirci generosamente attraverso una comunicazione più che manipolata, viviamo annichiliti dalla Paura, dalla Rabbia e dall’Indifferenza, incapaci di trasformarli in talenti interiori.
Così
l’ORO della Consapevolezza del significato profondo di quel che sta accadendo, dello stimolo al Bene che deriva dall’osservazione del Male e che allontana la Paura;
l’INCENSO nell’approfondimento del rapporto con il Sacro, con gli Esseri del Cielo che ci assistono mutando la Rabbia in Indignazione e Compassione.
la MIRRA nella percezione di sé come seity, essere immortale che sta facendo questa esperienza sulla terra dalla quale sperimentare sempre di più il vero e profondo “Amor vincit omnia”
ci arrivano in modo occulto perché i Magi non giungono più da un Oriente fisico, ma sorgono (l’orior latino) dalla nostra interiorità e sono il pensiero, il sentimento e la volontà, ma solo se illuminati dal vero bene, l’Amore che non chiede nulla in cambio.
L’augurio è che in questo Capodanno 2025 (1+1+2+2+5=11 la Forza e 1+1=2 la Papessa), possiamo sentirci nel pieno delle nostre facoltà non solo mentali e liberi di prenderci cura di noi stessi incontrando dentro di noi la forza spirituale del Femminile.
Il nuovo anno, che non a caso esordisce col novilunio, ci aiuti a iniziare a vivere creativamente la nostra vita, in armonia con la nostra interiorità, liberata in gran parte dalle zone d’ombra, riconosciute come nostre parti non espresse; invece di continuare a ripetere dinamiche psicologiche e relazionali disfunzionali, nate nel nostro passato e trascinate lungo i secoli, senza che ce ne rendessimo conto!
Civico20News
Chicca Morone
Editorialista
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Complimenti e ancora buon inizio del 2025
Grazie e detto da un artista come te è davvero un complimento con i fiocchi!
Complimenti e buon inizio del 2025 ❤️
Stupendo articolo!
Mille grazie… le persone simili non per caso si incontrano e si capiscono!
Articolo veramente interessante
Grazieeee
Grazie a te!
Sempre interessante e ricco di spunti di riflessione: un’ottima lettura per iniziare il nuovo anno e propiziare i giorni a venire. Grazie e molti auguri! Per TUTTO!
Grazie! E che il 2025 ci porti serenità e pace…
Complimenti !!!!
Un articolo denso di significato, che sprona a guardare oltre la superficie per riscoprire la luce e l’amore dentro di noi.
Mille grazie… cerchiamo tutti di portare avanti un discorso comune che stimoli il lettore a cercare nel profondo del proprio iceberg quello che può aiutare a vedere meglio le proprie possibilità!